Attualità

Concluso lo stage dei portieri a Coverciano. Il bilancio di Antonio Rocca

giovedì 4 dicembre 2008

Concluso lo stage dei portieri a Coverciano. Il bilancio di Antonio Rocca

Con una sessione di allenamento si è concluso stamani al CentroTecnico di Coverciano lo stage di quattro giorni per portieri nati tra il 1990 e il 1993 organizzato dal Club Italia, primo appuntamento di un progetto volto a rilanciare la scuola italiana attraverso un monitoraggio costante e capillare. Ventitre i giovani selezionati dai Tecnici federali delle varie Nazionali, visionati in due gruppi distinti dagli specialisti Ivano Bordon, Luciano Castellini e Andrea Pazzagli nel corso di sei sessioni di allenamento mirate alla valutazione e all’affinamento della tecnica individuale, con l’obiettivo di integrare il lavoro svolto da ciascuno nei rispettivi club di appartenenza.

A tracciare il bilancio di questo primo appuntamento è il Tecnico Federale Antonio Rocca, coordinatore del progetto. “E’ stata un’esperienza molto positiva che ha lasciato soddisfatti sia l’intero staff tecnico che i ragazzi. Il compito di noi istruttori è cercare di capire quali problematiche incontra l’atleta nel processo di formazione, per intervenire nella sua evoluzione tecnica e renderla sgombra da elementi che possano ritardarne lo sviluppo. In questa occasione, oltre al lavoro sul campo, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con Gianluigi Buffon e Angelo Peruzzi, due campioni in grado di trasmettere con entusiasmo la loro notevole esperienza”.

Il lavoro dei tecnici azzurri non è stato mirato esclusivamente a valutare le qualità dei portieri sotto l’aspetto prettamente tecnico, ma anche a prendere in considerazione gli elementi attitudinali insiti nell’approccio e nell’interpretazione di questo ruolo, dove la componente psicologica è un fattore cruciale. “Abbiamo cercato di esaminare quella che, a tutti gli effetti, risulta essere una nuova figura nel calcio di alto livello: il ‘portiere del terzo millennio’ – esemplifica Rocca - Rispetto ai portieri del passato, con i quali si sono confrontati nel corso del raduno, questi ragazzi sembrano essere più fragili sul piano caratteriale, sebbene dotati di intelligenza e grande sensibilità. Sotto certi aspetti sono penalizzati: non usano più l’istinto primordiale per superare stress e ansie, non sono portati all’autoanalisi costante. Questo elemento può ritardare alcuni processi di costruzione che riteniamo fondamentali per il raggiungimento di un alto livello di prestazione”.

Il programma stilato dallo staff tecnico federale prevede il monitoraggio costante di questo gruppo per i prossimi sei mesi, al termine dei quali è previsto un ulteriore stage nel quale potrebbero trovare spazio nuovi elementi. “Faremo una sintesi su base annuale garantendo una verifica continua attraverso i nostri tecnici – precisa Rocca - Il prossimo saranno presi in considerazione i nati nel ’94. La cosa sulla quale tutti abbiamo convenuto è che, sul piano metodologico, vada non solo favorita una diversa partecipazione tecnica all’attività di allenamento per il portiere, perché con le nuove regole l’uso dei piedi può favorire una maggiore partecipazione tecnica allo sviluppo del gioco – conclude - ma anche per non ritagliargli addosso un ruolo che nella fase propedeutica può risultare gravoso”.