Il 9 luglio di sette anni fa il trionfo Azzurro al Mondiale di Germania
martedì 9 luglio 2013
Fabio Grosso si morde il labbro, osserva il direttore di gara, l’argentino Elizondo, e inizia la rincorsa più importante della sua vita. E’ il 9 luglio 2006 e qualche secondo più tardi l’Italia alzerà al cielo la sua quarta Coppa del Mondo. Sette anni dopo le emozioni di quell’indimenticabile notte berlinese sono ancora vive in tutti i tifosi italiani e rivedere quel rigore calciato da Fabio Grosso, con il pallone che muore sotto l’incrocio dei pali e l’esplosione di gioia degli Azzurri mette ancora i brividi. Era l’Italia di Marcello Lippi, del capitano e futuro Pallone D’Oro Fabio Cannavaro, di Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Gennaro Gattuso e Marco Materazzi. Era l’Italia di Fabio Grosso, uno dei simboli del Mondiale tedesco, di Luca Toni, ma anche di Gianluca Zambrotta, di Alessandro Nesta e di Filippo Inzaghi. C’è chi come Gigi Buffon, Andrea Barzagli, Alberto Gilardino, Daniele De Rossi e Andrea Pirlo continua a indossare la maglia azzurra e vorrebbe rivivere quel sogno l’anno prossimo al Mondiale brasiliano, ma c’è anche chi ha appeso gli scarpini al chiodo e ha deciso di iniziare una nuova avventura. E’ il caso di Fabio Grosso, Massimo Oddo, Gianluca Zambrotta, Fabio Cannavaro, Filippo Inzaghi e Marco Materazzi, che pochi giorni fa a Coverciano hanno ottenuto l’abilitazione al Master per Allenatori professionisti di prima categoria – UEFA Pro. Una nuova avventura è anche quella di Simone Perrotta, protagonista al Mondiale del 2006 e oggi consigliere federale.
Quella notte del 9 luglio di sette anni fa gli italiani coloravano di azzurro le piazze di un intero Paese, che dal Sud al Nord impazziva di gioia per gli eroi dell’OlympiaStadion. E pensare che il Mondiale dell’Italia era iniziato in salita, con le scorie di Calciopoli e un clima difficile in cui preparare una competizione così importante. Ma al calcio d’inizio della prima partita con il Ghana (2-0 con i gol di Pirlo e Iaquinta) l’Italia si è stretta attorno ai ragazzi di Marcello Lippi, in un’avventura tanto affascinante quanto ricca di insidie. E così, dopo il pareggio con gli Stati Uniti (1-1) e il successo decisivo per il passaggio del turno con la Repubblica Ceca (2-0), milioni di tifosi con il cuore in gola hanno esultato con Francesco Totti per il rigore trasformato allo scadere con l’Australia negli ottavi. Il 3-0 con l’Ucraina ai quarti di finale, con la doppietta di Toni e la rete di Zambrotta, ha dato alla Nazionale la carica giusta per affrontare la semifinale del 4 luglio con i padroni di casa della Germania, una partita dalle mille emozioni decisa ai supplementari dal sinistro a giro di Grosso e dall’acuto di Del Piero. Poi la finalissima di Berlino, con Zidane a portare in vantaggio la Francia e Materazzi a salire in cielo per il gol del pareggio. Era il 9 luglio di sette anni fa e l’Italia si fermava per assistere alla ‘lotteria’ dei calci di rigore. Fabien Barthez da una parte, Gigi Buffon dall’altra. Una provvidenziale traversa a respingere il tiro dagli undici metri di David Trezeguet. Poi un’immagine che resterà per sempre indelebile nei ricordi di ognuno di noi. Fabio Grosso si morde il labbro, prende la rincorsa e trasforma il rigore più importante della sua vita. Un Paese può finalmente esplodere di gioia. Era il 9 luglio di sette anni fa.