La Macomerese premiata a Coverciano con il Grassroots Award per il 'miglior progetto su calcio e disabilità'
Venerdì 14 giugno il club DCPS sardo ha ricevuto il riconoscimento assegnato dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGCmartedì 18 giugno 2024
"Per noi è un bellissimo riconoscimento e una grande soddisfazione: per una piccola realtà come la nostra, arrivare a Coverciano per un'occasione così prestigiosa non era certo scontato": parole Paolo Maioli, uno degli artefici principali del 'progetto' Macomerese, il club sardo iscritto alla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale che venerdì scorso è stato insignito del Grassroots Award (i premi assegnati annualmente dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC) sul 'miglior progetto su calcio e disabilità'.
Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta nell'auditorium del Centro Tecnico Federale, ha partecipato, oltre a Maioli, anche l'allenatore della squadra, Roberto Grasso, che sul palco ha detto: "Lavorare con questi ragazzi mi ha reso un uomo migliore". "L'arrivo di un tecnico qualificato come Roberto - ha sottolineato Maioli - ha portato, per la stagione 23/24, una ventata di novità che ha fatto bene a tutti. Noi siamo attivi ormai da dieci anni e siamo diventati una realtà consolidata nel nostro territorio: la 'novità' di quest'anno è stata che siamo arrivati a un passo dalla Finale nazionale di Tirrenia. Abbiamo perso il playoff solo ai rigori. Non sono certo i risultati il nostro primo obiettivo, ma non c'è dubbio che i nostri calciatori siano cresciuti anche a livello tecnico. Ci riproveremo nel 2025".
Tornando al premio appena ricevuto, bisogna ricordare su cosa si fonda il progetto della Macomerese: è un esempio virtuoso, e per certi versi unico, che unisce l'assistenza sociale alle persone con disabilità e l'istituzione scolastica. Alla base di tutto c'è infatti la collaborazione tra il club DCPS e il liceo scientifico Galileo Galilei di Macomer, da cui provengono gli atleti tesserati.
Paolo Maioli è, appunto, un docente del 'Galilei': "Stiamo cercando di crescere ancora - ha aggiunto - allargando gli orizzonti anche a persone che non hanno disabilità cognitivo-relazionali, ma altri tipi di problemi. Stiamo accogliendo rifugiati politici, per esempio. Ed è con noi anche una ragazza che deve fare i conti con una fastidiosa forma di diabete. Oltre all'importantissimo impegno con la DCPS - che tra l'altro ci ha dato quest'anno la soddisfazione di alzare la Special Cup disputata a Cagliari - facciamo il cosiddetto calcio integrato. I ragazzi in campo si confrontano, competono e si divertono, e i loro genitori sono contenti".
La bontà del progetto è testimoniata anche da Gian Piero Pinna, referente DCPS per la Sardegna e figura storica del calcio locale isolano: "Tutto nasce - ci ha raccontato - dalla brillante intuizione di mettere insieme il calcio praticato dalle persone con disabilità e il mondo della scuola. In Sardegna, tra l'altro, DCPS e SGS della FIGC collaborano in modo molto efficiente e puntuale. Nella stagione appena conclusa abbiamo giocato le partite della Competizione nazionale 'Il Calcio è di Tutti' in vari campi sportivi: quando siamo stati a Macomer, sulle tribune, c'erano circa 800 studenti. È stato davvero un bel successo".