Under 13 Futsal Elite: riunione tecnica al "PalaFive" di Putignano
21 novembre 2024
mercoledì 14 aprile 2021
Nell'ambito del Programma di Informazione delle Scuole Calcio Élite, delle Scuole Calcio e dei Centri Calcistici di base, si è tenuto oggi pomeriggio, mercoledì 14 aprile 2021, il web-meeting riservato ai tecnici e organizzato dall'Area di Sviluppo territoriale di Brindisi dal titolo: "Metodologia allenamento. Concetto di movimento e comportamento motorio nei giovani calciatori".
Ad aprire i lavori il Responsabile Organizzativo CFT Ceglie Messapica e AST Brindisi Gianluigi Ancona il quale dopo aver salutato e ringraziato i partecipanti ha presentato i relatori e introdotto il tema dell'incontro dando subito la parola al Responsabile Tecnico Gianluca Ciraci che ha dichiarato: "E' un argomento fondamentale soprattutto per chiarire alcuni concetti, idee e dare degli input su conoscenze già acquisite per ricordarle e per confrontarci".
Successivamente il Prof. Antonio Giunto apre la sua relazione con la visualizzazione di alcune slide attraverso le quali ha spiegato con un taglio tecnico-scientifico i seguenti argomenti: il movimento, la differenza fra movimento e gesto atletico, come nasce un gesto atletico, l'apprendimento motorio e il comportamento motorio 8-13 anni.
"Da una statistica - evidenzia il Prof. Giunto - il 89% dei bambini e l'85% adolescenti e il 95% degli adulti non svolge attività fisica adeguata. Solo il 32% pratica un'attività sportiva due volte a settimana".
"Si passa molto tempo davanti alla tv e al computer e consultiamo circa 80 volte al giorno il cellulare e ciò crea dei danni al livello sociale, cervicale, all'acuità visiva e la qualità del sonno".
Il Prof. Giunto definisce il movimento come "una delle proprietà biologiche dell'uomo. Grazie ad esso l'individuo può spostarsi in varie direzioni, su piani diversi a velocità differenti, sia su una superficie terrena sia liquida. Più ci si allena e più l'atleta sarà capace di migliorare le sue prestazioni sportive. Ci sono tre tipi di movimento: riflesso, volontario e automatico".
"Il gesto atletico è un atto motorio raffinato, perfezionato dell'esercizio in grado di rispondere in maniera eccellente all'esigenze tecniche di un'azione sportiva".
"L'apprendimento, secondo Hegel, è la modificazione del comportamento relativamente durevole, risultante da esperienze vissute. L'apprendimento motorio è definito come l'acquisizione, consolidamento, perfezionamento delle attività motorie. L'apprendimento può essere per condizionamento, per tentativi, per imitazione, per intuizione. La migliore metodologia è l'apprendimento per intuizione perchè se il bambino riesce a trovare la soluzione in qualcosa riesce a portarla nella memoria a lungo termine".
"Dobbiamo emozionare i nostri ragazzi. Tutti le cose che vengono fatte con emozione vengono ricordate nel tempo, non vengono cancellate. Se aggiungiamo l'emozione all'interesse e alla motivazione è il massimo per una proposta operativa come metodologia di insegnamento".
Successivamente interviene la Psicologa Dott.ssa Lucia Semeraro la quale spiega l'area cognitiva e l'area socio-affettiva del bambino dagli 8 ai 10 anni: "Parliamo dello stadio dell'intelligenza logico-concreta in cui il pensiero è legato alle cose concrete ma riesce ad andare oltre alla semplice percezione, perchè diventa sempre più logico. Per cose concrete intendiamo secondo Piaget tutti quei processi mentali eseguiti su contenuti materiali e percettibili. Sviluppando il suo pensiero operatorio (logico-concreto) il bambino riesce ad eseguire una serie di operazioni logiche come la capacità rappresentare e di ripercorrere mentalmente le azioni confrontandole con lo stato finale di un evento, operazioni matematiche, di reversibilità cioè la capacità di ripercorrere l'azione tornando all'evento iniziale. Non è in grado di ragionare su ipotesi (ragionamento astratto). Viene comunque raggiunta una maturità biologica sufficiente per iniziare ad operare attraverso le regole. Si va verso la socializzazione cooperative: il bambino entra in rapporto con i coetanei e con l'ambiente attraverso il fare: più sa fare, più è accettato dal gruppo. Si adatta meglio alle regole sociali per raggiungere obiettivi comuni - continua la Psicologa Semeraro - Già dai 4 ai 6 anni ha già iniziato la sua socializzazione perchè ha iniziato a frequentare la scuola che in questo periodo gioca un ruolo cruciale. Il bambino affronta il passaggio dall'ambiente familiare a quello dei coetanei e sviluppa una modalità di pensiero induttiva nel senso che riesce ad immaginare l'azione prima di seguirla e prevedere gli effetti. Scopre anche il piacere intellettuale dell'essere produttivo e acquisice nuove conoscenze. Anche i genitori hanno un ruolo fondamentale, hanno il compito di incoraggiare i propri figli nell'effettuare nuove esperienze e rinforzarlo con gratificazione. In questo modo il bambino maturerà il senso di fiducia in se stesso e nelle proprie competenze".
