Progetto Rete/Refugee Team, la giornata finale in Sardegna
La giornata ha visto la gara tra i centri di accoglienza di Bonorva e Villasor seguite dai tecnici Giovanni Sanna e Andrea Coianavenerdì 21 giugno 2024
Si è svolta ieri a Villasor la giornata finale regionale del progetto Rete/Refugee Teams, nell’ambito delle attività di responsabilità sociale in cui la FIGC è impegnata per favorire l’inclusione attraverso lo sport.
Un percorso di impatto nazionale, che trova in Rete, il riferimento delle diverse progettualità della stagione 2023-2024.
La giornata ha visto la gara tra le formazioni dei centri di accoglienza di Bonorva e Villasor seguiti dai tecnici Giovanni Sanna e Andrea Coiana, con la vittoria del Centro di Bonorva che rappresenterà la Sardegna alla fase successiva in autunno.
Per l’SGS Sardegna erano presenti Fabrizio d’Elia, Coordinatore Federale SGS Sardegna, Gianna Manca, responsabile Area Psicologi SGS Sardegna, Vincenzo Fadda, RTR Responsabile tecnico regionale e la ROR (Responsabile Organizzativo Regionale) Eleonora Carrus e il medico Francesco Cabras.
Il progetto è stato lanciato nel 2015 in collaborazione con il Ministero dell’Interno e l’ANCI, e rivolto ai ragazzi accolti nei progetti SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione), nelle strutture di accoglienza, nelle Comunità di Alloggio e nelle Case Famiglia presenti in tutto il territorio nazionale.
La Federazione si muove da anni in iniziative sociali: i progetti Refugee Teams, Freed by Football e Zona Luce, destinati a giovani in condizioni di disagio e marginalità, hanno l’obiettivo di coinvolgerli in attività di carattere tecnico e formativo utilizzando il calcio quale strumento per promuovere i processi di integrazione.
Obiettivi del progetto sono vari: favorire l’inclusione attraverso il calcio; promuovere comportamenti eticamente corretti attraverso l’educazione ai valori utilizzando l’attività sportiva come modello per la società civile; migliorare la comprensione dell'importanza dell'attività fisica e del suo impatto positivo sulla salute e sullo sviluppo sociale; creare un modello di integrazione attraverso la partecipazione di giovani italiani e stranieri in squadre miste.
3.000 ragazzi minori sono stati coinvolti in 5 anni di attività:
2015: 237 ragazzi e 24 Sprar
2016: 280 ragazzi e 25 Sprar
2017: 397 ragazzi e 30 Sprar
2018: 508 ragazzi e 39 Sprar
2019: 560 ragazzi e 49 Sprar
2020: 580 ragazzi e 54 Sprar
Il programma, coordinato dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, si muove verso lo sviluppo di attività sportive di base presso le strutture dei diversi progetti SPRAR/SIPROIMI. Il calcio come “strumento educativo, formativo e di integrazione attraverso l’organizzazione di attività sportiva”, con un torneo finale di squadre composte sia da giovani italiani che stranieri richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale accolti nei progetti SPRAR. Si creano così squadre miste attivando anche una sinergia, laddove possibile, con le società sportive dilettantistiche dei territori coinvolti, che hanno messo a disposizione i propri impianti per lo svolgimento dell’attività regionale. Il risultato è stato anche il Tesseramento di diversi dei giovani stranieri coinvolti nel Progetto presso le società sportive del territorio