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Albertini agli studenti della Bocconi: “Vi racconto la mia finale di Champions”

lunedì 21 novembre 2011

Albertini agli studenti della Bocconi: “Vi racconto la mia finale di Champions”

Come quando giocava a calcio, ha difeso e organizzato. Perché organizzare e far quadrare i conti di una finale di Champions League, quella di Roma del 2009, non è compito semplice. “È stato un lavoro particolarmente impegnativo, anche perché a livello di organizzazione il nostro paese a volte risulta un po’ deficitario”: Demetrio Albertini, vicepresidente della Figc, è intervenuto oggi alla Bocconi, di fronte alla platea di studenti del corso di finanza aziendale del triennio Cleam. L’incontro è stato organizzato da due dei docenti responsabili del corso, Claudia Tamarowski e Ombretta Pettinato, “per poter dare agli studenti una prospettiva diversa, quanto al tema della gestione economica, rispetto alle tradizionali testimonianze che provengono dal settore industriale. Il mondo dello sport, infatti, è parte importante del nostro pil”.

Albertini, che dopo una lunga carriera nelle file del Milan, ne ha intrapresa un’altra come dirigente sportivo, ha portato in aula la propria esperienza come organizzatore della finale 2009 tra Barcellona e Manchester United. “Un evento sportivo in cui la partita non è che l’ultimo atto di una serie di iniziative”, ha raccontato per spiegare quanto sia complesso dal punto di vista gestionale un avvenimento di tale portata. Perché se la partita vera e propria “è vista in tv da 150 milioni di persone”, l’evento nel suo insieme rappresenta un fenomenale volano per promuovere una città.

Prima di scendere in campo, infatti, quattro sono state le tappe che la macchina organizzativa ha messo in piedi per focalizzare l’attenzione del pubblico: “A dicembre dell’anno precedente c’è stato il lancio del logo; poi quello della biglietteria, per la quale è stata creata, al posto del semplice biglietto, una card con microchip che consentisse, per i tre giorni a cavallo della finale, di usufruire dei trasporti pubblici romani e dei musei capitolini”. Poi è cominciato il tour ‘fisico’ della famosa coppa con le orecchie, “che è stata esposta a Torino, Milano, Firenze, Napoli e infine consegnata alla città di Roma”. Infine la realizzazione del Champions Festival, ovvero di un villaggio sportivo che promuovesse la storia della Coppa e delle squadre che se la sarebbero disputata in quell’occasione.

In totale, “il costo dell’organizzazione dell’evento è stato di 5 milioni di euro”, ha spiegato Demetrio Albertini. La difficoltà più grossa, ha aggiunto, “è stata quella di mettere d’accordo l’aspetto sportivo con quello economico”. Ma l’operazione si è conclusa positivamente: “Tanto che – ha sottolineato Albertini - la finale del 2009 è stata poi presa ad esempio”. Tra l’altro, secondo l’ex calciatore, il ritorno per la città è stato notevole: “È stato valutato che la città di Roma abbia avuto una valorizzazione a livello turistico quantificabile in un incremento del 40% annuo. Oggi un evento sportivo raffigura un’opportunità economica, sociale e di confronto con altri paesi di straordinaria importanza”.