Attualità

Tavecchio agli studenti: “Il calcio è la nona industria italiana, va programmato lo sviluppo”

martedì 9 dicembre 2014

Tavecchio agli studenti: “Il calcio è la nona industria italiana, va programmato lo sviluppo”

Il calcio come investimento: questo l’argomento della relazione del presidente della FIGC Carlo Tavecchio, intervenuto oggi, insieme ai presidenti della Federbasket Gianni Petrucci e della Federciclismo Renato Di Rocco, all’incontro con gli studenti del Master Universitario di 1° Livello in Strategie per il Business dello Sport presso la Ghirada, Città dello Sport di Treviso. La discussione dell’Open Day intitolata “Le Federazioni al governo dello Sport italiano: opportunità e prospettive” si è incentrata su stato di salute e prospettive dello sport, cambiamenti strutturali (comunicazione e tecnologia), cultura del management ed indicazione per la crescita professionale dei giovani manager.
Il presidente della Federcalcio, pur non tacendo le criticità da affrontare, si è soffermato sui punti di forza del sistema calcistico sotto diversi aspetti. “Il calcio – ha affermato Tavecchio – è uno strumento valoriale, con la diffusione tra i più giovani di principi quali il rispetto delle regole e dell’avversario, la cultura della sconfitta e il gioco di squadra. Il calcio migliora la qualità della vita dei cittadini, incidendo direttamente sul loro tempo libero ed è un vettore economico fondamentale per le economie dei singoli Paesi, europei in particolare”. Ed è proprio su questo ultimo punto che il numero uno della FIGC si è soffermato maggiormente: “L’investimento economico nel mondo del calcio è anticiclico, visto che il movimento economico generato, comprendendo l’attività professionistica, quella dilettantistica e il relativo indotto, ammonta nel 2012/13 a 12,7 miliardi di euro, dato in crescita del 53% rispetto a 10 anni prima”. “Incrociando tale dato – ha continuato – con le classifiche annuali elaborate da Mediobanca, e relative alle imprese italiane con il maggior livello di fatturato, emerge come il calcio rappresenti oggi la nona industria italiana”.
“La scommessa che stiamo provando a vincere – ha sottolineato il presidente federale – è quella di rendere tutto questo sostenibile e sistemico, per non trovarci in futuro in situazioni di emergenza. Bisogna saper fare i conti con la realtà, più oggi che in passato, saper programmare lo sviluppo”. Organizzando 700 mila partite l’anno e coinvolgendo circa 1 milione e 500 mila tesserati (calciatori, allenatori, dirigenti e arbitri) si capisce, dunque, quali responsabilità il mondo del calcio abbia nei confronti del sistema Paese, senza tuttavia ricevere provvidenze e/o sostegni diretti. “In conclusione – ha spiegato Tavecchio - al netto di tutte le problematiche, l’analisi complessiva dei dati ci configura chiaramente come l’Italia del calcio risulti essere molto più vicina all’Europa di altri settori del nostro sistema Paese. In questo senso, il calcio rappresenta una grande opportunità di crescita che non bisogna lasciarsi sfuggire”. L’incontro con gli studenti del Master ha offerto anche l’occasione per fare il punto sulle tematiche più attuali (fiscalità, impiantistica, tutela dei vivai e delle squadre nazionali) che coinvolgono anche altre federazioni.