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Tavecchio: “Unità delle leghe è garanzia di crescita”. Albertini: “Diamo credibilità al calcio”

lunedì 11 agosto 2014

Tavecchio: “Unità delle leghe è garanzia di crescita”. Albertini: “Diamo credibilità al calcio”

Dopo il saluto del presidente uscente Giancarlo Abete, il presidente dell’Assemblea Pasquale de Lise ha dato la parola ai rappresentanti delle componenti della Figc, dai presidenti delle Leghe Beretta (Lega Serie A), Abodi (Lega Serie B), Macalli (Lega Pro) e Mambelli (vicepresidente vicario della Lega Nazionale Dilettanti), ai presidenti di Assocalciatori e Associazione allenatori Tommasi e Ulivieri e dell’Associazione italiana arbitri Nicchi. Poi spazio alle parole dei due candidati alla presidenza.
“Se ho contribuito ad un inasprimento dei toni in campagna elettorale – ha esordito nel suo intervento il vicepresidente federale vicario della Figc e presidente della Lnd Carlo Tavecchio - me ne scuso. Il mio programma è noto, anche se spesso ho avuto l’impressione che non tutti l’abbiano letto. Ringrazio il presidente del Coni per averlo definito innovativo e coraggioso: sono convinto che il gioco del calcio abbia bisogno del Coni, così come il Coni del calcio”.
Per Tavecchio solo la compattezza del mondo del calcio può permettere la crescita del sistema: “L'unità delle leghe – ha sottolineato - deve tendere alla ricerca dell'interesse comune, che ovviamente non può non riguardare anche le componenti tecniche e del mondo arbitrale. Ognuno deve fare un passo indietro, affinché tutti possiamo fare due passi avanti. Bisogna procedere con reciproche concessioni, che non devono essere compromessi. Le mediazioni, se hanno come obiettivo l'interesse collettivo, sono segno di forza. Nessuno può negare alla Serie A la funzione di traino del movimento, ma parimenti nessuno può negare il valore delle altre leghe e il valore del mondo dilettantistico”. Tra gli obiettivi anche un confronto della Federazione con la stampa: “Penso ad una commissione media aperta ai rappresentanti della comunicazione sportiva – ha annunciato Tavecchio – e sono certo che verranno fuori spunti interessanti".
Demetrio Albertini ha ribadito di voler mettere al servizio della Figc le sue esperienze nel mondo del calcio, prima nei panni di calciatore e poi di dirigente: “Ognuno di noi – ha detto rivolgendosi alla platea - sceglie i compagni di viaggio che vuole. Io oggi ho scelto voi, voglio essere un’alternativa. Non mi sento un calciatore, colui che pensa a se stesso, ma un giocatore di calcio, che si mette a disposizione della squadra per il raggiungimento degli obiettivi. Non ho mai fatto la corsa sui numeri o una partita contro qualcuno, ma voglio dare la possibilità di una scelta diversa".
Cultura sportiva, governance e progetto sportivo le macro aree al centro del programma di Albertini: “Dobbiamo essere la federazione del fare e non del parlare. Professionismo e dilettantismo hanno esigenze e funzionalità diverse. Serve trasparenza di obiettivi, non per separare ma per condividere. Lo sport è meritocrazia e non obbligatorietà. Bisogna guardare all'estero non per copiare un modello, ma per capire e conoscere cosa stanno facendo altrove. Noi siamo chi rappresenta il calcio, la più grande comunità di uomini e donne sul territorio, sogni e speranze e opportunità di tutti gli agenti di questo sport. Abbiamo bisogno di risorse incisive, dobbiamo essere credibili".
Il presidente dell’Assemblea Pasquale de Lise ha poi dato il via alle votazioni annunciando la presenza di 274 delegati (509 voti). Per essere eletti al primo scrutinio occorrono la maggioranza dei tre quarti dei voti espressi dai Delegati componenti l’Assemblea.

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Foto Cassella