Cabrini nella Hall of Fame del calcio italiano. “Felice per questo riconoscimento”
L’ex terzino azzurro è il settimo Campione del Mondo dell’82 ad entrare a far parte della Hall of Fame nella categoria ‘Veterano Italiano’: “La Nazionale del Mundial e quella di Mancini hanno in comune un gruppo unito, all’Europeo mi è piaciuta l’esuberanza di Spinazzola”lunedì 7 febbraio 2022
Non sarà facile far spazio in bacheca ad un nuovo premio per Antonio Cabrini, membro da giovedì scorso dell’esclusivo club della Hall of Fame del calcio italiano. Per uno che con la maglia della Nazionale e della Juventus ha vinto più o meno tutto quello che c’è da vincere (una Coppa del Mondo, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Uefa, una Supercoppa Uefa, una Coppa delle Coppe, sei Scudetti e due Coppe Italia), poter leggere il proprio nome nella categoria ‘Veterano Italiano ‘della Hall of Fame rappresenta la consacrazione di una carriera costellata di successi, una lunga e trionfale maratona calcistica che dalle giovanili della Cremonese lo ha portato sul tetto del mondo: “Mi fa molto piacere ricevere questo riconoscimento – dichiara l’ex terzino azzurro – è una bella soddisfazione, vuol dire che ci si ricorda delle vecchie glorie”.
Oltre a Cabrini sono entrati quest’anno a far parte della Hall of Fame Alessandro Nesta (Calciatore Italiano), Karl-Heinz Rummenigge (Calciatore Straniero), Antonio Conte (Allenatore), Gianluca Rocchi (Arbitro Italiano), Barbara Bonansea (Calciatrice Italiana), Giovanni Sartori (Dirigente Italiano), Simon Kjær - che si è aggiudicato il premio intitolato a Davide Astori - Luigi Simoni, Armando Picchi, Romano Fogli, Fino Fini e Vujadin Boskov, a cui sono stati assegnati i Premi alla Memoria.
Tre Mondiali vissuti da protagonista, con 9 reti in 73 presenze Cabrini è il difensore più prolifico della storia della Nazionale. E’ il settimo tra i Campioni del Mondo del 1982 a entrare nella Hall of Fame, aggiungendosi ad una lunga lista che comprende Dino Zoff, Marco Tardelli, Paolo Rossi, Bruno Conti, Giancarlo Antognoni e Gabriele Oriali: “Con i compagni dell’82 ci sentiamo quotidianamente. Cosa aveva in comune quella Nazionale con l’Italia di Mancini? Sicuramente un gruppo unito, che è alla base di ogni grande successo e che diventa fondamentale nei momenti decisivi di un Mondiale o di un Europeo”. E come si sarebbe trovato il ‘Bell’Antonio’ in questa Nazionale? “Avrei giocato sempre. Se vedo miei eredi? Ma, diciamo che rispetto ai miei tempi il calcio è cambiato molto, gli ultimi baluardi nel mio ruolo sono stati Maldini e Roberto Carlos. All’Europeo ho apprezzato Spinazzola, mi è piaciuta la sua esuberanza, l’intraprendenza che ha mostrato”.
Con Cabrini è entrata a far parte della Hall of Fame anche una calciatrice che ha allenato, Barbara Bonansea. Alla guida della Nazionale Femminile dal 2012 al 2017, l’ex Ct non è stupito dalla crescita esponenziale del movimento in rosa: “La Federazione è stata la prima a dare alle ragazze una metodologia di lavoro da professioniste, poi l’affiliazione ai club maschili ha fatto fare il salto di qualità”.