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Abete: “Abbiamo arbitri di qualità, pensiamo ad investire sui giovani”

lunedì 27 maggio 2013

Abete: “Abbiamo arbitri di qualità, pensiamo ad investire sui giovani”

I problemi del calcio italiano non sono legati alla qualità degli arbitri e se vogliamo veramente crescere non bisogna perdersi in sterili polemiche, ma è fondamentale valorizzare i  giovani e insistere sulla tutela dei vivai. Il presidente della Figc Giancarlo Abete prende spunto dalle brillanti direzioni di gara di Rizzoli e Orsato nelle finali di Champions League e Coppa Italia per sottolineare quali siano le reali problematiche del nostro calcio: “Le prestazioni di Rizzoli e Orsato – ha dichiarato il presidente federale ai microfoni di ‘Radio Anch’io lo Sport’ -  dimostrano che il problema non è la qualità degli arbitri, ma qualcos'altro, che sia il clima, l'atmosfera, la difficoltà di essere competitivi e su questo tutte le società facciano una riflessione. Bisogna gestire meglio la qualità dei giocatori che vengono acquistati, il livello stipendiale e la capacità di progettare il futuro, anche attraverso la valorizzazione dei vivai"

Investire sui giovani è l’unico modo per non perdere strada rispetto alla Germania, il Paese che più di tutti ha deciso di puntare sui vivai: “Abbiamo un'età media ancora troppo elevata – ha ribadito Abete - e c'è una difficoltà di valorizzazione dei giovani nel campionato di serie A. A livello di nazionali giochiamo 175 partite all'anno che rappresentano delle opportunità per accumulare esperienza internazionale, ma devono fare la loro parte anche i club. Partirà ora una Champions Under 19 per le 32 società qualificate ai gironi, sarà un'altra opportunità di crescita ma bisogna fare di più. Il modello tedesco è solo della Germania, anche Inghilterra e Spagna stanno molto indietro e così la stessa Francia. La Germania non ha grandi investitori che oggi ci sono e domani non possono esserci, ha bilanci a posto, stadi di qualità eccelsa, una cultura diversa rispetto a quella degli altri Paesi".

A parte la Germania, anche nel resto d’Europa non mancano le difficoltà: “La situazione del calcio in Spagna è più complessa di quella nostra a livello di bilanci, mentre l'Inghilterra ha sì vinto l'Europa League, ma non aveva alcuna squadra fra le migliori otto in Champions e dipende da capitali esteri".

Intanto la Nazionale di Prandelli sta preparando due appuntamenti importanti come il match delle qualificazioni mondiali con la Repubblica Ceca e la Confederations Cup, mentre l’Under 21 di Devis Mangia sarà di scena tra pochi giorni in Israele per la fase finale del Campionato Europeo: “L'Italia è sempre in grado di fare risultato - ha detto Abete - A volte poi è più difficile fare risultato per una squadra di qualità e ben allenata a livello di nazionale che non di club. Quando si disputano 38 partite di campionato, alla fine si vede chi ha fallito il campionato e chi ha vinto; per la Nazionale è diverso. Abbiamo due grandi occasioni, con l'Under 21 all'Europeo e la Nazionale impegnata in Confederations Cup, ma la partita di Praga del 7 giugno diventa uno snodo fondamentale''.
 
L'Italia favorita al Mondiale come dice Platini? ''L'Italia - risponde Abete - non è favorita al Mondiale, ma ha sempre dimostrato che lo può vincere. Se il ranking fotografa pur con qualche inesattezza il valore in campo, il ranking ci dice che ci sono altre squadre che ci precedono, come Spagna e Germania''.

Dopo aver ricordato la necessità di aggiornare la legge sulla frode sportiva (“in Italia c’è una legge ma è del 1989”), il presidente federale ha commentato la finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio: “E’ stato un evento cominciato in salita. Fin dall'inizio c'è stata troppa attenzione sull'orario e questo ha determinato un vulnus. E quando si fa così si capisce che c'è qualcosa che non va. La percezione è stata negativa. Ieri la partita è stata più intensa che bella. Senza dubbio bisogna fare molto di più perché non si può andare allo stadio con la paura, non si può andare allo stadio con uno spirito con non sia sereno''.