Attualità

Il mondo dello sport rende l’ultimo omaggio al direttore Cannavò

lunedì 23 febbraio 2009

Il mondo dello sport rende l’ultimo omaggio al direttore Cannavò

Si svolgeranno domani alle ore 14.45, in Sant’Ambrogio a Milano, i funerali dell’ex direttore della Gazzetta dello Sport Candido Cannavò scomparso domenica mattina a seguito di una emorragia cerebrale. La delegazione della Figc sarà composta dal presidente Abete, dai vice presidenti Gussoni e Albertini e dal capo dell’ufficio stampa Valentini.
Numerosissime le testimonianze d’affetto nei confronti del giornalista: amici, colleghi e gente comune hanno reso omaggio questa mattina a Cannavò nella camera ardente allestita presso la sala Montanelli della sede di Rcs (via Solferino 26) a Milano, dove le visite continueranno fino a stasera alle 21 e domani dalle 9 alle 13.30.


IL RICORDO DEL PRESIDENTE ABETE

“Un vero uomo di sport, impegnato a favore dei meno fortunati, con l'etica nel sangue”: è il ricordo che il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha di Candido Cannavò, sottolineando l'aspetto umano che ha sempre caratterizzato lo storico direttore della Gazzetta dello Sport, scomparso a Milano a 78 anni. ”La sua attenzione - dichiara Abete - si è proiettata su tutte le discipline, con grande passione per il calcio, il ciclismo e per il mondo della disabilità.
E' un patrimonio per tutto lo sport italiano, anche del calcio, ovviamente. Aveva un rapporto forte, intenso con tutte le discipline”. Abete si sofferma in particolare sull'impegno profuso da Cannavò per i valori nello sport: “La battaglia che ha condotto in tutti i ruoli che ha svolto - continua - è stata sempre quella di cercare di far mantenere allo sport quelle radici forti dei valori di riferimento, soprattutto in un mondo in cui cresce la dimensione del business sportivo”.
Un ricordo anche sul legame tra Cannavò ed il mondo olimpico. “Le Olimpiadi, di cui è stato attento osservatore e cronista - evidenzia Abete - per lui rappresentavano la dimensione della globalità dello sport”. Un'ulteriore considerazione è sull'attenzione dell'ex direttore del quotidiano rosa a “tutti coloro i quali nella vita per tanti motivi hanno avuto minore fortuna di altri, come i disabili o i carcerati. Il tutto a dimostrazione di come il sistema di valori e di rapporti umani era alla base del suo modo di intendere il giornalismo”. Una grande attenzione veniva dedicata da Cannavò verso il Premio Facchetti. “Ha inteso onorare la memoria di un personaggio a cui era legato da grande stima ed amicizia - continua Abete - riproponendo la dimensione sia del calciatore sia dell'uomo in occasione di questo riconoscimento.
La sua scomparsa è una grande perdita per il mondo dello sport, per il mondo del calcio, per la sua famiglia, per la famiglia della Gazzetta dello sport, per il mondo dell'informazione e per tutti gli appassionati”. Infine il presidente della Figc ricorda con piacere le chiacchierate amichevoli, “al di là dei ruoli che ognuno ricopre”, durante gli eventi sportivi. “L'ultima l'abbiamo fatta agli Oscar del calcio - dichiara Abete – ma anche alle Olimpiadi di Pechino abbiamo avuto modo di confrontarci. Il bello di Candido Cannavò è che lui sapeva sempre dov'era il confine tra la persona ed il personaggio legato ad un ruolo. Io voglio ricordare tutte le sue telefonate personali a tutti i quali riteneva dovessero rappresentare il mondo dello sport e del calcio in occasione dei premi Facchetti, come fece quella volta in cui riuscì ad invitare il capitano dell'Iraq. Cannavò era un amico. Non solo del calcio, ma di tutti quanti gli sport. Aveva un legame particolare con il ciclismo. Ricordo ancora oggi la sua sofferenza quando si trovò a scrivere articoli sulla tragica scomparsa di Marco Pantani, o sui drammi di altri atleti”.