Attualità

Lotta al “match fixing”: il modello italiano al seminario Uefa a Skopje

mercoledì 24 aprile 2013

Lotta al “match fixing”: il modello italiano al seminario Uefa a Skopje

La piaga delle combine con l’attività di prevenzione e contrasto è al centro del primo di una serie di incontri regionali, organizzato dalla Uefa con gli Integrity Officer, che coinvolgeranno tutte le 53 federazioni affiliate.
A Skopje in questi giorni sono presenti i rappresentanti di Albania, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia e Slovenia, con la Figc invitata – e rappresentata dall'Integrity Officer Giovanni Spitaleri - per illustrare il modello italiano: la cornice normativa in materia, le disposizioni contenute nel codice di giustizia sportiva, le iniziative di prevenzione e le strategie di indagine assunte d'Intesa con il Ministero dell'Interno e la UISS (Unità Informativa sulle Scommesse Sportive), i programmi di formazione ed educazione attivati direttamente dalla FIGC con i giovani calciatori e gli arbitri.

Due giorni di confronto e di approfondimenti con lo scopo di trovare una soluzione condivisa e di accrescere la consapevolezza sul fenomeno e sui rischi ad esso connessi, anche con il contributo del lavoro e il dialogo tra gli Integrity Officer UEFA, che svolgono il ruolo di mediatori per favorire la collaborazione tra le autorità calcistiche e le forze dell'ordine statali in caso di sospetta combine. La lotta al match fixing è una priorità ribadita dal Comitato esecutivo UEFA e da una recente risoluzione del Parlamento Europeo.

Ad aprire i lavori è stato il presidente della Federazione macedone Gjorgjioski – accompagnato dai rappresentanti del Ministero dell'Interno macedone e da quello delle attività giovanili e sportive - al fianco dei rappresentanti della Uefa, il capo dell’Intelligence Graham Peaker e quello dell’Integrity Officer Urs Kluser, i quali hanno ringraziato la Figc per l’intervento e per la testimonianza portata all’attenzione dei partecipanti.