Casa Azzurri

Benvenuta Azzurra, la versione femminile della mascotte delle Nazionali: l'esordio a Iserlohn accanto a Oscar

Indossa la maglia numero 11, perché nel 1911 la Nazionale vestì per la prima volta la maglia di colore azzurro, dopo le prime due gare in bianco. Il debutto un anno e tre mesi dopo Oscar

martedì 11 giugno 2024

Benvenuta Azzurra, la versione femminile della mascotte delle Nazionali: l'esordio a Iserlohn accanto a Oscar

Non una, ma due mascotte. Il pubblico di Iserlohn che ha dato il benvenuto alla Nazionale, atterrata ieri in Germania, ha potuto salutare anche Oscar e la new entry Azzurra. Vestirà la maglia numero 11, e non solo perché la prima uscita ufficiale avviene l'11 giugno: Azzurra ha il numero 11 perché nel 1911 la Nazionale vestì per la prima volta la maglia di colore azzurro dopo le prime due gare in bianco, così come Azzurra arriva a circa un anno di distanza dall'esordio di Oscar, cucciolo di pastore maremmano-abruzzese, nato dal maestro Carlo Rambaldi, noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico, con le quali ha vinto tre Premi Oscar, e scomparso nel 2012. Oscar aveva debuttato a Napoli nel marzo 2023, in occasione di Italia-Inghilterra. 

L’idea di Rambaldi. Negli appunti allegati al bozzetto della mascotte, Rambaldi scriveva di aver scelto l’immagine del pastore maremmano-abruzzese “perché è un cane dotato di grande coraggio, di capacità di decisione, tipicamente italiano e la sua storia è intimamente legata alla storia millenaria della nostra terra e delle sue genti, adatto a rappresentare lo sport più bello del mondo, le passioni che suscita e l’italianità”. Oltre ad aver individuato in questo animale “la capacità di iniziativa, la competitività, la fedeltà, il senso del gruppo”.

Alla realizzazione del progetto hanno collaborato Victor e Daniela Rambaldi, figli del genio degli effetti speciali. “Rambaldi – aveva raccontato il presidente della FIGC Gabriele Gravina – nel 2007 mi consegnò un book che conteneva questi bozzetti che io ho donato alla FIGC. La sua fama all’estero era straordinaria, ma lamentava di essere stato poco considerato in Italia. Sono orgoglioso di aver dato vita ad un’altra sua creazione”.