Buffon, a due presenze dal record: “Sedici anni bellissimi in Azzurro”
mercoledì 4 settembre 2013
Gigi Buffon e la Nazionale. Gigi Buffon è la Nazionale, capitano e Campione del Mondo con una maglia che ha indossato 134 volte. La storia è lì, a un passo, a due presenze dal record in Azzurro di Fabio Cannavaro. Potrebbe tagliare questo traguardo martedì proprio a Torino, la città in cui quel ragazzo dotato di un talento innato è diventato leader e campione: "E’il raggiungimento di un bell'obiettivo – ha ammesso in conferenza stampa a Coverciano - ma comunque preventivabile visto che ho cominciato a giocare molto presto in Nazionale. E' stato e sarà un obiettivo che mi darà soddisfazioni, sono stati 16 anni bellissimi, caratterizzati anche da qualche infortunio che poteva mettere in seria discussione tante cose. Ma lì credo di averci messo anche del mio, di essere stato bravo, perseverante e umile nel rimettermi in gioco".
L’umiltà ti fa ragionare come parte di un ingranaggio più grande di te. Anche se ti chiami Gigi Buffon e sai che con le tue parate hai fatto innamorare un paese intero: “Pensare di voler dire basta alcune volte è un atto di presunzione – ha spiegato - perché faccio il giocatore e non sono il proprietario della Nazionale. Quando non sarò più chiamato, ne prenderò atto e saluterò, ma non rispondere ad una convocazione sarebbe come un atto di diserzione”.
Sono tanti i momenti indimenticabili in Azzurro: “Le Nazionali a cui si rimane affezionati
sono quelle in cui vinci. Quella del 2006, con un grandissimo allenatore che ci guidava, con tanti compagni, rimarrà sempre nel cuore. In Nazionale si creano dei rapporti anche lunghi e subentra una sorta di condivisione e affetto che è molto forte per me. La Nazionale con Donadoni, anche se non vincente, la ricordo volentieri, come quella degli Europei e della Confederations. E' stata una grande Nazionale che ha stupito tutti, anche se stessa, per il gruppo da cui è composta e per i grandi valori morali che ognuno mette".
Alle sue spalle c’è una generazione di portieri che scalpita, con la consapevolezza che non sarà facile raccogliere l’eredità di uno dei numeri uno più forti di sempre: “Alcune volte non nego di sentirmi, se non in difficoltà, in imbarazzo perché in questi 16 anni di Nazionale tanti altri bravi portieri non hanno avuto molto spazio. E questo, alla fine, mi dispiace, perché sono uno che ha privilegiato il bene e la felicità del gruppo e non la propria. Però penso anche che, quando si ha la fortuna e la bravura di poter far parte dell'elite del calcio italiano, non puoi chiudere la porta in faccia a un dono che ti è stato dato".
Intanto bisogna preparare la gara di venerdì con la Bulgaria, una squadra che già a Sofia ha creato qualche problema alla Nazionale: “Sono moderatamente preoccupato, come lo sono prima di tutte queste partite determinanti per la qualificazione, che ci meriteremmo per quanto fatto fino ad ora, ma che è qualcosa ancora non tangibile. Dovremo affrontare questa gara con molta attenzione per fare un altro passo in avanti. La Bulgaria è una squadra compatta che sa come affrontare questi tipi di impegni, sa come difendersi e ripartire in contropiede”.
Un buon portiere sa parare anche le critiche, pure quando ad essere messo in discussione non è lui, ma alcuni colleghi più giovani, saliti sul banco degli imputati dopo gli errori commessi nella prima giornata di Serie A: “Fare il portiere, in Italia, sta diventando impossibile. Ci sono in Europa potenziali portieri fortissimi che fanno 'vaccate' immani – lo sfogo del capitano azzurro - ma quando si parla di loro non sono mai messi in discussione. In Italia invece non esiste. L'anno scorso ho fatto 60 partite, ho sbagliato in campionato con la Sampdoria, in Champions con il Bayern e con il Brasile in Confederations. Me lo concedete? Si può sbagliare? Altrimenti diventa difficile per tutti".
I media parlano del futuro di Prandelli e dei possibili sostituti sulla panchina della Nazionale. Ma prima di tutto c’è da conquistare la qualificazione a Brasile 2014 e due successi con Bulgaria e Repubblica Ceca garantirebbero all’Italia il pass per il Mondiale: “La possibilità che Prandelli lasci la Nazionale dopo i Mondiali è un non problema. Nelle società, e a maggior ragione in Nazionale – ha spiegato Buffon - i percorsi dei giocatori e degli allenatori sono brevi o si concludono dopo una manifestazione importante. Mi pare che tutti siano stati colti da un'ansia intempestiva, è una cosa che fa parte del gioco e tutti noi sapremo gestirla nel modo più naturale possibile. A giugno avremo il Mondiale in Brasile, con tutto il rispetto per giocatori e tifosi, quando hai questo tipo di fortuna l'attenzione è rivolta solo al Mondiale. Se Prandelli dovesse lasciare, sicuramente ci sarà qualche squadra prestigiosa che lo chiamerà. Anche dopo il lavoro svolto in Nazionale si è dimostrato un tecnico di prim'ordine e pronto ad allenare una grande squadra”.
Il portierone azzurro ha poi voluto salutare i ragazzi della Nazionale italiana di basket, che questa sera esordirà con la Russia nel Campionato Europeo: “Ci tenevo a fare a nome di tutti un grande in bocca al lupo. Sicuramente li seguiremo e tiferemo per loro”.
Ha in testa la qualificazione al Mondiale anche Emanuele Giaccherini, passato in estate dalla Juventus al Sunderland: “L'obiettivo è quello di qualificarci il prima possibile per il Mondiale. Avremo due partite in casa, sicuramente saranno difficili, ma dobbiamo riuscire a fare due risultati pieni, che ci permetterebbero di poter affrontare anche le prossime gare con più serenità. Il mese di settembre ha sempre detto che si fa un po' fatica come Nazionale, però vedo la squadra bene. La Bulgaria è più avanti di noi visto che giocano in campionato da tanto e facemmo fatica sul loro campo un anno fa. Venerdì sera farà caldo, quindi dovremo dosare l'energia e fare la partita".
Nell’ultima Confederations Cup è stato tra i migliori, dimostrando di saper coniugare dinamismo e qualità tecniche, tanto da meritarsi il soprannome di ‘Giaccherinho’: “La Confederations ha fatto aumentare la stima nei miei confronti, dandomi tanta fiducia, avendo giocato contro le squadre più forti ed essendo stato all'altezza. Qui mi sento importante, facendo parte a pieno diritto di questa rosa. Vestire questa maglia è sempre un orgoglio ed ho la fiducia del mister".
Al momento del passaggio in Premier League Giaccherini è stato rassicurato da Prandelli sul suo futuro in Azzurro: “Mi ha detto di stare tranquillo, e pensare che se uno fa bene nel proprio club, ha chance di essere convocato in Nazionale. Andare via dalla Juventus è stata una scelta molto difficile e dolorosa. Ho valutato un po' tutti gli aspetti, non solo quello economico. Dalla mia partenza ci hanno guadagnato un po' tutti. Sono contento della decisione che ho preso perché ho fatto una scelta anche di vita, che mi permette di giocare con continuità, pur lasciando la Juve che era il top a cui potessi arrivare”.