Albertini presenta tutte le novità del ritiro degli Azzurri a Mangaratiba
mercoledì 28 maggio 2014
Prevedere l’imprevisto. Non è uno slogan, ma il punto di partenza dell’operazione Brasile varata e studiata dallo staff azzurro, con il vice presidente federale e presidente del Club Italia Demetrio Albertini in testa. Mesi di lavoro e di approfondimenti durante i quali nulla è stato lasciato al caso, con la Confederations Cup a fare da punto di riferimento per ogni situazione. Oggi, a pochi giorni dalla partenza della Nazionale per la nuova avventura mondiale, lo stesso Albertini – che in Brasile sarà capo delegazione – fa il punto sull'organizzazione del ritiro azzurro fra quello di questi giorni a Coverciano e quello di Mangaratiba.
Sono tante le novità. “Per la prima volta – spiega Albertini - abbiamo creato una App, dedicata esclusivamente ai tecnici, per lo studio e la preparazione della partita, dalla parte tecnica a quella video, coordinata da Prandelli e dal tattico Antonio Gagliardi, con un grande sforzo e un lavoro che servirà per il Mondiale, ma anche per uno studio costante dei giocatori per il periodo successivo. Il tutto per creare, speriamo al più presto, un passaporto biologico del Club Italia: una card che raccolga ogni singolo dato dei giocatori convocati in Nazionale e in proposito voglio ringraziare lo staff tecnico di mister Prandelli perché ci ha portato a effettuare un lavoro non solo per il presente, ma anche per il futuro del Club Italia”.
Tante le innovazioni anche per quanto riguarda il ritiro: “I preparatori Casellato e Venturati – prosegue Albertini – hanno cambiato un po' le abitudini dei raduni della Nazionale. Infatti non si sono occupati solo di effettuare dei richiami fisici, ma anche di fare una raccolta dati dei giocatori e del monitoraggio durante la convocazione. Ci siamo trovati dopo l'Europeo di due anni fa, focalizzandoci su due aspetti: l'ottimizzazione del recupero, visto che secondo me abbiamo perso la finale soprattutto per una difficoltà fisica rispetto agli avversari, e sulla concentrazione
dei giocatori durante i primi giorni di lavoro della preparazione, cercando di attrarli con esercizi nuovi. Ci siamo radunati una volta al mese valutando non solo
la partita precedente della Nazionale, ma soprattutto lavorando in vista del Mondiale”.
Dai campi di allenamento studiati nei minimi particolari, alle condizioni climatiche, all’inserimento di nuove figure professionali, il Mondiale azzurro si presenta così: “A Coverciano abbiamo rifatto tutti i manti erbosi per metterli nelle stesse condizioni di quelli che troveremo in Brasile, con la stessa erba di 6 centimetri. Ci hanno spiegato che non verrà bagnato il campo come succedeva ad esempio durante l'Europeo. Dunque abbiamo gestito con la presenza di un nostro agronomo in Brasile, anche la situazione del campo che troveremo a Mangaratiba. Abbiamo introdotto le telecamere fisse su ogni campo per monitorare gli allenamenti a livello visivo, creando anche una saletta all'interno degli spogliatoi dove i nostri tecnici si riuniscono e si confrontano, coinvolgendo anche i calciatori. Anche in Brasile, nel ritiro di Mangaratiba, abbiamo riprodotto la stessa situazione. Vogliamo prevedere l'imprevisto; dal momento che sarà un Mondiale molto difficile dal punto di vista della logistica, abbiamo introdotto figure nuove che si occupano della parte fisica, tecnica ed analitica, con l'inserimento del nutrizionista, del chiropratico, di un addetto al recupero degli infortunati in palestra, oltre all'utilizzo, da due anni a questa parte, del Gps. In questi mesi abbiamo anche costruito una casetta di legno dentro Coverciano denominata Manaus, dove viene riprodotta la stessa condizione climatica che ci troveremo a gestire. Se l'avessimo avuta nel '94, molto probabilmente avrei potuto sapere cosa mi sarei trovato ad affrontare durante il Mondiale degli Stati Uniti. Da dirigente ed ex calciatore, non mi basta più arrivare in finale”.