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APPROCCIO TECNICO E PSICO-PEDAGOGICO NEI PICCOLI AMICI

mercoledì 3 marzo 2010

APPROCCIO TECNICO E PSICO-PEDAGOGICO NEI PICCOLI AMICI

Questa rubrica tecnica, realizzata in collaborazione con "Il Calcio Illustrato", ha ospitato un primo contributo di Stefano D'Ottavio (responsabile Area Tecnica SGS) sull'approccio generale all'attività giovanile. La seconda puntata entra nello specifico psico-pedagogico e motorio della categoria Piccoli Amici, primo step per i bambini nell'acquisizione delle abilità motorie nelle scuole Calcio. Il tema è trattato dal Coordinatore del Settore Giovanile e Scolastico delle Marche, prof. Floriano Marziali.
La FIGC promuove, disciplina ed organizza, con finalità tecniche, didattiche e sociali, l'attività dei giovani calciatori e calciatrici in età compresa tra i cinque e i sedici anni attraverso il Settore Giovanile e Scolastico. L'attività ad indirizzo promozionale e didattico che comprende la fascia di età 5/12 anni è denominata ATTIVITA' DI BASE che viene suddivisa in 3 categorie denominate: PICCOLI AMICI – PULCINI – ESORDIENTI
Questo articolo prenderà in considerazione la categoria PICCOLI AMICI


CARATTERISTICHE DELL'ATTIVITA'
L'attività motoria ad indirizzo calcistico riservata alla categoria "PICCOLI AMICI", bambini e bambine in età dai 5 agli 8 anni, ha carattere ufficiale ed è obbligatoria per tutte le " scuole di calcio ", qualificate e non, pertanto le suddette società dovranno partecipare alle manifestazioni organizzate dalle delegazioni della LND competenti per territorio. L'attività della categoria "PICCOLI AMICI" è prevalentemente ludico-motoria e deve essere svolta seguendo adeguati principi psicopedagogici con conseguenti metodi tecnico-didattici. Le Delegazioni della LND organizzano nell'ambito della loro competenza territoriale, sentito il Settore Giovanile e Scolastico, manifestazioni periodiche a carattere locale della durata complessiva di almeno 3 mesi, a verifica dell'attività didattica svolta dalle società. I momenti di incontro con altre Società, non dovranno prevedere formule composte solo ed esclusivamente da partite, ma dovranno invece essere previsti giochi e proposte tecniche coinvolgenti che mantengano elevata la motivazione e permettono un graduale apprendimento. E' necessario che gli istruttori preposti alla realizzazione dell'attività, siano in possesso della qualifica di " Istruttori Giovani Calciatori o Allenatore di Base " o anche di 1°, 2°, 3° categoria, purchè abbiano una particolare predisposizione didattica adeguata alle necessità psicopedagogiche e motorie dei più piccoli ( vedi insegnanti di Educazione fisica con qualifica federale ). Viste le positive esperienze delle passate stagioni sportive, anche quest'anno verrà organizzata la manifestazione " Fun Football " ( giocosport calcio ) che vedrà tutte le Società partecipare ad un programma articolato su giochi e proposte con la palla, giochi popolari, ed altre diverse attività dove verranno coinvolti anche i genitori, e che darà luogo ad una Giornata Nazionale dedicata ai PICCOLI AMICI da svolgersi contemporaneamente in ogni Regione in collaborazione con le competenti articolazioni periferiche della LND.

