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Convegno sugli sport di squadra. Lippi: “Meglio i fuoriclasse dei campioni”

martedì 13 aprile 2010

Convegno sugli sport di squadra. Lippi: “Meglio i fuoriclasse dei campioni”

Arrigo Sacchi e Marcello Lippi, il passato e il presente della Nazionale, relatori in un convegno internazionale sugli sport di squadra organizzato dal Coni nell'ambito del proseguimento dei programmi formativi in vista dei Giochi Olimpici di Londra 2012. Due filosofie del calcio diverse, ma solidali in diversi punti, come ad esempio la necessità che si giochi meno per tornare ad uno spettacolo di maggiore qualità. Entrambi hanno una visione assai simile del calcio, dove conta soprattutto l'idea del gruppo a discapito del talento dei singoli.
“I tecnici rappresentano un patrimonio del nostro movimento – è l’introduzione del presidente del Coni Gianni Petrucci - ci vengono invidiati da tutto il mondo, sono i nostri veri gioielli, la forza del nostro sport insieme agli atleti”.
“I giocatori giocano in due squadre. Una è quella di club, in cui si viene pagati, l'altra è la Nazionale, che è quella dei sogni dove tutti vogliono arrivare perchè è il massimo a cui si può aspirare”: quella descritta dal ct della Nazionale, Marcello Lippi, è una distinzione netta. Il tecnico azzurro non ha dubbi sul differente “peso” tra maglie di club e nazionali e non mostra nessuna esitazione nemmeno nel dividere l'universo dei calciatori in campioni e fuoriclasse. “I primi sono dei solisti, dei galli nel pollaio, che hanno grandi doti, ma che non fanno nulla per migliorare e mettono in mostra le proprie qualità solo in poche occasioni. Sono primedonne che non si mettono a disposizione del gruppo, non aiutano la squadra”.
Diverso il discorso per i fuoriclasse: “Hanno il talento, non solo tra i piedi, e lo mettono al servizio del collettivo. Hanno grandi qualità in campo e fuori, incarnano i valori della leadership. Di questi giocatori – ha spiegato Lippi - più se ne hanno e meglio è. Un esempio? Non sono ancora certo di aver portato in Germania nel 2006 i migliori giocatori a disposizione dal punto di vista tecnico. Però sicuramente ho portato dei fuoriclasse per quanto riguarda la coesione di gruppo, grandi calciatori, campioni che sentono fortemente la voglia di mettersi a disposizione dei compagni e tutti insieme formare un gruppo, senza necessità di sentirsi primedonne. Cannavaro incarna alla perfezione questo identikit”.
Nel corso del proprio intervento relativo alla gestione del gruppo negli sport di squadra, Lippi ha poi sottolineato l'importanza della figura dell'allenatore. “Prima di gestire un gruppo bisogna costruirlo - le parole del ct dell'Italia - Ci
deve essere una guida forte, che non deve essere antipatico o simpatico, la cosa importante è che i giocatori devono sentire forte il messaggio che arriva dalla loro guida. Tutti, bravi e meno bravi, devono essere coinvolti e devono sapere che si può raggiungere assieme l'obiettivo finale. L'aspetto psicologico, nella costruzione di un gruppo - ha concluso Lippi - ha la stessa importanza di quello tecnico-tattico”.
Infine un riferimento ad Amauri: “Prima di tutto ci tengo a specificare una cosa, che il processo di italianizzazione di Amauri è iniziato ben prima del mio ritorno in Nazionale – ha sottolineato Lippi -  Lui aveva scelto l'Italia dall'inizio e gli attacchi contro di lui sono stati ingiusti. Non ho fatto promesse, questo lo sanno anche gli altri giocatori azzurri. Amauri da oggi ha il passaporto italiano e sarà seguito come tutti gli altri giocatori italiani”.

Foto in alto: Da sx i CT Fiori (Setterosa), Casiraghi (Under 21), Anastasi (Volley M), Barbolini (Volley F), Lippi (Nazionale Italiana), Petrucci (Pres CONI), Pagnozzi (Segr.gen CONI), Campagna (Settebello), Sacchi (Resp. Prep. Olimpica CONI), Pianigiani (Basket M)   - foto GMT

Foto in basso: Il Presidente del CONI Gianni Petrucci e Marcello Lippi - foto GMT