Varie

Storia: Vittorio Pozzo, da brutto anatroccolo a cigno

mercoledì 11 luglio 2012

Storia: Vittorio Pozzo, da brutto anatroccolo a cigno

Vittorio Pozzo è stato l'allenatore della Nazionale più vincente di sempre. Il suo personale carnet può vantare i titoli Mondiali del 1934 e del 1938, l'oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e due Coppe Internazionali.

La prima volta di Pozzo sulla panchina Azzurra non fu tuttavia contraddistinta da ottimi risultati.

Venne chiamato a guidare la spedizione Azzurra alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, ma restò in carica per sole tre partite. Con la Finlandia perse per 3 a 2, vinse con la Svezia per 1 a 0, ma venne travolto per 5 a1 dall'Austria. Al ritorno in Italia diede le dimissioni, e tornò alla sua vecchia occupazione, quella di dirigente della Pirelli. Il torinese prese quindi parte alla prima guerra mondiale fra gli Alpini come tenente.

 

E, come spesso avvenne per i soldati, l'esperienza in trincea lo cambiò, forgiandone le doti caratteriali, specialmente quelle carismatiche e umane utili a indurre i propri sottoposti a dare il massimo per una causa comune. Pozzo fece ritorno per un breve periodo sulla panchina azzurra nel 1924, in occasione delle Olimpiadi di Parigi. Con l'Italia arrivò ai quarti e venne sconfitto dalla Svizzera.

 

Seguirono nuove dimissioni, questa volta rassegnate per dedicarsi, oltre che al lavoro dirigenziale e a quello giornalistico, come collaboratore de La Stampa, alle cure della moglie gravemente malata. Siccome, come è noto, 'non c'è due senza tre', Vittorio Pozzo fu chiamato per la terza volta ad allenare la Nazionale. Era il 1929, da allora rimase seduto sulla panchina azzurra fino al 1948, scrivendo pagine di storia che vengono tuttora considerate fra le più preziose del nostro calcio. La diceria popolare 'il buon giorno si vede dal mattino', almeno in questo caso, non ha colto nel segno.