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Al funerale di Borgonovo tanta commozione e il coro ‘Borgo gol’

lunedì 1 luglio 2013

Al funerale di Borgonovo tanta commozione e il coro ‘Borgo gol’

Grande commozione a Giussano per il funerale di Stefano Borgonovo. L’ingresso del feretro è stato salutato dal coro ‘Borgo gol, Borgo gol’, scandito dalle circa 3000 persone che si sono raccolte nella chiesa Santi Filippo e Giacomo per stringersi attorno alla moglie Chantal e ai quattro figli dell’ex attaccante di Milan, Fiorentina, Como, Pescara e della Nazionale. Al centro della piazza, i tifosi del Como hanno disteso uno striscione con la foto del giovane Borgonovo in maglia lariana e la scritta "Stefano sempre presente".
Sul sagrato sono state invece adagiate diverse corone di fiori, fra cui quelle inviate dalla Federcalcio, dal presidente della Uefa Michel Platini e dalla Fifa.  Tanti anche i personaggi del mondo del calcio che non sono voluti mancare all’ultimo saluto a Borgonovo, da Roberto Baggio a Franco Baresi, da Arrigo Sacchi a Paolo Maldini. Tra i presenti il vicepresidente vicario della Figc Carlo Tavecchio, a Giussano anche in rappresentanza del presidente Giancarlo Abete, di ritorno nel pomeriggio dal Brasile con l’aereo che riporterà in Italia la Nazionale di Cesare Prandelli.  Un prolungato applauso ha salutato l'uscita dalla chiesa del feretro, che sarà sepolto nel cimitero di Giussano.

''Spero che il sacrificio di Stefano – ha dichiarato l’ex Ct della Nazionale e attuale coordinatore della nazionali giovanili Arrigo Sacchi -   possa dare risultati alla ricerca e che in futuro ci siano investimenti maggiori da parte dell'industria farmaceutica contro la Sla, una malattia che non coinvolge tante persone ma è terribile e porta alla morte peggiore. Stefano voleva vivere nonostante il suo handicap – ha ricordato Sacchi, che ha allenato Borgonovo al Milan - e credo che in questo sia stata fondamentale la sua famiglia''.

"Sono sempre stato ammirato per quello che ha trasmesso dopo la sua malattia – ha sottolineato il suo ex capitano Franco Baresi -  rimarrà con noi con la sua fondazione e dobbiamo ricordare chi è stato colpito dalla Sla".  "Era un ragazzo d'oro – ha ribadito un altro suo ex compagno ai tempi del Milan come Paolo Maldini - che ha combattuto nella giusta maniera. Le iniziative che ha promosso nel tempo andranno avanti, è una malattia della quale occorre parlare sempre di più".