Attualità

I “ragazzi dell’82” e una folla commossa per l’ultimo saluto a Bearzot

giovedì 23 dicembre 2010

I “ragazzi dell’82” e una folla commossa per l’ultimo saluto a Bearzot

E' un intreccio di commozione e familiarità, dolcezza e ricordo il saluto che Milano ha riservato a Enzo Bearzot. Delicato e discreto, semplice e sincero come è stata tutta la sua vita. Mischiati tra la gente, sotto una fitta pioggia, c’erano anche gli “eroi” del Mundial di Spagna, quelli che con il “vecio” hanno vissuto e fatto vivere giornate indimenticabili. E c’erano anche gli amici del quartiere, quelli che con Bearzot hanno condiviso attimi di vita che porteranno sempre con loro.
Fuori dalla chiesa, diverse le corone di fiori, tra cui quella del settore tecnico della Figc, quella dell'Associazione italiana calciatori e, soprattutto, quella della squadra campione a Madrid listata con un tricolore e con una scritta dorata: “I tuoi ragazzi dell'82”. A campeggiare, all'interno della basilica, il gonfalone della Federcalcio, oltre a quello dell'Inter, squadra in cui Bearzot militò. Accanto alla signora Luisa – che ieri ha ricevuto la visita del commissario tecnico Prandelli - e ai familiari dell'allenatore, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, il presidente del Torino, Urbano Cairo, l'ex collaboratore, Sergio Brighenti, il direttore sportivo del Milan, Ariedo Braida, l'ex arbitro Casarin e i tanti azzurri vincenti nella notte del Bernabeu: Dino Zoff, Antonio Cabrini, Giuseppe Bergomi, Pietro Wierchvood, Bruno Conti, Franco Baresi, Marco Tardelli, Alessandro Altobelli, Giampiero Marini, Fulvio Collovati, Gabriele Oriali, Giancarlo Antognoni, Francesco Graziani, Paolo Rossi oltre all'ex Ct della Nazionale, Cesare Maldini, già vice di Bearzot in Spagna.
“E’una funzione semplice - ha spiegato nell'omelia, don Claudio Nora - familiare, come sarebbe piaciuta ad Enzo. Le celebrazioni le lasciamo alle colonne dei giornali, qui ricordiamo l'uomo, il marito, il padre, il maestro, l'amico. Questa zona di Milano, pur essendo centrale, ha mantenuto una dinamica di quartiere, molti conoscevano Enzo, lo si incontrava al bar, alla messa. Nella sua semplicità ci ha ricordato che i successi non valgono più degli affetti, della propria famiglia e degli amici”.
Amici come i “suoi ragazzi”, che hanno vegliato con amore il feretro coperto di rose rosse - portato a spalla, all'uscita, da Zoff e Conti, Maldini e Collovati, Rossi, Tardelli e Altobelli - avvolti dalla commozione palpabile.
“Bearzot è stato una persona straordinaria, unica - ha sussurrato Paolo Rossi -: non riesco a trovare nessuno con le sue caratteristiche. Era di una semplicità e di una bontà unica, pur nella sua rudezza, era protettivo con noi: era come un padre”.
Fulvio Collovati ha aggiunto: “E’ stato un maestro di vita e di calcio, precursore per molti versi del calcio moderno. Forse avrebbe meritato di più, maggiore riconoscimento, l'Italia lo ha un po' dimenticato”.
Commosso anche il pensiero di Dino Zoff: “E' stata una persona straordinaria, il dolore c'è ed è di tutti i suoi ragazzi. Non c'è un unico ricordo, il ricordo è costante ed è quello di una persona speciale, un uomo che si può considerare davvero un uomo”.