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Evolution Programme, area performance: focus sul morbo di Osgood-Schlatter
Nell'incontro di questa settimana è stata presa in esame la patologia da sovraccarico che colpisce circa il 10% degli adolescenti in fase di crescita, soprattutto i calciatorigiovedì 7 novembre 2024

Questa settimana, nell’ambito degli incontri dedicati all’Evolution Programme, il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC ha approfondito un tema cruciale per il benessere dei giovani calciatori: il morbo di Osgood-Schlatter. Una patologia da sovraccarico che colpisce circa il 10% degli adolescenti in fase di crescita, con una prevalenza significativa tra i praticanti di sport ad alta intensità come il calcio.
Il morbo di Osgood-Schlatter si manifesta con dolore nel comparto anteriore del ginocchio, localizzato all’inserzione del tendine del quadricipite sulla tuberosità tibiale. È particolarmente frequente in attività che richiedono salti, sprint e cambi di direzione, tipiche del calcio.
Durante l’incontro è stato presentato un protocollo innovativo, basato su esercizi progressivi, che si è dimostrato efficace nel trattamento di questa patologia:
- Fase iniziale (4 settimane): Riduzione dell’attività sportiva, esercizi isometrici e stretching per mantenere tono muscolare e flessibilità;
- Fase avanzata (6 settimane): Incremento graduale dell’intensità, esercizi di forza come wall-squat, affondi e utilizzo della speed ladder.
Questo approccio, affiancato da stretching e terapia del freddo, ha portato alla risoluzione del problema nell’80% dei casi in 12 settimane e nel 90% entro 12 mesi.
La discussione ha sottolineato l’importanza di integrare i protocolli di prevenzione e trattamento nelle attività dei club giovanili, per tutelare la salute dei giovani calciatori e favorire un ritorno al gioco graduale e sicuro.
Il Settore Giovanile e Scolastico prosegue il suo impegno nell’offrire strumenti e conoscenze per migliorare l’esperienza sportiva dei giovani atleti, dimostrando ancora una volta come la crescita tecnica passi anche attraverso la cura della persona.