Ricorrenze Azzurre

24 giugno: il giorno “agrodolce” per Cannavaro, Gattuso e Conte

mercoledì 24 giugno 2015

24 giugno: il giorno “agrodolce” per Cannavaro, Gattuso e Conte
Il 24 giugno è un giorno che a distanza di dieci anni è riuscito a legare sentimentalmente le carriere di tre grandi giocatori della storia azzurra: Fabio Cannavaro, Rino Gattuso e Antonio Conte. In quel giorno nel 2010 l'Italia scende in campo a Johannesburg in Sudafrica per l'ultima gara della fase a gironi dei Mondiali. Gli Azzurri stanno deludendo e Marcello Lippi per la partita decisiva contro la Slovacchia punta sui veterani, tra cui i “combattenti” Fabio Cannavaro e Rino Gattuso. Per il capitano si tratta della presenza numero 136 in maglia azzurra, mentre il centrocampista sale a quota 73. Quello sudafricano, però, non è il Mondiale dell'Italia che, sconfitta dalla Slovacchia, abbandona la kermesse. È la fine di un ciclo che aveva portato gli Azzurri alla gloria di Berlino quattro anni prima. È la fine dell'era Lippi ed è l'ultima partita in Nazionale per Cannavaro e Gattuso. Tutti questi Eroi Azzurri avrebbero meritato senz'altro un'uscita di scena migliore. Dieci anni prima, il 24 giugno del 2000, l'Italia di Dino Zoff è alle prese con i Quarti di Finale degli Europei allo stadio Re Baldovino di Bruxelles contro la Romania. Il clima in casa Azzurri è tutto diverso rispetto al Sudafrica, anche se la gara ad eliminazione diretta non permette di rilassarsi. Non è un caso, infatti, che Zoff affidi la maglia da titolare ad Antonio Conte, un giocatore i cui cavalli da battaglia sono da sempre concentrazione ed impegno. Alla ventesima presenza, il centrocampista bianconero va ad un passo dalla sua terza rete azzurra a metà del primo tempo: è comunque il prologo al vantaggio dell'Italia firmato da Francesco Totti, poi doppiato dal gol di Filippo Inzaghi. Al decimo minuto del secondo tempo, tuttavia, un brutto fallo di Gheorghe Hagi costringe anche un combattente come Conte ad abbandonare il campo in barella per un infortunio alla caviglia. Anche lui avrebbe meritato miglior sorte per la sua ultima gara azzurra, ma quello di Conte alla Nazionale non è stato un addio, bensì un semplice arrivederci da allenatore.