Diario dal progetto Non solo piedi Buoni - interview con Tommaso Muracchioli
lunedì 21 ottobre 2024
Mi chiamo Tommaso e gioco mezzala nell’under 17 del Don Bosco Fossone. Il primo ricordo che ho con il pallone fra i piedi è all’età di 3 anni. Il mio nonno mi portava nella strada sotto l’orto di casa sua, in un paesino dell’interno sopra Carrara, e mi faceva giocare a calcio con alcuni bambini che abitavano nelle case vicine. Non era un campo vero: giocavamo sul cemento, e i pali delle porte erano dei sacchetti o dei mattoni che i nonni ci aiutavano a sistemare. Giocare a calcio in strada è una passione che ho continuato a praticare anche negli anni successivi, ai tempi delle elementari, quando già avevo iniziato a giocare le partite ufficiali nei Pulcini del Don Bosco Fossone. Però il gioco libero è troppo bello, soprattutto da bambini. I genitori o i nonni ci guardavano, sì, ma da lontano, ai giardinetti dove si improvvisavano delle super-partite mollando gli zaini per terra non appena uscivamo da scuola. Nel gioco libero non ci sono schemi e non c’è paura di sbagliare. E’ lì che si imparano i fondamentali del calcio. Per questo è un peccato che oggi il gioco libero si pratichi così poco. Io sono stato fortunato, ad aver avuto la possibilità di giocare per strada, in piazza, nei parchi o sulla spiaggia per così tanto tempo, da bambino. E poi sono stato fortunato a trovare una società di calcio nella mia città come il Don Bosco Fossone: qui da noi un pochino lo spirito del gioco libero esiste ancora, anche da grandi. Certo, vogliamo vincere, c’è la tattica, bisogna stare concentrati. Però quando si sbaglia o si perde nessuno ti fa il processo. Siamo liberi di sbagliare e non rischiamo mai di perdere la serenità e la gioia del gioco. Di questa aria speciale che si respira a Fossone me ne sono reso conto quando due anni fa mi venne voglia (così, per sfizio) di cambiare squadra. Tempo pochi mesi e subito sentii la nostalgia di “casa”: mi mancava il gruppo squadra, ma mi mancavano soprattutto il divertimento e la leggerezza; con tanta cura ma senza nessuna paura e senza prendersi troppo sul serio. Così ho di nuovo cambiato idea e sono tornato nella mia squadra del cuore. L’allenatore dello scorso anno, appena sono tornato qui a Fossone, mi ha cambiato ruolo: da terzino a mezzala. Il mister si era accorto che negli uno contro uno ero troppo lento. Invece nel controllo di palla, nel passaggio filtrante e nei cambi di gioco me la cavo bene, e anche negli inserimenti a chiudere le azioni arrivando in area da dietro, sfruttando il buon tiro che mi ritrovo. Così è da più di un anno ormai che mi diverto tantissimo, nel ruolo che davvero sento mio, e anche con la possibilità di fare gol e di vivere l’emozione più bella che c’è nel nostro gioco preferito.
In questa stagione che sta per iniziare la nostra squadra è iscritta al campionato provinciale di Massa-Carrara della categoria under 17, con l’obiettivo di provare a vincerlo. Inoltre sempre in questa stagione la nostra squadra è stata scelta per partecipare al progetto Non Solo Piedi Buoni, che ha creato un gemellaggio fra noi del Fossone Allievi e i nonni del circolo pensionati di Marina di Carrara. Oggi pomeriggio insieme ai miei compagni Tommaso e Nicholas eravamo al primo appuntamento di questo incontro speciale fra carrarini di generazioni opposte. Prima di entrare nel circolo ero un pochino preoccupato. Sono timido di carattere, vedevo queste persone anziane giocare a carte con tanto accanimento, e ho pensato: “E ora come facciamo a fare amicizia?”. Ci siamo fatti forza e abbiamo chiesto a questi nonni, diversi dei quali non sapevano del nostro progetto, se volevano farci entrare in una bricola a 4, e da lì è stato bellissimo: ci siamo mescolati su tavoli diversi e abbiamo riso tutti insieme. Poi sono arrivati altri nonni, del gruppo di poesia del circolo, che invece sapevano del nostro arrivo e ci hanno accolto nella loro sala. Nel pomeriggio di oggi è stato protagonista Antonio, un professore di inglese in pensione che ci ha raccontato la sua infanzia a Marina di Carrara, facendoci vedere i giochi che si facevano prima dell’era dei videogames. Fionde, biglie, figurine, ma anche fughe di nascosto dentro cantieri abbandonati, e anche tante giornate d’estate trascorse ad aiutare il babbo barbiere nella sua bottega e a lavorare (sempre da ragazzino) in uno stabilimento balneare in estate. Mi ha colpito tanto l’inventiva e la creatività che Antonio e gli altri nonni avevano nell’escogitare tutti questi giochi con tanto di frasi in dialetto e regole personalizzate. E infine don Tommaso (il diacono della Figc che ha inventato questo progetto) e Antonio ci hanno invitato a salire sulla Panda prestataci per l’occasione dal nostro presidente del Fossone, Giorgio, per spostarci nel cuore di Marina di Carrara e farci insegnare da Antonio tutti i particolari e i luoghi della storia della sua infanzia che ci aveva appena raccontato: la fontanella dove la mamma andava a prendere l’acqua che in casa non avevano esiste ancora, nella via principale del centro abitato che si chiama Ruga Maggiani. Con un po’ di immaginazione io e i miei due compagni di squadra ci siamo immaginati la nostra città senza automobili, senza supermercati, con tanti negozi e con tanti bambini a giocare in strada. Io sono contento di vivere nel tempo di oggi, con tutte le tecnologie e le possibilità di conoscere e di muoverci a nostra disposizione che prima non c’erano. Però un po’ di quello spirito di avventura che ci ha trasmesso Antonio nei suoi ricordi da bambino vorrei che i bambini di oggi lo recuperassero: con le ginocchia più sbucciate, con qualche piccolo pericolo in più da correre fuori casa, ma anche con tanta voglia di vivere e di sentirsi a casa nella nostra Carrara.
by Tommaso Giani