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Collina: “Gli arbitri stanno crescendo, ma in Italia c’è troppa pressione”

martedì 27 ottobre 2009

Collina: “Gli arbitri stanno crescendo, ma in Italia c’è troppa pressione”

“Cerchiamo di mettere meno pressione addosso agli arbitri. Colpa del voyerismo di alcuni che vuole analizzare ogni singolo episodio di ogni singola partita. E in questo modo non si lavora bene”: Pierluigi Collina, commissario della Can di serie A e B, difende la classe arbitrale davanti ai giornalisti sportivi provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato al terzo seminario organizzato a Coverciano da Ussi e Figc. “Ancelotti e Capello – ha continuato il designatore arbitrale – sanno, ad esempio, che in Inghilterra la pressione non esiste al termine di una partita, mentre in Italia c'è. Il gruppo di arbitri italiani sta crescendo, sta acquisendo esperienza, siamo avanti con il lavoro. Il problema in Italia è che serve un aiuto agli arbitri nel fare bene il loro lavoro, ecco perchè occorre dare al nostro mondo serenità”. 
Intervento a tutto campo da parte del designatore arbitrale, che ha toccato vari argomenti rispondendo alle domande dei cronisti, anche in merito alle dichiarazioni rilasciate il giorno prima, nella stessa sede, dal ct della Nazionale inglese Fabio Capello. “Gli arbitri non hanno paura della moviola – ha continuato Collina – e in ogni caso le decisioni sull'inserimento di tecnologia nel gioco del calcio dipendono dall'Ifab. 
Capello ha un rappresentante inglese nell'Ifab, dunque può muoversi lui in prima persona su questo fronte. Nel '99, rispondendo ad una sollecitazione della Uefa, dissi, come rappresentante degli arbitri, che non eravamo contrari all'utilizzo delle telecamere sulle linee di porta per verificare se il pallone è entrato: è stata scelta la componente umana, iniziando la sperimentazione con due arbitri dietro le linee di porta e vedremo quelli che saranno i risultati. Sull'utilizzo del tempo effettivo che si fa, ad esempio, nel basket, nel calcio si usano le regole del calcio, e soprattutto non capisco tutta questa voglia di cambiare. Nel campionato italiano, noi arbitri stiamo cercando di evitare che una pletora di falli interrompano il gioco: quando sostengo che nel calcio si fischia meno rispetto al passato, ho portato dei numeri a testimoniarlo”. Collina ha anche affrontato gli argomenti relativi all'ultimo week-end, a cominciare dalle polemiche del post Cagliari-Genoa e dallo sfogo del tecnico Gasperini, poi squalificato per un turno, dopo che i collaboratori della Procura federale, secondo quanto spiegato nel comunicato del giudice sportivo, hanno segnalato un insulto rivolto all'arbitro. “Trovo corretto che, sulla vicenda che ha riguardato Gasperini, la Procura federale abbia aperto un'inchiesta per approfondire. 
La decisione assunta dagli ispettori federali, che ha portato alla squalifica del tecnico, è un qualcosa di corretto, non un atteggiamento da spie come ha scritto qualcuno. Condivido quello che ha detto il presidente Abete: non ci sono squadre che danno fastidio, ma ci sono arbitri che sbagliano, come sbagliano i giocatori ed i tecnici”. Dopo Collina è intervenuto il presidente della Rai Paolo Garimberti (al quale la Federcalcio ha regalato la maglia personalizzata della Nazionale): una chiacchierata stimolante e ricca di spunti critici e di riflessione su come è cambiato negli ultimi 50 anni il linguaggio sportivo nella carta stampata e nelle trasmissioni radiotelevisive; è toccato poi al presidente della Lega nazionale professionisti Maurizio Beretta fare il punto sugli obiettivi e le strategie per rendere il calcio italiano ancora più competitivo, più organizzato, più moderno anche in termini economico-finanziari e quindi più forte in campo europeo. 
Prima dei ringraziamenti finali del presidente dell’Ussi Luigi Ferrajolo per i due giorni assai proficui di dibattito e di confronto con oltre 100 giornalisti sportivi di tutta Italia, i lavori del seminario si sono conclusi con l’intervento del presidente della FIGC Giancarlo Abete. Il numero uno della Federcalcio ha annunciato tra l’altro che, nel corso del prossimo Consiglio Federale, tra gli argomenti sarà affrontato anche quello che riguarda il rafforzamento dei controlli da parte della Fifa sul tesseramento di minori stranieri. “E’ una realtà strategica di sviluppo del nostro sistema – ha dichiarato Abete - in cui si corre il rischio, se si sbaglia tipo di impostazione, di negare il diritto al gioco a un ragazzo che magari ha delle complessità nella sua realtà, e dall'altra, se non si ha la giusta attenzione, di consentire situazioni improprie, illegittime e illecite che devono rimanere lontane dal mondo del calcio”.