Tavecchio all’incontro tra CAN A e club: “L’arbitro continuerà ad avere un ruolo centrale”
martedì 11 ottobre 2016
"Questo è un importante momento di confronto e voglio ringraziare gli arbitri e i club per la partecipazione”. Il presidente della FIGC Carlo Tavecchio ha commentato così il tradizionale incontro della CAN A con dirigenti, calciatori e allenatori delle società di Serie A che si è tenuto questa mattina nella ‘Sala Executive’ dello Stadio ‘Giuseppe Meazza’ di Milano.
In platea il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta e tutte le società di Serie A, con molti dirigenti, allenatori e capitani delle 20 squadre del massimo campionato italiano ad ascoltare le parole del designatore Domenico Messina, che ha mostrato alcune situazioni di gioco spiegando come è cambiato il regolamento e quali sono le direttive che gli arbitri seguono nella valutazione di falli di mano, entrate con il piede a martello e altri episodi che ogni domenica sono chiamati a giudicare.
“La FIGC – ha sottolineato nel suo intervento Tavecchio - è in prima linea per la modernizzazione del calcio, ma il ruolo centrale resterà sempre al direttore di gara. In ogni caso, il rispetto reciproco dei ruoli degli attori principali del nostro spettacolo (calciatori, allenatori, dirigenti e arbitri) rappresenta la base per il corretto svolgimento di una partita di calcio e di un campionato intero"
Soddisfatto dell’incontro il presidente dell’AIA Marcello Nicchi, che ha auspicato per il futuro una partecipazione ancora più qualificata da parte delle società: “Abbiamo mostrato comportamenti non consoni dei giocatori e nostri errori – ha dichiarato il numero uno dell’Associazione Italiana Arbitri in conferenza stampa - gli arbitri hanno mostrato che si può giocare con meno irruenza. Veniamo da un periodo in cui tutto era buio, non si sapeva nulla, ci preoccupavamo di mostrare un'azione di una squadra perché si arrabbiava un'altra. Oggi mostriamo tutto e, con le cose alla luce del sole, c'è un'umanizzazione dell'arbitro che prima non c'era. Ora l'arbitro è più conosciuto ed è cresciuto dal punto di vista tecnico e atletico”.
E’ stato affrontato anche il capitolo VAR (Video Assistant Referees), la cui sperimentazione off-line è iniziata in Serie A in occasione dell’ultima giornata di campionato e che vede l’Italia in prima fila, come ha confermato anche il debutto assoluto della cosiddetta ‘moviola in campo’ in occasione dell’amichevole tra la Nazionale e la Francia disputata lo scorso 1° settembre a Bari.
“Ho fatto il VAR domenica scorsa con Irrati – ha raccontato Nicchi – e alla fine era sudato come se fosse stato in campo. In meno di dieci secondi rivedi tutto, sinora però non ci siamo ancora trovati ad affrontare situazioni complesse. Quando il dubbio rimane, a decidere è l’arbitro”. Favorevole al VAR anche Domenico Messina: “Noi arbitri non siamo contrari alla tecnologia, anzi ringraziamo Federazione e Lega che hanno voluto iniziare tra i primi al mondo questa sperimentazione. Il VAR è un supporto, non una sostituzione dell’arbitro. L’arbitro sa che l’intervento del VAR è su elementi certi. Vogliamo arrivare al termine del protocollo con la patente concessa a tutti i nostri arbitri”.
Il designatore della Serie A ha commentato anche le 66 ammonizioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un dato che potrebbe almeno in parte essere spiegato dal fatto che in questa stagione al fallo di mano non corrisponde più in automatico il cartellino giallo: “Ma voglio pensare che dipenda anche da un atteggiamento migliore da parte dei giocatori in campo. Si vedono ancora sorprendentemente casi di giocatori che circondano il direttore di gara, ma è sempre più raro. Anche da questo punto di vista si è creato un clima di fiducia reciproca fra addetti ai lavori e arbitri”.