CARATTERISTICHE BAMBINI/E CATEGORIA PICCOLI AMICI
CARATTERISTICHE FISIOLOGICHE
Le ossa sono plastiche non ancora completamente calcificate e questo se da una parte è un vantaggio ( capacità di assorbire urti e pressioni )dall'altra le rende soggette a deformazioni. Per questo motivo si dovrà fare attenzione alle posizioni che i bambini assumono e a non proporre esercizi scriteriati che apportino carichi eccessivi allo scheletro ( limitare i salti, le cadute dall'alto, i balzi, ecc…. ). I bambini di questa età non possiedono una soddisfacente forza muscolare.Gli apparati cardio-circolatorio e respiratorio sono ancora inefficienti e non consentono sforzi intensi e prolungati. Il cuore reagisce allo sforzo aumentando la frequenza e la respirazione ed è incapace di apportare grandi quantità di ossigeno. Per questo motivo i bambini corrono molto veloci ma per brevissimi tratti. Non è opportuno dunque far compiere " giri di campo " per sviluppare la resistenza.
CARATTERISTICHE PSICOMOTORIE
La dimensione motoria e quella mentale del bambino sono intrecciate fra di loro al punto tale da condizionarsi a vicenda. Entrambe determinano la crescita e lo sviluppo della persona nella sua totalità. Nell'attività motoria emerge un maggior controllo posturale e un affinamento della coordinazione. Il fanciullo di questa età comincia a orientarsi nello spazio (però ad un livello ancora basso),ma non riesce ancora a distribuirsi in un campo di gioco, occupando e condividendo razionalmente lo spazio con gli altri compagni. In questo periodo il bambini percepisce la tridimensionalità del corpo (all'altezza e alla larghezza si aggiunge la percezione della profondità), la successione dei suoi gesti, dei movimenti, degli spostamenti. Il corpo rappresenta il punto di riferimento per l'orientamento e la strutturazione spaziale. A questa età i movimenti iniziano a diventare più coordinati e fini, anche se a volte risultano poco economici (per esempio corre sprecando molte energie). Questo perché nonostante il bambino abbia raggiunto una sufficiente coordinazione neuromotoria generale e sia dotato di un discreto equilibrio, non può ancora utilizzare appieno la capacità di controllare e guidare il movimento.


CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE
Il pensiero di questi bambini di questa età ha bisogno di molti riferimenti concreti. Dunque capiranno meglio una dimostrazione pratica che una spiegazione. Fino a 6 anni dal punto di vista cognitivo e sociale il bambino/a è egocentrico, cioè è centrato si di se, considera la realtà esclusivamente dal proprio punto di vista e non tiene conto di quelle altrui, perché ancora non lo sa fare ( non per cattiva volontà ). Sente molto forte il desiderio di appagare i propri bisogni. L'egocentrismo si riflette anche durante il gioco, quando il bambino invece di passare la palla ad un compagno la tiene per se, oppure quando durante la partita di calcio, tutti i bambini rincorrono sfrenatamente il pallone. A partire dai 6/7 anni inizia ad abbandonare il punto di vista egocentrico, anche se impiegherà ancora molti anni prima di raggiungere una socializzazione più matura. A quest'età i bambini partecipano ai giochi in modo emotivo, cosa che li porta ad agire in maniera impulsiva e non razionale. Manca in questo periodo la capacità di concentrarsi sulle operazioni astratte e su quelle ipotetiche. Queste conquiste logiche arriveranno dai 12 anni. I bambini/e hanno ancora bisogno di oggetti e di eventi concreti per supportare i loro ragionamenti. Il fanciullo sa stare attento e si concentra se il compito lo interessa e lo gratifica. A questa età il bambino non riesce a comprendere le cause dei risultati delle azioni, per cui non sa capire ad esempio, perché l'avversario nel gioco, ha vinto (gli adulti invece lo spiegano con varie cause : bravura, fortuna, facilità del compito, motivazione, ecc).
CARATTERISTICHE MORALI
L'inizio della frequenza scolastica porta i fanciulli a considerare che esiste un sistema complesso di regole da rispettare, anche se non ne comprendono ancora il significato. Il bambino/a le rispetta per evitare una punizione e/o avere un beneficio (morale di tipo infantile). Da una parte il fanciullo prova sentimenti di ansia nel dover rispettare le norme, dall'altra però le regole lo rassicurano. Questa alternanza di stati lo porteranno (più avanti) verso l'acquisizione di una propria autonomia etica. I bambini hanno un senso profondo della giustizia e dell'ingiustizia. A sei anni i bambini giocano insieme agli altri, ma "ognuno vive il gioco in modo individuale", al punto che se vincono, per loro non è importante che tutti gli altri vincano. I piccoli calciatori della categoria "Piccoli Amici " non sono atleti in formato ridotto, ma bambini che partecipano alle sedute di allenamento con la loro voglia " matta " di giocare. Oggi sempre più il gioco sta diventando un impellente bisogno per i nostri piccoli, visto che i divertimenti tecnologici, i mass-media e i mezzi di trasporto li rendono sedentari a 6 anni. La carenza di attività ludica, di gioco spontaneo è importante che venga rimpiazzato dal gioco sport. Per crescere in modo equilibrato i bambini/e della categoria Piccoli Amici hanno più bisogno di giochi e non di discipline sportive troppo strutturate, sottoforma di esercitazioni analitiche e addestrative. In molte realtà calcistiche al di là della partita relegata alla fine dell'allenamento, spesso succede che il gioco non sia nemmeno preso in considerazione. Questo modo di operare non è certamente il miglior mezzo per motivare i piccoli allievi, né di metterli nelle condizioni ottimali per apprendere efficacemente il calcio, ne di assecondare la loro predisposizione naturale di imparare attraverso le attività ludiche.

