Toscana

Non Solo Piedi Buoni: l'intervista a Leonardo Ercolini

giovedì 17 aprile 2025

Non Solo Piedi Buoni: l'intervista a Leonardo Ercolini

Mi chiamo Leonardo e sono un difensore centrale della squadra Allievi under 17 della Folgore Segromigno Piano.

Dopo una prima esperienza da calciatore nella squadra del mio paese, a 13 anni ho deciso di cambiare squadra pur di continuare a giocare.

Ho scelto il Segromigno perché era, dopo il Porcari, uno dei campi sportivi più vicini a casa mia. E’ stata una scelta azzeccata perché con la maglia giallorossa della Folgore la mia passione per il calcio è rinata.

Si è creato un bel gruppo-squadra con cui ho vissuto in questi tre anni tante belle avventure, nonostante qualche difficoltà.

E poi insieme al campionato siamo stati bravi nel portare avanti il progetto della Figc a cui la nostra squadra era stata invitata a inizio campionato: un’amicizia con il centro di accoglienza di Capannori per giovani immigrati appena arrivati in Italia dall’Africa e dall’Asia; ragazzi che noi giovani calciatori del Segromigno abbiamo conosciuto in una decina di incontri organizzati in questo periodo dagli educatori del centro di accoglienza. All’incontro di oggi ho partecipato anche io.

E’ stato un incontro speciale in cui abbiamo ascoltato dalla viva voce dei protagonisti una storia bellissima. Il merito di questa storia speciale è stato, paradossalmente, di una piccola situazione di emergenza. Infatti è capitato che in uno dei due centri di accoglienza di Capannori dove stiamo andando a fare gli incontri noi del Segromigno under 17 ci siano stati dei lavori di ristrutturazione più importanti del previsto; lavori che hanno costretto i ragazzi ospiti e i loro educatori a trovare per un mese una sistemazione alternativa. “Mi è venuta un’idea”, ci ha raccontato l’educatrice Valentina: “Perché non chiedere alle famiglie di Capannori e dintorni se volevano ospitare uno dei nostri ragazzi a casa loro?”. Quella di Valentina sembrava un’idea fuori dalla realtà, invece il volantino con questo strano invito fatto girare su whatsapp ha trovato ben quattro famiglie interessate ad accettare la sfida. “Due famiglie erano di Viareggio, troppo lontane dal nostro territorio dove i nostri ragazzi studiano o lavorano, altre due invece erano di Lucca e di Capannori, e così il sogno è diventato realtà, vero ragazzi?”. Tutti e 6, padroni di casa e ospiti speciali, mi sono sembrati felicissimi di questo esperimento di scambio culturale a chilometro zero. Una famiglia ha addirittura due bimbi di 3 e 7 anni, con i quali Sagar (il ragazzo bengalese del centro di accoglienza ospitato da babbo Andrea e mamma Veronica) si sta prodigando come uno zio adottivo apprezzatissimo. Mahirou, invece, l’altro ragazzo del centro di accoglienza ospitato in famiglia, è andato ad abitare in casa di una coppia più avanti con gli anni e con i figli già grandi e autonomi: “Io invece dei bambini ho in camera cani e gatti”, ci ha raccontato sorridendo Mahirou: “E poi soprattutto c’è la compagnia di babbo Giovanni e mamma Roberta. La loro accoglienza di queste settimane è la mia esperienza più bella da quando sono arrivato in Italia”. Valentina e la sua squadra di educatori sono così felici di questo esperimento che stanno pensando di riproporlo anche il prossimo anno per altri ragazzi del centro di accoglienza e per altre famiglie lucchesi. Sarebbe bello se qualche famiglia di noi ragazzi del Segromigno classe 2008 il prossimo anno si facesse avanti per provare questa esperienza di ospitalità. Una esperienza che sembra un po’ una follia (dare le chiavi di casa tua a un ragazzo proveniente dall’altra parte del mondo in effetti non è uno scherzo): una esperienza che però, come abbiamo imparato dai racconti ascoltati oggi, regala gioia di vivere sia a chi è accolto sia a chi accoglie, perché quando i confini del nostro voler bene si allargano ci guadagniamo tutti.

A cura di Tommaso Giani