Barzagli: “Potrei lasciare l’Azzurro dopo l’Europeo”. Valdifiori: “Provo una gioia immensa”
martedì 24 marzo 2015
Uno riabbraccia la Nazionale dopo una lunga assenza, l’altro ha addosso l’emozione di chi ha appena varcato per la prima volta il cancello di Coverciano. Sono storie diverse quelle di Andrea Barzagli e Mirko Valdifiori, ma tutte e due segnate dal lieto fine. Anzi, è più corretto parlare dell’inizio di una nuova avventura per entrambi, a cominciare dal difensore della Juventus, tornato in Nazionale dopo un lungo infortunio e nove mesi dopo l’ultima presenza nella sfortunata spedizione Mondiale in Brasile. "E' stato un periodo lungo e difficile – ricorda in conferenza stampa - è brutto non giocare e non stare a contatto con i compagni di club oltre che della Nazionale. Un periodo di alti e bassi che per fortuna sembra finito, sono felice di essere di nuovo qui. Ho pensato di non poter più giocare per il dolore che avevo. Ho fatto fatica psicologicamente fino a quando non ho ripreso ad allenarmi con i compagni. Ho giocato tre partite in una settimana e direi che quindi ero pronto per essere convocato".
Campione del mondo nel 2006 in Germania e vice campione d’Europa nel 2012, Barzagli già sa quando arriverà il momento di lasciare la maglia azzurra: “L'obiettivo è arrivare agli Europei, poi penso che chiuderò con la Nazionale. Avrò 35 anni, non ho quel qualcosa in più che hanno Buffon e Pirlo, e poi l'Italia dovrà ringiovanirsi e confido in talenti come Rugani, Romagnoli ed altri".
Il difensore bianconero risponde anche alla discussione sugli oriundi che ha fatto seguito alle convocazioni di Eder e Vazquez: “Gli oriundi ci sono sempre stati, ci sono delle regole, se sono convocabili è giusto che siano chiamati perché vuol dire che fanno bene in campionato. Non vedo perché debba essere fatta polemica, anche le altre nazionali li hanno. Se sono bravi, se possono darci una mano, sono i benvenuti in Nazionale".
Con Vazquez ed Eder, il terzo volto nuovo in Nazionale è quello sorridente di Mirko Valdifiori: “E' una gioia immensa – confessa il centrocampista romagnolo - un grande orgoglio e una soddisfazione essere qua. Ringrazio l'Empoli, che mi ha messo nelle condizioni di arrivare in azzurro". Il primo impatto con la realtà di Coverciano è stato positivo: “Di mister Conte mi ha colpito la sua voglia di darci fin da subito un'identità tattica – racconta in conferenza - tutti quelli che vanno in campo devono sapere cosa devono fare. I suoi allenamenti duri? No, non sto facendo fatica: dentro di me ho grande entusiasmo e adrenalina, anche con mister Sarri lavoro molto sulla tattica". L’esempio da seguire è quello di Andrea Pirlo: “Nel mio ruolo è il numero uno al mondo da dieci, dodici anni. Quando guardo le sue partite cerco sempre di imparare qualcosa. So che devo migliorare nella fase difensiva e cercare anche di andare più spesso alla conclusione”.