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Incontro arbitri-capitani-tecnici-dirigenti: fischiati meno falli di gioco

lunedì 11 gennaio 2010

Incontro arbitri-capitani-tecnici-dirigenti: fischiati meno falli di gioco

Il bilancio sul girone di andata del campionato è stato il tema del tradizionale incontro di metà stagione tra arbitri, capitani, allenatori e dirigenti di società di serie A e B che si è svolto questa mattina a Roma. Un appuntamento tradizionale che ha offerto la possibilità di un confronto dialettico tra i protagonisti del campionato e che si è svolto alla presenza del presidente della Figc Abete, del presidente della Lega Beretta, dei vice presidenti federali Tavecchio (vicario) e Albertini, dei presidenti di Aia, Aic e Aiac Nicchi, Campana e Ulivieri, del designatore arbitrale Collina e dei suoi collaboratori, del direttore generale della Figc Valentini, del Commissario tecnico Lippi. Numerosi gli interventi: da quello di Campana, del direttore tecnico dell’Inter Branca, di Carigliano (Salernitana), Leonardi (Parma), Pradè e Ranieri per la Roma, Gillet, Ventura e Perinetti per il Bari, Lotito e Manzini per la Lazio, Bigon per il Napoli e dell’arbitro Rizzoli. Alla fine dell’incontro, nel corso di una conferenza stampa Collina, tracciando il bilancio del girone di andata della serie A, ha parlato di una media falli fischiati in calo, in linea con la politica di un arbitraggio più europeo. “Il calcio è uno sport - ha detto il designatore arbitrale - di contatto: non sempre, se si fa rilevare che due piedi hanno un lieve contatto e i giocatori cadono a terra, c'è fallo. Sarebbe poi bello che in certi casi non si cadesse, anche quando non ce n'è assolutamente bisogno”. Collina ha quindi parlato del rapporto con la sua squadra di arbitri: “Non ho fedelissimi, gli arbitri italiani sono fedelissimi solo al campo. I numeri sono numeri, e, se guardate ai dati sull'impiego dei direttori di gara nel '91, quando cominciai ad arbitrare io in A, sono gli stessi di oggi”. Il presidente dell’Aia Nicchi, ha affrontato il tema della sudditanza psicologica: “Questi arbitri lavorano all'insegna della trasparenza e della libertà. Vanno in campo senza condizionamenti nella testa, chi vuole rievocare vecchie storie è fuori strada. Per gli arbitri non esistono le grandi o le piccole”. E per quanto riguarda il ruolo dell’arbitro nei confronti di episodi di razzismo, Collina ha sottolineato: “Neanche la Uefa al momento affida all'arbitro il potere di fermare una partita in caso di cori razzisti. Secondo le norme europee, a decidere è un'unità di crisi composta dal delegato Uefa, dal responsabile Uefa alla Sicurezza, dal responsabile dell'impianto e dal funzionario di pubblica sicurezza”. Quanto alla possibilità che sia chiesto agli arbitri italiani di farsi carico di una scelta dal genere, Collina ha dichiarato: “Al momento le nostre norme, sulla base delle circolari del Viminale del 2000 e delle successive, affida questa funzione al responsabile dell'ordine pubblico. Se le norme cambieranno, gli arbitri non potranno che adeguarsi”.