Ricorrenze

In ricordo di Artemio Franchi: centodue anni fa nasceva uno dei più grandi dirigenti sportivi italiani

È stato numero uno della FIGC e della UEFA; sotto la sua presidenza gli Azzurri hanno vinto gli Europei del 1968. Al Museo di Coverciano numerosi cimeli ricordano la sua straordinaria carriera dirigenziale

lunedì 8 gennaio 2024

In ricordo di Artemio Franchi: centodue anni fa nasceva uno dei più grandi dirigenti sportivi italiani

Centodue anni fa, l’8 gennaio 1922, nasceva a Firenze quello che, da molti, viene ritenuto il più grande dirigente sportivo italiano di tutti i tempi: Artemio Franchi.

Presidente della FIGC (dal 1967 al 1976 e dal 1978 al 1980), Franchi è stato inoltre – solo per citare gli incarichi internazionali più rilevanti – presidente della UEFA, vice presidente della FIFA, presidente della commissione arbitri, sia dell’UEFA che della FIFA, e ha fatto ripetutamente parte del comitato organizzativo della Coppa del Mondo, partecipando complessivamente a sei edizioni del Mondiale.

Diventato presidente federale in uno dei momenti più bassi della storia del calcio italiano, all’indomani dell’eliminazione dalla Coppa del Mondo del 1966 per opera della Corea del Nord e appena dopo che erano state prese alcune decisioni epocali (anche sotto il suo impulso, come il blocco dell'acquisto di giocatori stranieri), è riuscito in poco tempo a risollevare le sorti azzurre: sotto la sua presidenza l’Italia si è laureata campione d’Europa nel 1968 ed è arrivata in finale mondiale due anni più tardi, nel 1970.

Morirà in un incidente stradale, il 12 agosto 1983, un anno dopo il Mondiale della terza stella italiana, quello di Spagna ’82, che ha vissuto da vice presidente della FIFA in carica. La camera ardente verrà allestita nell’aula magna di Coverciano, nel simbolo di quello che è stato il luogo a lui più caro e il simbolo della sua opera riformatrice. 

I cimeli e la moneta. Nella collezione del Museo del Calcio di Coverciano sono presenti alcuni cimeli che ricordano la sua straordinaria carriera dirigenziale. Tra questi anche una moneta da cinque franchi svizzeri, donata dal figlio Francesco, oggi uno dei componenti del Comitato Direttivo del Museo. Si tratta della celeberrima ‘monetina’ utilizzata dal direttore di gara, il tedesco Kurt Tschenscher, per stabilire la nazionale vincitrice della semifinale degli Europei del 1968 tra Italia e Unione Sovietica. All’epoca, infatti, non erano previsti i calci di rigore in caso di parità al termine dei supplementari e si dovette procedere al sorteggio per stabilire la squadra finalista. Il lancio in aria premiò gli Azzurri e oggi proprio quella moneta è ammirabile nel percorso espositivo del Museo del Calcio di Coverciano, accanto alla maglia dell’allora capitano azzurro, Giacinto Facchetti.