Beach Soccer e calcio sulla spiaggia, i consigli dell'esperto
mercoledì 2 luglio 2014
Durante l'estate, gli appassionati del calcio giocato, che vivono o si recano al mare per le vacanze, raramente potranno lasciarsi sfuggire l'occasione di fare rimbalzare l'amata sfera sulle calde dune di sabbia. Che siano semplici palleggi, partitelle con le ciabatte come pali, o vere e proprie sfide su campi da beach soccer, gli atleti della spiaggia si troveranno a dover svestire scarpini e calzettoni per lasciare i propri piedi nudi a tu per tu con il pallone.
A tale proposito, abbiamo chiesto qualche consiglio per una buona pratica sportiva al prof. Luca Coletti, preparatore atletico della Nazionale Italiana di Beach Soccer.
[caption id="attachment_20035" align="alignnone" width="640"] Luca Coletti e Davide Bertaccini[/caption]
Le caratteristiche del Beach Soccer: tecnica e resistenza fisica
Differentemente dalla superfici di gioco piane e dure, come l'erba, la terra o il parquet, la sabbia è mobile e instabile. La corsa e il balzo richiedono un maggiore sforzo fisico e un elevato dispendio di energie: l'accumulo di acido lattico è elevato. A livello agonistico i giocatori stanno in campo per 2-3 minuti, quindi escono e recuperano, tanto che mai il quintetto base gioca per tutto il tempo. Il pallone da Beach Soccer è stato inoltre progettato più leggero di quello da Calcio a 11 o Calcio a 5, per consentire all'atleta di alzarlo più facilmente, compiere acrobazie e colpi ad effetto. Un buon giocatore dovrebbe quindi disporre di un'ottima tecnica individuale, oltre alla già citata resistenza fisica.
Il portiere
Benché per dimensioni le porte siano simili a quelle del Calcio a 5, nel Beach Soccer il portiere non deve soltanto essere abile nella copertura dello specchio della porta, ma deve essere soprattutto scattante e reattivo, a causa dell'imprevedibilità dei rimbalzi del pallone sulla sabbia che possono cambiare o rendere irregolari le traiettorie.
Gli infortuni più frequenti
L'instabilità della superficie può procurare distorsioni delle caviglie e, più raramente, dei ginocchi. I cambi di direzione e i movimenti improvvisi imposti dai rimbalzi casuali del pallone sollecitano molto la muscolatura delle gambe, specialmente gli adduttori che andrebbero preventivamente ben riscaldati. Soprattutto a livello amatoriale, per mancanza di tecnica, può capitare di colpire il pallone in modo errato, con la punta del piede, provocandosi problematiche alla dita o l'insaccamento dell'alluce. Frequenti sono anche colpi a stinchi, caviglie o piedi.
Idratazione e alimentazione
Giocando al caldo e sulla sabbia, l'idratazione è fondamentale. Bisognerebbe bere spesso, in piccole dosi e piccoli sorsi, possibilmente integrando con sali minerali. E' importante anche curare l'alimentazione con pasti leggeri: verdure crude, pasta in bianco, prosciutto o grana. Sarebbe invece opportuno evitare la carne o i sughi pesanti, perché spesso si gioca al caldo, e il caldo rallenta la digestione.
La sabbia e le magliette
Benché, a livello agonistico, i piedi degli atleti tendano a sviluppare una superficie più resistente e meno sofferente al calore, la sabbia dei campi di Beach Soccer solitamente viene bagnata. Le magliette invece non sono indossate soltanto per caratterizzare le squadre, ma anche per proteggere il corpo sudato da eventuali colpi di vento, e scongiurare problematiche respiratorie, di raffreddamento o il cosiddetto "colpo della strega".
I bagni post-gara
Una pratica diffusa a livello amatoriale è poi quella di buttarsi in acqua a fine partita per lavare via il sudore. E' una pratica scorretta. Prima di tuffarsi bisognerebbe aspettare il graduale raffreddamento del corpo, che durante la performance sportiva è di circa 37,5 - 37,7 gradi.
Specialmente in caso di acqua fredda, per evitare raffreddamenti repentini che possono portare a svenimenti, sarebbe opportuno entrare in acqua progressivamente, evitando la classica corsa con tuffo tra le onde.