I valori del calcio ed i settori giovanili, la ricetta del mister dell'Fc Südtirol Pierpaolo Bisoli
giovedì 11 maggio 2023
Piove a dirotto su Maso Ronco, da lunghe ore, come testimoniato da larghe e profonde pozzanghere ai margini del campo. Ma lui, Pierpaolo Bisoli, 57 anni da Porretta Terme, segno zodiacale Scorpione, su quel campo è già in movimento con il suo staff da almeno mezz’ora.
Il gruppo della prima squadra dell’Fc Südtirol entra puntualmente sul sintetico dell’Fcs Center, lo splendido centro tecnico dei biancorossi, immerso nel fitto di un bosco rigoglioso, verdissimo spartiacque tra la Strada del Vino e la Valle dell’Adige.
Siamo a pochi chilometri da Bolzano, città poliedrica e multiculturale di una terra di confine che rappresenta un’ideale e privilegiata porta di accesso all’Europa di Mezzo. E che, a livello sportivo, sta vivendo un periodo di costante effervescenza.
Dopo aver palpitato e sofferto sulle prodezze della sua squadra di hockey, i Foxes Bolzano – battuti a fine aprile solamente alla settima e decisiva partita della finalissima contro Salisburgo, nella Lega austriaca che oltre alle proprie squadre ne raccoglie anche di italiane, slovene ed ungheresi – la città ha travasato il proprio affetto ed il proprio supporto completamente nel calcio, a sostegno dell’Fc Südtirol.
Da quando Pierpaolo Bisoli è arrivato lo scorso 29 agosto a Maso Ronco, la squadra neopromossa dalla serie C ha subito inanellato una prestigiosa ed inattesa serie formata da 12 risultati utili consecutivi. Sollevandosi dall’ultimo posto in classifica ed arrivando ad occupare in pianta stabile un posto al sole nel pacchetto di squadre che giocheranno i playoff.
Sotto i pesanti scrosci di pioggia di un mercoledì di stampo autunnale, i biancorossi stanno comunque sudando a causa dell’intensità dell’allenamento. Nel loro percorso di preparazione al match casalingo contro il Cittadella in programma sabato prossimo. Il mister sta testando le strategie difensive. Si sgola e si sbraccia perché i ragazzi assimilino gli ordini impartiti.
In tribuna, un centinaio abbondanti, i tecnici altoatesini che hanno risposto all’invito dell’Aiac a partecipare alla giornata di lavoro dell’Fc Südtirol stanno seguendo con attenzione le dinamiche con le quali il loro esimio collega sta dirigendo la squadra. Sul posto sopraggiungono anche gli operatori delle emittenti televisive locali.
Dopo quasi due ore di attività sull’erba sintetica dell’Fcs Center, i giocatori rientrano nel tepore del loro spogliatoio. Non prima di essersi sottoposti al gioioso rito degli autografi e dei “selfie” impostogli dai numerosi ospiti. I playoff sono oramai una splendida realtà. E la febbre del tifo intorno alla squadra sta crescendo in modo esponenziale.
Prima di chiudere la propria giornata di lavoro, mister Bisoli ha un ultimo dovere da espletare. L’incontro formativo con i tecnici. Già accolti nel comfort della sala stampa ed in attesa della sua apparizione. I referenti dell’Aiac hanno dovuto sopperire alla fortissima ed inattesa richiesta di partecipazione all’evento. Trovando però premure e disponibilità dal padrone di casa: l’Fc Südtirol.
Pierpaolo Bisoli appare all’improvviso, come la piena di un fiume. Non fatichiamo a credere che quest’uomo, ovunque sia andato nella sua carriera nel calcio, abbia lasciato a suo ricordo genuinità, onestà intellettuale, disponibilità ed una energia caratteriale difficili da eguagliare.
“Buonasera a tutti, signori. Non mi piace stare in cattedra. Se a qualcuno fa piacere prendere il mio posto, mi accomodo volentieri in mezzo a voi…”. L’esordio è scoppiettante. Alla Bisoli, verrebbe da dire.
Non attende nemmeno che dalla folta platea gli giungano le domande. Che il mister di Porretta Terme attacca a raccontare. In un silenzio quasi sacrale che sa di curiosità ed attenzione insieme.
“Oggi avete visto una parte del lavoro che stiamo eseguendo in vista della partita col Cittadella. Loro sono bravi, veloci a pungerti in fase offensiva. Ma abbiamo predisposto le contromisure. Ed ora attendiamo il momento di affrontarli sul nostro campo”.
Per i tecnici altoatesini, soprattutto quelli di numerosi settori giovanili, le parole che riempiono le riflessioni ed i pensieri del mister biancorosso sono un prezioso compendio di come si potrebbe intendere il difficile mestiere dell’allenatore.
“Ma non ho segreti da svelare. Perché ognuno di voi deve personalizzare il proprio lavoro. Dandogli la qualità e la preparazione che sentite di possedere dentro di voi. Perché il giocatore non lo puoi ingannare. E capirà subito se tattiche ed esercizi saranno frutto di una vostra peculiare conoscenza personale oppure il semplice ‘copia ed incolla’ scaricato da qualche sito specializzato”.
A domanda esplicita, sulla delicata interazione che esiste nel triangolo il cui perimetro unisce il giovane calciatore, il suo allenatore ed i genitori del ragazzo, Bisoli non ha esitazioni: “La famiglia del giovane calciatore, specialmente quando è presente agli allenamenti o alla partita, può creare delle interferenze al lavoro dei tecnici. Un annoso problema che gli allenatori e le società conoscono fin troppo bene”.
Personalmente Bisoli di calciatori ne ha incontrati a migliaia. Prima da calciatore, in seguito da allenatore. 300 partite in serie A da mediano, 500 panchine da tecnico. Numeri senza dubbio importanti. Ogni suo racconto, di conseguenza, trasuda un’impressionante abbondanza di esperienze, anche di nature diverse.
“Quando persegui le tue idee, appare inevitabile che solo la maggioranza del gruppo che hai a disposizione accetterà senza condizioni i termini del tuo lavoro. Qualche ‘morto’ lo si lascia lungo il percorso. Mi viene in mente Giovanni Crociata. Che è tornato all’Empoli prima del tempo perché gli avevo spiegato - ed aveva capito - che col mio sistema di gioco il campo lo avrebbe visto poco”.
L’argomento playoff non viene minimamente toccato. Anche la platea tiene ai margini un discorso che, per pura scaramanzia, potrebbe diventare “ingombrante”.
“Dico solo che anche le altre squadre faranno fatica, non solamente noi…”. E dopo aver aperto e chiuso l’argomento in un batter d’occhio Bisoli si rilassa rivelando una serie di aneddoti raccolti lungo la strada della sua stimata carriera.
Tipo: “Quando militavo a Brescia ed a Cagliari, vedere Baggio, O’Neill o Francescoli che partivano in progressione con la palla al piede era uno spettacolo per tutti. Ma quando quella palla la perdevano, alle loro spalle c’era sempre il sottoscritto ad andare a recuperarla. E per gli avversari erano dolori!”
Un’ora e mezza. Tanto è durato questo piacevole incontro con il tecnico dell’Fc Südtirol. Generoso anche nel far percepire al prossimo la sua particolare devozione che nutre per questo gioco.
“Spero di avervi trasmesso un po’ del mio amore per il calcio…”.
Questo è poco, ma sicuro. In bocca al lupo, mister...