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Leggenda Azzurra: Vittorio Pozzo

domenica 22 luglio 2012

Torinese di nascita, nel 1906 fonda il Torino FC, squadra in cui milita per cinque stagioni sino al ritiro dall'attività agonistica nel 1911 (in precedenza aveva giocato anche in Svizzera col Grasshopper), e di cui diviene, dopo la Prima Guerra Mondiale, direttore tecnico dall'anno successivo sino al 1922.

 

Assunse la guida degli Azzurri in occasione delle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 (allenerà la Nazionale anche ai Giochi di Parigi nel 1924), ma fu dal 1929 che iniziò la saga di Pozzo e dell'Italia degli "Invincibili" che riuscì a collezionare un impressionante elenco di trofei: due titoli mondiali (1934 e 1938), un oro olimpico (1936) e due coppe internazionali (1930 e 1935), con una percentuale di partite vinte pari al 65,97% delle partite giocate.

 

Pozzo fu criticatissimo nel 1934, al suo primo mondiale, per le scelte dei convocati, ma i risultati e il tempo gli diedero ragione. A chi attribuiva il successo mondiale del '34, in casa, all'influente regime fascista di Mussolini, Pozzo e gli Azzurri risposero vincendo l'oro olimpico del '36, a Berlino, e, primi nella storia, bissando la vittoria nella Coppa Rimet nel 1938, in Francia. Con l'austriaco Hugo Meisl (amico e avversario), Pozzo portò alla ribalta un sistema di gioco chiamato "il metodo" (o doppio W, oggi diremmo 2-3-2-3), avvalendosi della presenza in squadra di alcuni grandissimi fuoriclasse della storia del calcio mondiale come Meazza, Piola, Ferrari, Schiavio e Orsi.

 

Durante gli ultimi anni di vita, oltre a dedicarsi all'attività di giornalista e commentatore sportivo per il quotidiano La Stampa, Pozzo contribuì alla creazione del Centro Tecnico Federale di Coverciano. Le statistiche di Vittorio Pozzo su Figc.it