Attualità

Al convegno della Lega Pro governance e strategie di gestione dei club

martedì 21 febbraio 2012

Al convegno della Lega Pro governance e strategie di gestione dei club

"Il mondo del calcio è cambiato anche nella sua struttura. Quando entrai in questo ambiente, c'erano
3 componenti e rappresentavano realtà e mondi diversi e articolati, oggi nel Consiglio federale ne siedono 7  ed è evidente come ciò determini la necessità di governance di tipo non assemblearistico”. Con queste parole il Presidente della Federcalcio Giancarlo Abete ha aperto stamani i lavori del convegno “Un contributo per nuove strategie di gestione delle società di calcio della Lega Pro”, organizzato presso l’Auditorium dall'Ara Pacis a Roma. All’incontro sono intervenuti tra gli altri il Presidente del CONI Gianni Petrucci, il Presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta, il Presidente della Lega Pro Mario Macalli; presenti in sala il membro del Cio Franco Carraro, l’ex presidente della Figc e della Lega Calcio Antonio Matarrese, il Presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, il questore di Roma Francesco Tagliente, il segretario dell’Osservatorio Roberto Massucci  e una folta rappresentanza del mondo calcistico e sportivo italiano.
“La ricerca a tutti i costi di un consenso di carattere associativo – ha proseguito Abete - determina difficoltà evidenti. Lo sforzo che va fatto e che faremo è quello di riaprire un tavolo di ottimizzazione della governance, avvieremo un dibattito per ottimizzare e risolvere la titolarità dei diritti in sede assembleare, altrimenti chiederemo al Coni se è necessario avere il 93 % del consenso per apportare modifiche statutarie”.
La politica di riforme avviata dal nuovo Governo in carica offre al mondo del calcio l’opportunità per apportare innovazioni di carattere strutturale e organizzativo che siano funzionali al proprio contesto sotto il profilo istituzionale e operativo. Un investimento sul futuro, secondo il gruppo di studio costituito dalla Lega Pro con alcuni tra i massimi esperti del settore normativo, articolato e orientato a un inserimento dei giovani sancito da tipologie normative e contrattuali specifiche sul modello dell’apprendistato, a una revisione della fiscalità, a un sostegno alle società sul piano della formativo e gestionale. “Parliamo di strategie di gestione che riguardano le nostre società – ha detto Mario Macalli - perché il calcio italiano non ha bisogno solo di stadi nuovi dotati di tutti i comfort, ma di stadi e impianti parametrati al territorio di riferimento e che soprattutto siano funzionali alla gestione di realtà più piccole. Il mantenimento in vita delle società del nostro settore non può che passare da un equilibrio del conto economico. Come si può pensare di gestire un club con 400 paganti? Ecco perché confidiamo nell’introduzione di una nuova legislazione in tema di impiantistica sportiva che consenta alle società di offrire risorse e opportunità alle loro comunità. Il nuovo esecutivo guidato da Monti ha intrapreso iniziative per aprire ai giovani, così vogliamo che sia nel calcio: non sarà un lavoro per tutta la vita, ma dovrà essere funzionale alla formazione dell’individuo”.
La società di calcio dunque come soggetto in grado di restituire valore ai propri stakeholders – governo e realtà aziendali locali, mondo della scuola, tifosi, media – sulla base della propria identità e missione, facendosi interprete di  aspettative legittime. “In un momento economico come questo, il calcio soffre di sostenibilità e dunque c’è l’esigenza di introdurre delle riforme del nostro sistema di funzionamento  - ha sottolineato Francesco Ghirelli, DG della Lega Pro – anche sul piano normativo. Il successo dell’esperienza della Francia, dove il dato sportivo è stato legato allo strumento della formazione anche sotto l’aspetto della flessibilità, è sotto gli occhi di tutti”.
L’impostazione proposta dalla Lega Pro sulla modalità di pensare il proprio futuro trova concorde il Presidente federale anche in relazione al numero di club compatibile con gli scenari che si vanno progressivamente delineando: “Il limite di 60 squadre, raggiungibile attraverso vari meccanismi e su un piano di equilibrio con le altre Leghe professionistiche e la LND, riguarda una decisione politica che possiamo tornare a discutere in breve tempo. Abbiamo il dovere di governare nella logica di un sistema condiviso”.
“Il rinnovamento dello sport italiano è sacrosanto - ha dichiarato il Presidente del Coni Petrucci a margine del convegno - e questo discorso vale non solo per il calcio, che ha bisogno di riforme, bensì per tutto il Paese. Adesso l'attenzione è sul mondo del pallone che ha certamente i suoi problemi, come ad esempio quello delle scommesse, ma li affronta. Il Coni ha varato infatti un codice etico - ha aggiunto Petrucci - per evitare che i presidenti (condannati seppur in primo grado ndr) possano continuare a svolgere incarichi da Consiglieri federali o di Lega. Detto questo, e' giusto, invece, che continuino a rappresentare le loro società. Siamo tutti in attesa che si facciano gli impianti di proprietà - ha ammesso - Ma intanto bisogna studiare cosa fare fino ad allora. Oggi gli stadi sono questi e bisogna capire cosa fare per non pagare pegno”.

Foto Ninni  Cannella