Ricorrenze Azzurre

22 settembre 1993: la classe di Baggio e Mancini per piegare l'Estonia

martedì 22 settembre 2015

22 settembre 1993: la classe di Baggio e Mancini per piegare l'Estonia
Vietato fallire per l'Italia, che il 22 settembre del 1993 scende in campo a Tallinn per la terzultima gara di qualificazione ai Mondiali statunitensi. Avversaria l'Estonia, squadra materasso del Gruppo A, ma Arrigo Sacchi deve fare i conti con le assenze di otto giocatori infortunati. Il ct è costretto quindi a lanciare dal primo minuto tre esordienti: Benarrivo, Manicone e Andrea Fortunato (prima e unica presenza in Azzurro per il compianto terzino della Juventus, scomparso a soli ventitré anni per leucemia). Ci sono, tuttavia, alcuni punti fermi: in difesa capitan Franco Baresi, giunto alla sua gara numero 70 con la maglia dell'Italia; in attacco Roberto Baggio, che tocca invece quota 30 presenze in Azzurro. Ed il Divin Codino è in una delle sue tante serate di grazia, autentico faro del gioco dell'Italia. Dopo appena venti minuti con un assist geniale serve in area di rigore Eranio, che è abbattuto dall'estone Bragin. Sul dischetto si presenta lo stesso Baggio, che non perdona. Nonostante il gol, l'Italia fa fatica a creare occasioni con una certa costanza. Ed è per questo che Sacchi lascia in panchina Lombardo all'intervallo, per puntare sul talento di Roberto Mancini. I due fantasisti Azzurri trovano subito l'intesa e al quarto d'ora, dopo un pallone recuperato da Benarrivo, Baggio costruisce per Mancini, che dal centro dell'area non fallisce. Sul 2-0 e con la possibilità di contare sulla classe dei due numeri 10, gli Azzurri giocano finalmente in scioltezza e a quindici minuti dal termine chiudono il conto. Mancini mette in apprensione la difesa estone, che respinge l'offensiva azzurra come può. Il pallone arriva sui piedi di Roberto Baggio, che dalla lunetta piazza il pallone all'angolino dove il portiere Poom non può proprio arrivare. L'Italia vince così 3-0, ma qualcuno comincia a parlare di una Baggio-dipendenza degli Azzurri: una dipendenza che tuttavia porterà la Nazionale di Sacchi ad un rigore di distanza dalla conquista dei Mondiali statunitensi.