COS'E' IL GIOCO PER QUESTA FASCIA DI ETA'
Quello vero e proprio è definito come un'attività ricreativa "inutile" , disinteressata, evasiva, divertente, regolamentata da norme. I bambini giocano senza alcuno scopo utilitaristico, se non quello del piacere che provoca. Per esempio quando un gruppetto di amici si ritrova in cortile e decide di " divertirsi " con i quattro cantoni, lo fa in modo libero, naturale, autonomo, senza l'intervento degli adulti. Questo tipo di attività ludica può essere definita spontanea. A livello didattico però gli istruttori possono utilizzarla con un intento formativo : quello di migliorare, nei propri allievi, la capacità calcistica in modo competente. Il gioco diventa cosi un mezzo di allenamento. Riprendendo l'esempio dei "quattro cantoni", l'istruttore può usare tale proposta per " perfezionare " la guida della palla, modificandolo, introducendo molteplici varianti secondo lo scopo prefissato. Questo tipo di gioco può essere definito strutturato. Se si crede nel valore allenante del gioco lo si dovrebbe adoperare spesso durante le sedute come uno strumento utile per allenare simultaneamente tutti i fattori della prestazione, nel modo più realistico, cosi come avviene in partita. I giochi vanno privilegiati, non solo per allenare l'aspetto tecnico tattico e fisico atletico dei ragazzi, ma anche per sviluppare gli aspetti intellettivi e strategici come l'attenzione, l'osservazione, la comprensione, la memoria, la capacità di risolvere problemi, di effettuare la giusta scelta che, sono capacità che servono nella partita. Inoltre, durante i giochi i bambini diventano competenti nelle abilità sociali e relazionali (rispetto delle regole, collaborazione, relazione d'aiuto, valore della cooperazione) e migliorano negli aspetti emotivo-affettivi (volontà, determinazione, capacità di sopportare gli sforzi, senso di responsabilità, gusto di guadagnarsi il risultato con l'impegno e la fatica, disponibilità al rischio controllato…).

