Attualità

Teppisti fuori dagli stadi: fronte comune dei club di serie A e B

giovedì 15 novembre 2007

Teppisti fuori dagli stadi: fronte comune dei club di serie A e B

Il calcio si ribella ai violenti: basta teppisti negli stadi.
La FIGC e le società di Serie A e B rilanciano un impegno contro ogni forma di violenza, mobilitando dirigenti, tecnici, calciatori. I dirigenti delle società di A e B, intervenuti oggi alla riunione promossa dalla Federcalcio, hanno espresso la loro convinta adesione all'iniziativa del presidente Ruggeri: firmeranno un'analoga dichiarazione di totale presa di distanza -dentro e fuori gli stadi- dalle frange violente della tifoseria e, d'intesa con AIC e AIAC, inviteranno i loro tesserati a fare altrettanto.
Le società daranno vita a una serie di iniziative concordate con i Ministeri delle Politiche Giovanili e dello Sport, dell'Istruzione e degli Interni, al fine di diffondere nelle scuole i valori dello sport e della non violenza, con l'obiettivo di far crescere una partecipazione responsabile agli eventi sportivi, nel rispetto dei principi di lealtà e correttezza.
La Lega Nazionale Professionisti si è impegnata a costituirsi parte civile, a fianco delle società interessate, in tutti i casi in cui il comportamento delle frange violente dovesse determinare grave nocumento al sistema calcio.
Le società si impegnano a testimoniare fin dalla ripresa dei campionati, attraverso specifiche iniziative, la volontà di favorire una partecipazione di nuclei familiari e di giovani agli eventi sportivi, per creare un clima più vivibile e un'atmosfera diversa all'interno degli stadi.
Su questi obiettivi, le società auspicano la collaborazione di tutti coloro che amano davvero il calcio.
Nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito all'incontro, il presidente Abete ha sottolineato l'unità d'intenti da parte dei club di A e B nella volontà di seguire un percorso comune: "La tragedia di domenica scorsa - ha dichiarato - determina un'ulteriore responsabilità per il mondo del calcio nell'isolare i violenti e nel recupero delle regole del rispetto e della convivenza civile. Sono molto soddisfatto dell'incontro con i presidenti perchè abbiamo avuto una presenza molto qualificata dei club di A e B e mi ha fatto particolarmente piacere l'adesione di tutti all'iniziativa del presidente Ruggeri. Adesso auspico che anche le altre componenti del calcio, Aic e Aiac, facciano la loro parte. Nella pluralità delle posizioni la cosa importante che è emersa, sia in Consiglio Federale che da parte di tutti presidenti, è una forte condivisione di intenti che mi fa essere ottimista e fiducioso per il futuro del calcio".
"Dobbiamo far crescere la cultura sportiva - ha continuato Abete - con una responsabile partecipazione dei tifosi agli eventi sportivi, promuovendo sempre di più i principi di
lealtà e correttezza. Che senso ha fermarsi per un anno o due? Non esistono ricette miracolistiche, ma bisogna lavorare giorno dopo giorno dando attenzione e valorizzando le buone pratiche. I cambiamenti devono essere: vivere diversamente le gare allo stadio, separare i tifosi dai violenti, valorizzare i principi dello sport. La morte di Gabriele Sandri non ha nulla a che fare con il calcio. Ho letto le dichiarazioni del padre di Gabriele che sottolinea un concetto del genere ed è la stessa cosa che ho percepito andando alla camera ardente del tifoso. Allo stesso modo anche ieri ai funerali non ho avvertito alcuna contrapposizione".
In mattinata il Consiglio Federale, riunito nella sede della Federcalcio, ha ratificato all'unanimità le decisioni assunte in via di urgenza dal presidente Abete, dopo gli episodi di domenica scorsa. Il presidente Abete ha ricostruito, in un'ampia relazione illustrata ai consiglieri federali, gli avvenimenti degli ultimi giorni e i vari passaggi che hanno determinato le scelte e i comportamenti della FIGC dopo il tragico episodio nel quale ha perso la vita il tifoso laziale Gabriele Sandri.
Nella discussione che si è aperta subito dopo, sono stati riaffermati l'apprezzamento e la piena condivisione della linea seguita dal presidente Abete in un passaggio così difficile e complesso per il calcio italiano. Sono intervenuti Matarrese, Galgani, Moratti, Tavecchio, Galliani, Moroni, Punghellini, Albertini, Grosso, Gravina, Radici, Burelli.

Foto di Maurizio Pittiglio