Attualità

Seminario Figc-Ussi: gli interventi di Abete, Collina, Nicchi e Braschi

martedì 7 maggio 2013

Seminario Figc-Ussi: gli interventi di Abete, Collina, Nicchi e Braschi

Sono stati il presidente della Figc Giancarlo Abete e il designatore degli arbitri Uefa Pierluigi Collina, accompagnato dal presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi e dal designatore della Can A Stefano Braschi, a chiudere a Coverciano il 6° seminario di aggiornamento tecnico-formativo per giornalisti sportivi intitolato ‘Il calcio è di chi lo racconta’, organizzato dalla Figc e dall’Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI) in collaborazione con il Settore Tecnico della Federcalcio e con il Gruppo Toscano Giornalisti Sportivi.
Dalla riforma dei campionati ai problemi legati all’impiantistica, il presidente federale ha analizzato il momento che sta attraversando il calcio italiano: "Parlando di riforma dei campionati – ha ricordato - avremo dal 2014 102 squadre professionistiche, riducendo il numero di trenta unità. Il dibattito maggiore riguardo tale riforma è sul numero delle squadre sia in Lega Pro, che in Serie A che in Serie B. Il numero di ventidue squadre per il torneo di Serie B è eccessivo e porta ad un numero altrettanto eccessivo di partite, se si comprendono le gare di play off e play out. Per rimediare a questo abbiamo deciso in Consiglio federale che, se ci saranno squadre che non saranno in grado di iscriversi per motivi economici, non avverranno ripescaggi”. Per quanto riguarda la Serie A, la Lega non ha mai messo all’ordine del giorno della propria assemblea la riforma sulla riduzione del numero dei club: “In Spagna ed in Inghilterra – ha sottolineato Abete - il numero delle squadre dei massimi tornei è di venti. Non esiste al momento in agenda in Consiglio federale una riforma del campionato di Serie A, né vi è interesse sia dai grandi che dai piccoli club a diminuire il numero delle squadre del nostro massimo campionato. Si può solo lavorare eventualmente in futuro alla modifica del numero di retrocessioni". 

L’attenzione sempre maggiore alla formazione dei giovani e la costruzione di nuovi stadi sono alla base del processo di crescita del calcio italiano: "Possiamo migliorare sia a livello di strutture che sui vivai - ha aggiunto Abete – Chi ha un po' di  fiuto sa che non sarà discussa in sede legislativa la legge sugli stadi, ma confidiamo che venga presto discussa e approvata in aula dal Parlamento. Il presidente del Consiglio conosce perfettamente il problema da appassionato e da tifoso e visto che ha condiviso con la Figc i tre report che abbiamo presentato insieme ad Arel”.

In mattinata, alla presenza del direttore generale della Figc Antonello Valentini e del presidente dell’Ussi Luigi Ferrajolo, era stata la volta degli interventi del designatore degli arbitri Uefa Pierluigi Collina, del presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi e del designatore della Can A Stefano Braschi, chiamati a parlare del ruolo degli arbitri addizionali e dell’utilizzo delle nuove tecnologie. "La ‘goal line technology' in questo campionato di Serie A si sarebbe potuta rilevare utile in tredici casi. - ha spiegato il designatore degli arbitri Uefa – Con l'uso dei soli arbitri di porta non vi è stato alcun errore nella valutazione di tali casi. Il costo complessivo degli arbitri è un terzo rispetto all'eventuale spesa che ci sarebbe per l'acquisto in tutti gli stadi di Serie A della tecnologia dell' 'Occhio di Falco'. L'obiettivo di avere gli arbitri di porta non è eliminare gli errori dei direttori di gara in una partita, ma di diminuirli. Cosa che è stata ottenuta".

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Aia Marcello Nicchi, che dà un giudizio più che positivo sull’introduzione degli arbitri addizionali: “E' normale che l'eliminazione totale dell'errore non è possibile. Ne ho parlato di recente con Platini e siamo pronti a stilare una relazione in quanto condividere la nostra esperienza con chi ha giocato è molto costruttivo. Dobbiamo sfatare l'utilizzo della tecnologia, vi invito a leggere le partite come se foste degli arbitri”. Nicchi ha anche sottolineato lo scarso fair play mostrato in campo nel corso di questa stagione: “Nel calcio italiano manca il rispetto delle regole. Mi chiedo dove sia finito il Terzo Tempo e se è normale il bilancio relativo agli ammoniti e agli espulsi”. Per le interviste degli arbitri a fine gara manca la serenità necessaria da parte di tutto l’ambiente: "Siamo arrivati vicini alla possibilità che gli arbitri possano parlare nei dopo partita, ma i tempi non sono ancora maturi. Se in ogni fine partita vediamo che  un cronista chiede ripetutamente all'allenatore degli episodi  arbitrali di una gara, tanto da portare poi quest'ultimo a  dichiarare che ha perso per tali episodi, noi riteniamo inutile il  nostro intervento. Incominceremo a parlare a fine partita quando  ci sarà un dibattito più sereno. Altrimenti aggiungeremmo  sciocchezze alle tante sciocchezze che vengono dette".

Soddisfatto dei risultati ottenuti dagli arbitri addizionali anche Stefano Braschi: “Abbiamo messo in piedi il progetto degli arbitri di porta nel giro di due giorni – ha spiegato il designatore della Can A - ed io ho subito sposato questa idea. L'arbitro addizionale porta dei benefici enormi. A tre giornate dalla conclusione del campionato, al di là di qualche polemica nostrana, l'applicazione degli arbitri di porta ha dato risultati straordinari. Gli errori sono diminuiti notevolmente, la collaborazione fra arbitri ed assistenti di porta è stata straordinaria, e la percentuale di errori degli arbitri di porta è del 2,5, percentuali che neanche le macchine riuscirebbero ad avere". 

Nella foto: da sinistra il direttore generale della Figc Antonello Valentini, il designatore degli arbitri Uefa Pierluigi Collina, il presidente della Figc Giancarlo Abete, il designatore della Can A Stefano Braschi, il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi e il presidente dell’Ussi Luigi Ferrajolo.