IL GIOCO ELEMENTO FONDAMENTALE PER SCOPRIRE UN MONDO NUOVO


Una importante considerazione da fare, riguarda l'insufficiente patrimonio motorio delle nuove generazioni che si affacciano all'attività sportiva infantile. Nell'era dell'informatica, dei videogame, nell'impossibilità di praticare spazi aperti e stimolare quelle aree corticali deputate alla motricità, i nostri bambini si affacciano al gioco del calcio senza una base motoria adeguata su cui costruire le future abilità sportive. Correre dietro un pallone, liberare la propria esuberanza motoria, giocare e confrontarsi con i propri compagni senza costrizioni oltre ad essere attività preferite dai bambini, rappresentano finalità e obiettivi di ogni scuola calcio. Per favorire un sano sviluppo psicomotorio, il modello di attività da proporre deve essere concepito privilegiando il gioco, il confronto e le attività di esplorazione. Un pallone che rotola, che rimbalza bizzarro ha da sempre catturato l'immaginazione dei bambini e rappresenta nel loro mondo un qualcosa di magico, di affascinante. L'esplosione di entusiasmo che osserviamo quando un gruppo di bambini gioca, rincorrendosi nella cattura del pallone nell'affannosa e mai doma lotta per arrivare alla porta, soddisfa istinti e bisogni connaturati nella specie umana. Partendo da questa considerazione , le attività che si andranno ad organizzare per questa fascia di età cosi particolare avranno come tema dominante il gioco.
L'ISTRUTTORE DEI PICCOLI AMICI
Allenare ed educare i bambini al gioco del calcio non è un compito semplice, occorre che l'istruttore sia in grado di miscelare qualità tecniche,tattiche, educative, psicologiche e comunicative, tenendo sempre in considerazione le fasce d'età a cui si rivolge. Le sue competenze riguardano gli ambiti d'insegnamento in età scolare e una sufficiente conoscenza delle problematiche legate alle dinamiche dell'apprendimento motorio. Deve, inoltre, conoscere e tenere presenti i processi che regolano la maturazione fisica e le fasi sensibili che sono alla base dello sviluppo biologico dell'apprendimento, in special modo delle capacità coordinative, supporto essenziale nell'esecuzione dei gesti tecnici. L'istruttore deve essere consapevole che la sua opera han una valenza formativa e deve essere in grado di modulare la sua proposta tenendo conto delle caratteristiche proprie di ogni età. Appare cosi evidente, quindi, che nella continua evoluzione del calcio e delle conoscenze pedagogiche relative ai programmi di insegnamento, anche la figura dell'istruttore si dovrà aggiornare coerentemente a tali e relativi processi evolutivi. Nella sua formazione l'istruttore deve tener conto dei seguenti fattori:
-         mantenere una elevata motivazione nel perseguire i necessari miglioramenti, cioè nell'arricchire le proprie competenze metodologiche, didattiche e psicosociali ( relazionali )
-         Essere consapevole dei propri limiti e cercare di rimuovere le relative difficoltà
-         Esaltare al massimo le proprie qualità
-         Sviluppare una personale filosofia di lavoro, cercando, quando possibile, soluzioni originali e creative
-         Essere sensibile ed adattarsi al contesto presso il quale si opera
L'istruttore deve tenere presente che:
-         La funzione del gioco sport calcio non è di creare campioni in età precoce, ma di fornire a tutti la possibilità di giocare senza l'assillo di essere allontanato perché non bravo
-         L'età dei bambini che appartengono alla categoria piccoli amici è il periodo in cui si pongono i presupposti funzionali per un corretto apprendimento di tutte le azioni motorie specifiche. Lo sviluppo motorio di base costituisce il pre-requisito fondamentale di tutto lo sviluppo tecnico successivo
-         L'allenamento pone l'istruttore in " relazione sistemica " con l'allievo e il calcio e lo rende facilitatore di apprendimenti

Modalità di gioco categoria Piccoli Amici
 
L'attività ufficiale della categoria Piccoli Amici prevede che le gare vengano disputate secondo le seguenti modalità:
 
Piccoli Amici di età mista
3c3 o 4c4 o 5c5, alternati ad altri giochi/esercizi
 
Piccoli Amici 1°-2° anno         (nati nel 2003-2004)
2c2 o 3c3, alternati ad altri giochi/esercizi
 
Piccoli Amici 3°-4° anno (nati nel 2001-2002)
3c3 o 4c4 o 5c5, alternati ad altri giochi/esercizi
 
(pag. 1, Circolare n°2 Attività di Base del Settore Giovanile e Scolastico - FIGC, stagione sportiva 2009/2010)  
  
Categoria
Anno di nascita
Confronto - Partita
Tempi di gioco
Dimensioni campo (mt.)
Dimensioni porte (mt.)
Tipologia e dimensioni del pallone
Piccoli Amici
2001 – 2002
2003 - 2004
(5 anni compiuti)
Giochi di vario genere e minipartite
3:3 o 4:4 o 5:5
3x10'
(alternati ad attività di gioco)
25÷35x15÷20
Non codificate, di norma 4,50x1,60
3/4/5/6/8
gomma doppio o triplo strato

 
(Allegato n°2, Comunicato Ufficiale n°1 del Settore Giovanile e Scolastico - FIGC, stagione sportiva 2009/2010)

ESEMPI DI PROGRAMMAZIONE NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI

Una programmazione delle attività permette lo sviluppo corretto sia degli schemi motori di base del bambino, sia la loro declinazione in chiave tecnica. Riportiamo di seguito due esempi di programmazione riferiti ai Piccoli Amici tratti dalla Guida Tecnica per le Scuole di Calcio realizzata dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC.





OBIETTIVI GENERALI, SPECIFICI E CONTENUTI