CFT, chiusa la fase interregionale: dal 26 al 28 maggio a Coverciano il Torneo del Calciatore. Redolfi: “Valorizziamo il talento”
Si terrà fra un mese la fase finale del programma dei Centri Federali Territoriali per gli Under 13. Il responsabile Bruno Redolfi: "Visionati circa 1.000 giovani talenti, un grande lavoro di scouting per il futuro"giovedì 27 aprile 2023
Il programma di sviluppo territoriale promosso dai Centri Federali Territoriali (CFT) è arrivato alla fase conclusiva della stagione. Dopo una lunga opera di scouting e selezione all’interno dei territori - che ha coinvolto oltre 500 collaboratori raggruppati in 80 staff - con l’obiettivo di valorizzare il talento dei calciatori nell’ambito dell’attività giovanile, dal 26 al 28 maggio si terrà la fase finale del programma dei CFT: a Coverciano saranno in 75, sui 952 calciatori visionati nella totalità, a partecipare al “Torneo del Calciatore – Evolution Programme”.
Redolfi. Riferito all’attività Under 13, il lavoro all’interno dei CFT rappresenta un percorso di apprendimento verso il calcio “dei grandi”. Fra i 67 ragazzi che hanno partecipato alla scorsa edizione della fase finale del Torneo dei CFT, infatti, ben 42 si sono trasferiti nell’ultimo anno in squadre professionistiche, con 11 di questi che hanno partecipato ai raduni della Nazionale Under 15. “Il nostro obiettivo è monitorare il talento e provare a valorizzare il lavoro delle società sui territori – commenta Bruno Redolfi Responsabile Tecnico Nazionale dell’Area CFT/AST e Area Scouting -. Quando si parla di Under 13, oltre al criterio della pura ed esclusiva qualità tecnica dei calciatori, cerchiamo di supportare, coinvolgere e valorizzare quanto di buono svolgono i club durante l’anno. Andando al di là degli aspetti qualitativi, abbiamo come obiettivo l’inclusione e la socialità. Chiaramente, più si avvicina il termine della stagione, più si fa blocco sulla qualità, per impostare il lavoro dell’Under 14 che sarà”.
La metodologia. Con un passato all'interno di club professionistici come Parma, Ascoli e Perugia, con esperienze in prima squadra e nei settori giovanili, dal 2016 Redolfi si occupa dei programmi di sviluppo del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC. Nel corso degli anni è stata ideata e messa a punto una metodologia uniforme “adattata al contesto di lavoro – prosegue lo stesso Redolfi -, modellata su ragazzi che vivono ancora un percorso dilettantistico, cercando di avvicinarli al salto al professionismo. Questo strumento ci permette di valutare il percorso e far sì che tutti i nostri collaboratori possano seguire la stessa linea. Cerchiamo, per quanto possibile, di oggettivare la fase di scouting, senza però togliere la soggettività dell’osservazione dei giovani calciatori”.
La fase finale. Come detto, dal 26 al 28 maggio a Coverciano prenderà il via la fase finale del percorso dei CFT con il “Torneo del Calciatore – Evolution Programme”. Partiti in 952, scremati a 315 con la fase interregionale dello scorso 17 aprile, alle porte di Firenze arriveranno in 75. In questa edizione la classifica non conterà, mentre sono confermati, come lo scorso anno, i “Premi Efficacia”: ogni squadra, al termine della partita, voterà il giocatore avversario che l’ha messa più in difficoltà, generando così dei criteri di merito nelle valutazioni. Se quella di Coverciano rappresenta solo l’ultima tappa di un percorso che si snoda per tutto l’arco della stagione, è la fase precedente quella sicuramente più importante nella valutazione dei calciatori: “Prima di tutto abbiamo un ruolo formativo nei confronti dei tecnici del territorio – analizza Redolfi – perché la prima preoccupazione è che non venga disperso del potenziale talento. Ai ragazzi trasmettiamo valori come la meritocrazia, il non mollare mai, l’impegno costante: perché è importante che sappiano che se meriti, prima o poi qualcosa di positivo può arrivare”. E poi, ovviamente, il campo, a cui spetta sempre l’ultima parola: “Tendiamo anche a osservare ciò che non si vede. Spesso si viene attratti dalla palla, da chi ha una struttura fisica importante, ma quello lo possono vedere tutti, o quasi. Più difficile è capire chi si muove bene senza palla, perché quello può nascondere un’intelligenza calcistica di livello. Ovviamente contano anche aspetti più tecnici, come il dominio della sfera, la volontà di fare uno contro uno, la trasmissione del pallone. Da questo punto di vista, probabilmente il controllo orientato è un fattore tramite il quale si può già definire una differenza fra calciatori. Se un giocatore riceve palla e la controlla in maniera tale da dare fluidità e sviluppo all’azione, è perché prima dello stop c’è stata una lettura, una previsione, e questo è indice di talento, che di per sé è multi-fattoriale, quindi ha tanti aspetti dai quali deriva e verso cui può indirizzarsi”.
Fra tutti questi aspetti, anche l’ambiente in cui si fa sport è fondamentale e incide notevolmente. “L’aspetto sociale, i rapporti, il creare empatia fra giocatori e staff. Credo tantissimo in questo – conclude Redolfi -, e dare fiducia a questi ragazzi lo è altrettanto. Bisogna anche permettere loro di sbagliare, mostrandogli comunque fiducia, perché solo così possono crescere”.