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Per il rilancio dei vivai anche l’idea di una selezione Under 21

mercoledì 16 marzo 2011

Per il rilancio dei vivai anche l’idea di una selezione Under 21

Una squadra azzurra Under 21, una selezione di baby-talenti di interesse nazionale da far scendere in campo ogni domenica in un campionato professionistico, in serie B o in Lega Pro, ovviamente fuori competizione: è questa l’idea maturata nei giorni scorsi in un incontro tra il presidente della Figc Abete, il vice presidente e presidente del Club Italia Albertini, il direttore generale Valentini, il ct azzurro Prandelli e il coordinatore delle nazionali giovanili Sacchi e inserita nel quadro di un progetto a largo raggio promosso dalla Figc per il rilancio dei vivai e la valorizzazione della scuola calcistica italiana : 1) attraverso il Club Italia, nello specifico sotto il coordinamento di Arrigo Sacchi, la FIGC ha già fatto partire un programma di scouting su tutto il territorio nazionale, utilizzando nelle varie regioni allenatori/osservatori in grado di scoprire e segnalare nuovi talenti; 2) abbassamento dell’età della categoria Primavera e Berretti per qualificare il confronto tecnico dei nostri giovani e accelerarne la maturazione; 3) l’ipotesi di un campionato riserve ; 4) il potenziamento delle Nazionali giovanili attraverso la crescita dell’attività a livello internazionale.
Il progetto di una squadra Under 21 della FIGC inserita in un campionato professionistico è tutto da approfondire e da discutere, necessita di due passaggi fondamentali: il primo di natura politica, in sede di Consiglio federale, il secondo – qualora l’iniziativa fosse condivisa – in ambito normativo, verificando ovviamente la disponibilità dei club che ovviamente rimarrebbero titolari dei cartellini dei giocatori selezionati, il sistema dei prestiti, le compatibilità con la Legge 91 sul professionismo sportivo.
A illustrare oggi la proposta è stato lo stesso Albertini nel corso di un forum all’Ansa, al quale ha partecipato anche Arrigo Sacchi, coordinatore delle nazionali giovanili.
“Adesso – ha sottolineato il vice presidente federale Albertini - porteremo il progetto nelle sedi opportune, vale a dire in Consiglio federale. Uno dei punti fondamentali per il rilancio del calcio italiano è abbassare l'età del campionato Primavera e formare una selezione di giovani usciti da lì da far giocare in un torneo professionistico, Lega Pro o serie B. La nostra è una proposta tecnica, per valorizzare i giovani senza danneggiare alcun club e far crescere il vivaio azzurro”.
“Non ci stiamo evolvendo come negli altri Paesi – ha spiegato Sacchi - è lo specchio più evidente di un paese che non è fatto per i giovani, in cui si vive sempre in difesa: siamo poco sinergici e fatichiamo a fare squadra”.
“Oggi abbiamo un bastone in mezzo alla ruota”, ha detto ancora Sacchi, parlando delle difficoltà con cui fa i conti il calcio italiano. Nota dolente su tutti quella degli stadi: impianti “terrificanti” li definisce il coordinatore delle nazionali giovanili, in cui il profumo dell'erba è solo un vago ricordo: senza stadi moderni il progresso resta tabù. Per accompagnare la rinascita, dunque ci vogliono stadi nuovi e sinergie vere.
L'idea Prandelli prevede da un minimo di una a un massimo di due selezioni (U.20 e U.21), non sovrapposte alle nazionali degli azzurrini ora guidate da Ferrara e Rocca; squadre che fornirebbero, con un lavoro stagionale e continuo, la base per le nazionali impegnate nelle qualificazioni a Olimpiadi e tornei internazionali, così come avviene per gli altri sport. Il ciclo sarà biennale (dai 19 ai 21 anni), le rose di 25-30 giocatori tutti italiani convocabili in nazionale, l'organizzazione come quella di una club, la sede un centro tecnico federale a Firenze o Roma, e l'inserimento è previsto in un campionato professionistico, la serie B è l'obiettivo massimo. E questi team giocherebbero fuori classifica (non potrebbero essere ne promossi nè retrocessi), facendo crescere il numero di squadre partecipanti.
Nel frattempo, hanno sottolineato Albertini e Sacchi, il progetto si è già messo in moto: “Abbiamo aumentato del 30-40 per cento l'attività delle nazionali giovanili, perchè i ragazzi hanno bisogno di giocare”.