Calcio Femminile

La Nazionale Femminile riceve il Premio sportivo “Invictus”

La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera. Bertolini: “Le Azzurre con il loro spirito hanno fatto innamorare il Paese”

martedì 22 ottobre 2019

La Nazionale Femminile riceve il Premio sportivo “Invictus”

La Nazionale Femminile ha ricevuto il premio “Invictus” dall’Associazione della Stampa Estera in Italia. Il riconoscimento, dedicato alle eccellenze che attraverso il loro impegno sportivo si sono distinte anche in ambito sociale, è stato consegnato dalla presidente dell’associazione Trisha Thomas alla Ct Milena Bertolini e all’attaccante Barbara Bonansea, inviata come rappresentante di tutto il gruppo delle Azzurre.


“Il calcio in Italia fino a poco tempo fa era considerato uno sport prettamente maschile - queste le prime parole della Ct Bertolini - sembrava una mentalità difficile da contrastare, ma grazie a uno splendido Mondiale e a un grande spirito di gruppo le ragazze hanno dato una picconata molto forte a questo pregiudizio. Anche i media hanno fatto un grande lavoro facendo conoscere a tutto il Paese il lavoro, il sacrificio e lo spirito della Nazionale italiana. Prima di quest’estate non era così, le Azzurre se lo sono guadagnato e hanno dato un’immagine bellissima del nostro sport che andrà a incidere sulle bambine che danno i primi calci al pallone”.

La Ct ha poi ripercorso gli inizi della sua passione per il calcio, soffermandosi sulle difficoltà incontrate prima di trovare una squadra femminile in cui giocare e indicando la strada per continuare a far crescere il movimento femminile in Italia: “Sarà fondamentale lavorare nelle scuole, che sono degli spazi protetti dove le più giovani possono crescere senza essere ‘schiacciate’ dai pregiudizi delle persone. Serve, come sta accadendo, una sinergia tra la FIGC, i club e le stesse ragazze. Perché vi posso confermare che alle bambine piace giocare a calcio. La loro passione va assecondata e alimentata”. In chiusura di intervento, Milena Bertolini ha svelato qual è stato il momento più emozionante del Mondiale: “Ho ancora i brividi quando penso al gol di Barbara (Bonansea, ndr) nei minuti di recupero della prima partita contro l’Australia. Dalla panchina le gridavo alle ragazze ‘tenete il pallone’ perché il pareggio era un risultato che ci poteva far comodo. Ma per fortuna non mi hanno ascoltato! È stato il gol che ha indirizzato il Mondiale e, più in generale, il calcio femminile in Italia. Da quel momento la gente ha iniziato a seguirci con molto più interesse”.

Anche Barbara Bonansea ha iniziato il suo discorso partendo dagli inizi della sua carriera: “Giocavo con i maschi e subivo il pregiudizio dalle persone che stavano fuori dal campo, dentro il rettangolo di gioco conta solo se sei forte, io per fortuna lo ero. Ma questa è stata la strada di tante compagne di Nazionale: abbiamo subito questa piccola forma di violenza psicologica che però ci ha rese più forti. E ora ci possiamo godere il nostro calcio, quello del tifo a favore e non contro, dove non c’è odio ma solo famiglie e bambini”.

Il Mondiale di Bonansea, quello dei gol decisivi e della Makarena ballata insieme a compagne e tifosi, è iniziato mesi prima all’Alliance Stadium di Torino: “Quando a fine campionato con la Fiorentina ho visto 40mila persone sugli spalti non ci potevo credere. Prima della partita ho pianto per l’emozione dicendo alle mie compagne ‘abbiamo fatto un casino, questo è il nostro punto di partenza e non si torna più indietro’. ”.