Sacchi e i giovani: squadra riserve e accademie per la crescita dei vivai
lunedì 24 settembre 2012
La strada per la crescita e la valorizzazione dei giovani calciatori italiani passa attraverso la nascita delle Accademie dei club, la Squadra Riserve e un progetto tecnico condiviso che permetta di programmare un percorso di sviluppo dalla Scuola Calcio alla Primavera. Sono le conclusioni dell’incontro svoltosi questo pomeriggio al Centro Tecnico federale di Coverciano, dove il Coordinatore delle Nazionali Giovanili azzurre Arrigo Sacchi e il suo vice Maurizio Viscidi si sono confrontati con i Responsabili dei Settori Giovanili dei club di Serie A e Serie B, secondo una consuetudine che la Figc ha avviato nel 2010 per coordinare meglio il lavoro sui vivai.
All’incontro sono intervenuti, inoltre, il Presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, il presidente del Settore Giovanile e Scolastico Gianni Rivera, il segretario del Club Italia Mauro Vladovich, gli staff tecnici delle Nazionali Giovanili ed i tecnici delle Rappresentativa di Lega (Serie B, Lega Pro, Lega Dilettanti); presenti 48 dirigenti di società in rappresentanza di 40 club su 42.
Sacchi ha illustrato lo stato del lavoro delle Under azzurre, anche alla luce degli ultimi positivi risultati ottenuti, indicando ai dirigenti dei club le priorità per il prossimo futuro. A cominciare dalle Accademie, che rappresentano una necessità per aumentare il lavoro sui giovani: “Oggi in Italia solo la Juventus ne ha aperta una, in Francia iniziarono nel 1970, in Germania dopo la crisi del 2000, negli ultimi anni anche Svizzera e Austria hanno investito su queste strutture; una Accademia permette di svolgere in una settimana il lavoro che normalmente si fa in un mese”. Poi l’assist a documentarsi sempre di più sulla direzione che ha preso il calcio internazionale: “Siamo ormai ad un calcio globale – ha spiegato Sacchi – dove si è squadra nei concetti e nello spirito. Per questo, le società devono scegliere, come impostato nel Club Italia, una congiunzione tecnica almeno dai Giovanissimi alla Primavera, così da sfruttare la sinergia del lavoro su più anni”. Infine l’ultimo passaggio fondamentale: “Detto questo, bisogna arrivare ad una Squadra Riserve, ancor di più dopo la riforma dell’età del campionato Primavera. Perché è impensabile che le società lascino la rifinitura di un atleta costruito negli anni ad altri, talvolta a società non affidabili sotto il profilo tecnico per la necessità dei risultati o le contingenze che impongono di far giocare i giocatori esperti”.
In apertura, Abodi ha chiesto ai club di “investire sui giovani”, ma soprattutto di dar loro una prospettiva, “contrastando l’eccessiva invasione straniera che impedisce ai ragazzi italiani di trovare spazio”. Rammentando che “in Italia non c’è problema di quantità”, Rivera ha invece invitato le società “a lavorare di più sulla qualità”, auspicando per questo la figura del nuovo allenatore Uefa C, nato per creare un “maestro di tecnica e di vita” adatto a lavorare con le squadre giovanili. Rivera si è anche detto pronto “a costituire un Campionato Giovanissimi solo per club di A e B, come quello Allievi, se le società lo chiederanno”.
Il dibattito che è scaturito al termine degli interventi e dei filmati ha confermato la necessità del confronto avviato in questi anni e ha permesso lo scambio di esperienze, attraverso le testimonianze di alcuni dirigenti, come Bruno Conti (Roma), Filippo Galli (Milan), Mino Favini (Atalanta), Giovanni Rossi (Juventus), Giorgio Molon (Padova). Si è discusso poi di aspetti tecnici legati ai campionati Allievi e Giovanissimi e agli aspetti economici degli allenatori di base (Gemmi, Verona).