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Abete: “Il mondo arbitrale modello di rispetto delle istituzioni”

venerdì 26 agosto 2011

Abete: “Il mondo arbitrale modello di rispetto delle istituzioni”

“Il mondo arbitrale ha il diritto di avere l’attenzione da parte della Federcalcio: in un contesto che spesso dimostra di non avere la dimensione del rispetto delle istituzioni, delle persone, delle regole e degli impegni assunti, il mondo arbitrale si staglia 1000 anni-luce nel confronto con altre dimensioni”. Con un messaggio eloquente e significativo del particolare momento che sta attraversando il calcio in questa tormentata vigilia di inizio stagione, il Presidente della FIGC Giancarlo Abete ha portato il proprio saluto e ringraziamento agli arbitri delle CAN A e B riuniti a Coverciano per la tradizionale conferenza stampa inaugurale. All’incontro erano presenti tra gli altri il Vice presidente vicario e Presidente della LND Carlo Tavecchio, il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, il le massime rappresentanze dell’AIA, il Presidente Marcello Nicchi con i designatori Stefano Braschi e Domenico Messina, il Presidente dell’AIC Damiano Tommasi, il Presidente dell’AIAC Renzo Ulivieri, e il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, che ha ricevuto la tessera onoraria dell'AIA.

Un intervento, quello del presidente federale, particolarmente incisivo, che ha sottolineato l’alto profilo e senso delle istituzioni testimoniato dagli arbitri definiti come “punto di riferimento e orgoglio per la FIGC”, confermando l’AIA quale “presidio istituzionale che è nostro obiettivo salvaguardare”, forte di una “dimensione culturale capace di superare elaborazioni dialettiche di rottura, con una logica di gerarchia collegata a modelli di lavoro efficienti”. “Alcuni chiedono tanto e a volte non si capisce cosa chiedono, diventa così difficile dare delle risposte.  Il mondo arbitrale chiede rispetto, ripudio della violenza di ogni genere,  ma semplicemente che sia consentito loro di esprimere la propria partecipazione attiva in un mondo che amano” – ha detto Abete  ringraziando i 44 direttori di gara riuniti in sala.

L’avvio parziale della stagione calcistica, formalizzato dalla dichiarazione di sciopero dell’AIC, non ha distolto gli arbitri dal completare la preparazione per la prima giornata del massimo campionato che si sarebbe dovuta disputare nel fine settimana. “Ci sarebbe piaciuto iniziare – ha detto il Presidente dell’AIA Marcello Nicchi, intervenuto in apertura dei lavori - Da consigliere federale sono avvilito, da cittadino sono preoccupato. Credo che tutto il Paese debba prendere esempio dagli arbitri: sempre leali, puntuali, corretti, a tutti i livelli, in particolare coloro che garantiscono le 15.000 partite settimanali dei dilettanti”. Nicchi ha ricordato il “servizio tecnico e civile” svolto con trasparenza dall’associazione nelle 212 sezioni, auspicando che nell’anno del Centenario la “gente che ama ancora il calcio, quello polveroso delle periferie e quello di vertice”, impari a riconoscere il ruolo degli arbitri nel contesto del gioco e del sistema calcio. Magari tributando un applauso al direttore di gara quando mostra il cartellino rosso a qualche professionista reo di comportamento non adeguato. “Andate in campo tranquilli perché sapete arbitrare bene. E non vi preoccupate di un fuorigioco di 3cm – ha detto Nicchi alla sua squadra, augurando nel contempo ad AIC e Lega Serie A di “ritrovare il senso di quello sport che sembra un po’ smarrito”.

Prima dell’ufficializzazione dello sciopero erano intervenuti i designatori Stefano Braschi e Domenico Messina ad esporre le linee guida tecniche che hanno caratterizzato la fase preliminare della preparazione. “La strada intrapresa è stata quella di tutelare il gioco; punire la violenza, l’arroganza e chi fa il furbo – ha detto Braschi, che ha tenuto a sottolineare quanto la proficua collaborazione con i calciatori abbia fortemente ridimensionato il numero degli interventi arbitrali nel corso della scorsa stagione sportiva. “Faremo degli errori, spero pochi – ha concluso – Abbiamo raggiunto un ottimo livello quanto a tolleranza di errore, il 3,57%. Se arriveremo al 3.20%  sarà comunque un risultato, noi lavoriamo per questo”.