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L’AIC presenta il Report “Calciatori sotto tiro”. Tommasi: “Basta violenze contro i calciatori”

venerdì 6 giugno 2014

L’AIC presenta il Report “Calciatori sotto tiro”. Tommasi: “Basta violenze contro i calciatori”

Essere “Calciatori sotto tiro” significa essere minacciati e intimiditi o, peggio, essere vittima di atti di violenza per il passaggio ad un’altra squadra, per la perdita di una partita ritenuta particolarmente importante, per il rendimento in campo al di sotto delle aspettative o anche subire episodi di razzismo per il colore della pelle. Per contrastare queste deviazioni e per contribuire a cambiare la cultura sportiva in Italia, l’AIC ha presentato oggi nella sala del Consiglio Federale il Report “Calciatori sotto tiro”, il primo rapporto “destinato ad accendere una luce – come ha sottolineato il Presidente dell’Aic Damiano Tommasi – sui fatti che accadono dentro e fuori dal campo: non è normale rischiare l’incolumità fisica per un risultato, o subire umiliazioni e violenze psicologiche perché il rendimento non è quello atteso”. “Cerchiamo di migliorarci – è l’invito del presidente della FIGC Giancarlo Abete – e di migliorare la situazione, ma non generalizziamo altrimenti ci abituiamo alle negatività. Bisogna intervenire alla radice per evitare errori”.
Il Report, curato dall’Osservatorio AIC, presenta i principali casi di intimidazione e violenza nei confronti di calciatori professionisti e dilettanti nel corso della stagione sportiva 2013/14. Il dato piu' eclatante arriva dalle tipologie degli episodi segnalati dai calciatori: la maggior parte (35%) riguarda la violenza fisica subìta, seguita da insulti e minacce (28%) e da striscioni (13%).
Alla presentazione di “Calciatori sotto tiro” sono intervenuti il presidente della Lega di B Andrea Abodi, il vicepresidente dell’AIC Umberto Calcagno, il segretario generale dell’AIC Gianni Grazioli e Simone Perrotta, consigliere federale in quota all’AIC.
Il capitano della Nazionale Gigi Buffon ha voluto affidare al proprio profilo ufficiale su Facebook un intervento a sostegno dell’iniziativa: "Serve un cambio di mentalità e serve subito, perché questo non è tifo, questo non è normale. Sono casi già noti alla stampa, ma messi tutti insieme fa davvero rabbrividire leggere di tanta violenza e intimidazione nei confronti di giocatori la cui unica colpa la maggior parte delle volte è quella di non essere riusciti a vincere una partita”. "E la cosa che ulteriormente mi rattrista - conclude Buffon - è leggere che quasi la metà di queste azioni sono fatte dai propri sostenitori da coloro che dovrebbero con il loro calore e affetto trasmettere quella marcia in più alla squadra".