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Addio Bearzot, resterai sempre un esempio per i più giovani

mercoledì 22 dicembre 2010

Addio Bearzot, resterai sempre un esempio per i più giovani

La scomparsa di Enzo Bearzot, il ct dell'Italia Campione del Mondo nel 1982, il "vecio" per gli amici e gli addetti ai lavori, lascia un grande vuoto tra chi lo ha conosciuto e amato, ma anche tra gli italiani. Un uomo di grandi valori e di sani principi, un uomo di carisma che ha sempre rispettato tutti.
Di Enzo Bearzot - ha dichiarato il presidente della FIGC Giancarlo Abete appena appresa la notizia - vogliamo sottolineare e ricordare innanzitutto le qualità umane e morali,il rigore della sua professionalità, uno stile di vita che resta un esempio per il calcio di tutto il mondo". "Comportamenti lineari e sempre coerenti, una dimensione umana vera, non condizionata dalla realtà, spesso complessa, del calcio, sono stati i tratti principali della sua personalità. In questo momento di grande dolore e commozione - ha detto ancora Abete - il ricordo di Enzo Bearzot non può essere collegato soltanto alla grande gioia collettiva che ci ha regalato nel 1982 guidando la Nazionale Italiana al terzo titolo Mondiale in Spagna; la sua testimonianza di grande tecnico rimane un insegnamento per tutti quelli che amano lo sport e il calcio: Bearzot ha saputo rappresentare e trasmettere i grandi valori dell'uomo e dello sport".

"La Federazione Italiana Giuoco Calcio - ha concluso Abete - ha avuto il privilegio di poterlo annoverare tra i suoi personaggi più illustri: anche in anni recenti, come presidente del Settore Tecnico di Coverciano, Bearzot non ha mai fatto mancare il contributo prezioso e intelligente della sua esperienza, delle sue idee, del suo esempio di vita, dentro e fuori i campi di calcio".

Il presidente del Settore Giovanile e Scolastico Gianni Rivera, invece, lo ha ricordato con queste parole:
"Chi è arrivato ai livelli dove è arrivato Bearzot, con grande modestia peraltro, è da ricordare con grande affetto. Abbiamo fatto un percorso prima da avversari sul campo poi, quando lui stava chiudendo, io iniziavo la mia carriera. Ha raggiunto il massimo dei risultati possibili. Quando c'ero io in nazionale, lui era allenatore in seconda, c'era rapporto indiretto ma sul piano personale sempre grande rapporto, era di quella categoria lì".