La lotta al tumore dalla panchina: il racconto di Giorgio Rotolo emoziona l’aula magna di Coverciano
L’allenatore dello Stresa, formazione neopromossa in Serie D, ha parlato del carcinoma che ne ha sconvolto la vita: “Il calcio mi dà forza”martedì 21 giugno 2022
Un ‘leone’: così lo definisce più volte Nicola Binda, il giornalista de La Gazzetta dello Sport che ne ha raccontato la storia sulle pagine della ‘Rosea’, cercando di tratteggiare la sua lotta col tumore. Ma Giorgio Rotolo, dal bancone dell’aula magna di Coverciano, ci tiene a precisare spesso che “no, non sono un leone: sono una persona qualunque che lotta contro questo brutto male”.
Eppure quello che emerge dal suo racconto agli allievi dei corsi allenatori UEFA A e UEFA Pro - tutti insieme ad ascoltare in rigoroso silenzio le sue parole, con la commozione che a fatica viene trattenuta – è un mister che lotta con tutte le sue forze, che nel calcio ha trovato ancora più energie e che vuole far passare un messaggio di speranza.
“Non ho un segreto, quello che è successo a me purtroppo può succedere a chiunque” racconta Giorgio Rotolo, 54enne allenatore dello Stresa, formazione piemontese neopromossa in Serie D. La sua storia, che nella sceneggiatura della vita ha avuto un inaspettato e tremendo colpo di scena, con la scoperta di un 'carcinoma squamoso alla mandibola' durante un controllo di routine, può però essere di esempio a molte persone, grazie alla voglia di non arrendersi. Tra chemioterapie, umore che cala a picco improvvisamente ed energie che spesso faticano ad esserci, non è semplice andare avanti. Eppure Rotolo racconta come sia “riuscito far convivere il calcio con la malattia. Quando scendevo in campo, mi sentivo benissimo”.
Da tutto questo, dal “calcio che mi dà la forza”, dal rapporto col direttore sportivo che diventa un’amicizia fraterna, dalla promozione in Serie D alla guida di una squadra di giocatori che si sono stretti intorno al loro allenatore nel momento più difficile, emerge una storia di vita e di passione, di quelle che fanno affiorare la pelle d’oca e che lasciano senza parole. E se proprio le parole in questi casi sono difficili da trovare, ecco che l’aula magna tributa un lungo applauso a Giorgio Rotolo. Un vero ‘leone’.