Abete: “Grande tristezza, ma abbiamo il dovere e la necessità di ripartire”
venerdì 25 giugno 2010
“C'è grande tristezza, ma abbiamo il dovere e la necessità di ripartire”: il presidente della Figc Giancarlo Abete apre la conferenza stampa a Casa Azzurri con una constatazione e una speranza. L’eliminazione al primo turno, ultima del girone, brucia ancora, ma il presidente federale guarda anche al futuro: “Il primo luglio presenteremo il nuovo commissario tecnico, Cesare Prandelli. Non possiamo intristirci, abbiamo il dovere di ripartire dopo questo risultato fortemente negativo.
E' un obbligo della federazione e dell'intero movimento calcistico italiano”:
Movimento calcistico che, secondo Abete, merita una riflessione: “Non si tratta di essere pessimisti, si tratta di essere realisti e determinati. Tutto deve essere valutato in base alle situazioni attuali: se l'Under 21 ha difficoltà a qualificarsi per la fase successiva degli Europei, è un fatto oggettivo. C'è legittima preoccupazione, ma non pessimismo. Le anime del calcio italiano sono la Nazionale e i club: c’è un problema soprattutto di qualità dei giocatori selezionabili. Molti grandi club non hanno calciatori italiani e quindi ottimi giocatori italiani sono poco esperti a livello internazionale”.
Vari argomenti vengono affrontati durante la conferenza stampa. Uno, ovviamente, è legato a Lippi e alla scelta di riportarlo sulla panchina dell’Italia due anni dopo il trionfo in Germania e dopo la parentesi Donadoni: “Non penso che Lippi sia stato lasciato. Il presidente della federazione indica il commissario tecnico, è giusto quindi che ci sia una responsabilizzazione del presidente federale se il ct non ottiene risultati. Scegliere un tecnico campione del mondo è un fatto collegato ad una scelta legittima da parte del presidente della federazione, non mi sembra questo il problema, non perchè non mi assumo la responsabilità, ma non accetto la logica per chi verrà in futuro. Non sono persona – assicura Abete - legata alla logica della poltrona. Rispondo con serenità in primis alla mia coscienza, alla base che mi ha eletto e alla responsabilità di far ripartire il sistema calcio”.
E a precisa domanda, il presidente replica: “Dimissioni? Se sono legate alla scelta di aver richiamato Lippi, il problema non si pone”. “Se posso farvi una preghiera – continua Abete - è quella di dare il massimo sostegno a Cesare Prandelli, che ha assunto un impegno gravoso. Non è stato scelto per il carattere, ma per la capacità tecnica, per la capacità di lavorare con i giovani e per la capacità di essere un punto di riferimento in una realtà complessa come quella di Firenze. Con Prandelli ct, l'obiettivo è portare avanti un'operazione di lunga scadenza. Dal punto di vista formale, lo contrattualizzeremo nei prossimi giorni. Il calcio non è una scienza esatta, non è un'impresa facile fare il ct in Italia, chiunque lo faccia”.