Il Prof. Antonio Giunto riprende la sua presentazione affermando che "Per fare gli allenatori non bisogna essere necessariamente dei bravi giocatori, non bisogna conoscere bene la tecnica perchè essa è fine a se stessa. Noi siamo dei mediatori di conoscenza. Noi dobbiamo sapere come si comporta il bambino in questa fascia età e dobbiamo mirare la nostra proposta operativa".
La Psicologa Dott.ssa Simona Crescenzo interviene chiarendo l'aspetto metodologico del bambino nella fascia d'età compresa tra gli 8 e i 10 anni: "Per aspetto metodologico dobbiamo riferirci al tipo di pensiero. Prima si parlava di pensiero concreto perchè il suo apprendimento è legato soprattutto all'esperienza tangibile. Quindi io sperimento, ottengo una gratificazione e posso apprendere un'abilità motoria. E' importante cercare di stimolare il bambino da un punto di vista di ragionamento induttivo e deduttivo. Induttivo significa partire dal particolare per poter poi arrivare al generale: il bambino deve imparare a risolvere delle problematiche mettendo in pratica tutte le abilità motorie apprese e alla fine fa anche la scoperta (apprendimento per intuizione). Da un punto deduttivo significa che ci deve essere una flessibilità tra un insegnamento di aspetti generali e più specifici. Quindi una volta che il bambino ha appreso tutte le abilità poi deve essere in grado di integrarlo e di generalizzare ovvero di fronte ad ogni situazione il bambino sarà in grado di individuale quelle che sono le abilità necessarie per affrontare il compito cognitivo. L'aspetto emozionale è importante perchè il bambino in questa fascia d'età si trova ad affrontare un conflitto, cerca di imparare a saper fare qualcosa per sentirsi poi parte del suo gruppo. Al contrario se ha delle difficoltà ad imparare rischia di non sviluppare il suo senso di autoefficacia e quindi il bambino potrebbe perdere l'interesse nell'attività sportiva. Invece cercando di stimolare emozioni positive, lavorando sull'apprendimento degli schemi ma anche su momenti di socializzazione e divertimento è facile che il bambino possa sviluppare un interesse che sarà alla base anche della sua persistenza nell'apprendimento dell'abilità".
"Quando si arriva nella fascia di età dagli 11 ai 13 anni - prosegue la Dott.ssa Crescenzo - il ragionamento diventa logico-astratto: il ragazzo avendo acquisito tutto il suo bagaglio di esperienze motorie ed emotivo è in grado di integrare per poter scegliere quale è l'azione necessaria per raggiungere il suo scopo. Il ragazzo deve essere stimolato alla scoperta delle strategie con il sostegno dell'allenatore per arrivare autonomamente a scegliere gli aspetti più importanti durante l'allenamento e la partita. Per quanto riguarda l'area socio-affettiva il ragazzo sta entrando nell'adolescenza e deve separarsi dal sistema famiglia e crearsi la sua identità fatta dai suoi bisogni, valori e obiettivi. In questo momento la sua identità è data dal suo gruppo squadra nel quale viene stimolata la collaborazione".
"L'aspetto ideomotorio - conclude la Psicologa Crescenzo - è uno dei presupposti della preparazione mentale degli atleti perchè potenzia l'apprendimento del gesto tecnico cercando di rafforzare la sua rappresentazione. Da un punto di vista emotivo e motivazionale bisogna cercare di stimolare i ragazzi variando gli obiettivi di squadra e individuali per continuare la pratica sportiva".
In chiusura dell'incontro il Responsabile Tecnico Regionale Prof. Italo Sannicandro ha salutato e invitato i partecipanti, vista la complessità degli argomenti affrontati, a far pervenire alcuni temi da approfondire in un ulteriore incontro".