Consiglio Federale

Abete formalizza le dimissioni e convoca per l’11 agosto l’Assemblea elettiva

lunedì 30 giugno 2014

Abete formalizza le dimissioni e convoca per l’11 agosto l’Assemblea elettiva

Formalizzando, in apertura del Consiglio federale, le dimissioni annunciate subito dopo l’eliminazione della Nazionale dal Campionato del Mondo, il presidente Abete ha contestualmente convocato per lunedì 11 agosto l’Assemblea elettiva dove si voterà per eleggere il nuovo presidente e il nuovo consiglio federale. Fino a quella data – come prevede lo statuto – la Figc agirà in regime di ordinaria amministrazione sotto la guida del presidente e del consiglio federale uscente. “Cercherò di gestire la situazione al meglio – ha dichiarato Abete nel corso di una conferenza stampa affollata - sino all'11 agosto. Cercheremo di lavorare bene per le aree di nostra competenza come l'iscrizione ai campionati. Ho detto alle componenti che mi sarei riservato di organizzare
degli incontri per mantenere partecipata la conduzione della federazione. Sono assolutamente confermate le motivazioni personali, professionali e di politica sportiva che hanno reso le mie dimissioni irrevocabili”.

Ai consiglieri, Abete – dopo aver ricordato la scomparsa di Ciro Esposito - ha ribadito che la sua decisione “è maturata prima dei Mondiali rispetto alla scelta di concludere comunque in anticipo il mio mandato svolto a livello volontaristico, che sarebbe scaduto alla fine di questo quadriennio olimpico”.
Nel dibattito successivo, sono intervenuti nell'ordine: il vice presidente vicario e presidente della LND Carlo Tavecchio, che ha insistito sulla richiesta che Abete ritirasse le dimissioni; a Giancarlo Abete, Tavecchio ha rivolto – a nome di tutta la LND – parole di “stima, apprezzamento e condivisione delle scelte di politica sportiva fin qui adottate dalla FIGC; le dimissioni di Abete - ha detto Tavecchio - sono la conseguenza di una logica perversa che in Italia mette in relazione risultati sportivi e risultati gestionali e di politica sportiva perseguiti con successo in questi anni, peraltro a titolo di impegno volontario, non retribuito”.
Il presidente della Lega Pro Mario Macalli è intervenuto per sostenere la richiesta di ritiro delle dimissioni da parte di Abete, al quale ha rinnovato stima e affetto, auspicando che il mondo del calcio sappia dare un'ulteriore testimonianza di unità e di solidarietà affinché si rinnovi dal suo interno.
Demetrio Albertini - che già prima dei Mondiali aveva annunciato le dimissioni da vice presidente  e presidente del Club Italia - ha ringraziato  l'intero Consiglio per il lavoro svolto in questi anni e per l'esperienza maturata: “Il mio ringraziamento ad Abete per la sensibilità umana, un grande metodo di gestione, in rispetto delle regole e dei ruoli”.
Per Nicchi, presidente AIA, ad Abete va la gratitudine dell'intero mondo arbitrale: “Perdiamo un grande valore aggiunto per il calcio italiano”.
Il presidente dell'AIC Damiano Tommasi ha voluto sottolineare il valore dirigenziale e lo spessore umano di Giancarlo Abete: “A nome di tutti i calciatori che rappresento, lo ringrazio anche perché la sua scelta di responsabilità ci imporrà scelte condivise per il bene del calcio italiano, cercando di svestire i panni di rappresentanti delle varie componenti interne per essere consiglieri federali a tutto tondo”.
Per Renzo Ulivieri, presidente dell' Associazione Allenatori, ad Abete va “la stima e l'affetto del nostro mondo. E di qui all'11 agosto, con il suo aiuto, vorrei che il Consiglio federale portasse a compimento alcuni progetti già tracciati”.
Sulla stessa linea, a nome della Lega di Serie A, Claudio Lotito: “Capacità dirigenziale e passione disinteressata per questo mondo vanno da noi ricambiate con la realizzazione nelle prossime settimane degli obiettivi che Abete ci ha indicato e ha posto al centro del suo impegno al servizio del calcio”.
Per la LND è intervenuto anche il consigliere federale Colonna, esprimendo la convinzione che la FIGC abbia al suo interno la forza e la capacità per rinnovare i propri organi dirigenti.


Nel corso della conferenza stampa, Abete non si è espresso sui nomi che circolano in questi giorni come candidati alla presidenza della Figc: “Per motivi di opportunità non rispondo. Non entro nella competizione elettorale perché devo essere il garante del sistema delle regole. Auguro al mio successore un risultato migliore del mio”.

Infine, ammettendo che “per quanto riguarda le istituzioni, tutti sanno che, al di là dei rapporti personali, non c'è condivisione di alcune politiche sportive portate avanti dal Coni”, Abete ha sottolineato che “continuerò a fare politica sportiva con grande 
rispetto per le istituzioni e cercherò di dare il mio contributo perché ritengo che ci siano problematiche che non si risolvono facendo venir meno al mondo del calcio un sedicesimo di quello che già produce e dà al sistema Stato. Ci poniamo il problema esistenziale se i 62 milioni dati al calcio siano troppi, così facendo si indeboliscono le istituzioni. Una diminuzione delle risorse determina un indebolimento delle istituzioni sportive e un rafforzamento dei soggetti privatistici”.