Rossella Trisolini (A.P. Olimpiha): la resilienza del cuore
"Questo periodo ha dato a tutti la possibilità di rimettere le cose in prospettiva, facendoci sentire la mancanza dei piccoli gesti quotidiani a cui prima non davamo il giusto peso e valore"mercoledì 13 maggio 2020
Volitiva e tenace, ma anche resiliente. Ed è proprio la resilienza, cioè la tenacia con cui nella vita si è capaci di farsi forza e rialzarsi nonostante le difficoltà che contraddistingue caratterialmente Rossella Trisolini, presidente dell’Associazione Polisportiva Olimpiha che partecipa al torneo della DCPS indossando i colori biancoverdi della S.S. Monopoli 1966. Nonostante il delicato momento dovuto all’emergenza sanitaria Covid- 19, colpisce l’entusiasmo e la passione con cui ti parla dei “ suoi” calciatori e di come sia consapevole che mai come ora sia fondamentale fare squadra tutti insieme per vincere la sfida più importante. Come ci racconta in questa lunga chiacchierata a cuore aperto tra sogni e obiettivi da raggiungere.
Come hanno vissuto i ragazzi questo periodo di stop forzato e isolamento?
“I ragazzi inizialmente hanno vissuto male questa situazione di isolamento e di stop forzato, è stato difficile sia dal punto di vista fisico che mentale, ma fortunatamente la nostra associazione fa parte dell’Impresa Sociale Auxilium, che gestisce strutture riabilitative e con l’aiuto degli educatori è stato possibile connettersi con loro. Ogni giorno ci chiedono quando si ritornerà in campo per poter riprendere la vita di prima senza limitazioni e senza distanze, ma questo per il momento non sarà possibile. Ovviamente cerchiamo in tutti i modi di affrontare serenamente la situazione creando delle alternative diverse. Abbiamo lavorato anche sulla gestione delle loro emozioni; a volte tristezza, paura, altre volte rabbia, ma con gran fatica abbiamo superato la prima fase e adesso ci accingiamo a vivere la seconda fase”.
Come hai trascorso la quarantena?
“La mia quarantena l’ho vissuta a casa in famiglia lavorando in smart working, rimodulando i miei tempi e la gestioni degli spazi familiari. Prima di essere un presidente di un’associazione, sono un educatore professionale che non ho smesso di lavorare e che con caparbietà ha cercato di mettere in connessione le persone in qualsiasi modo. Ho cercato di mettere in pratica la mia capacità di resilienza trasferendola agli altri. Quella speranza e quel desiderio di miglioramento che ti fanno agire e ti danno la voglia di rimetterti in piedi dopo essere caduto. Così come quando giochi a calcio, cadi e devi esser pronto a rialzarti e riprendere a giocare con la tua squadra”.
Come vi siete organizzati con l’associazione per rimanere connessi con la squadra? Avete intrapreso attività a distanza?
“L’Associazione Polisportiva Olimpiha è riuscita a rimanere connessa con i propri atleti utilizzando le piattaforme della rete per poter svolgere allenamenti di base grazie ai consigli tecnici fornito da Alessandro Frustaci, docente del corso formativo on line messo a disposizione dalla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale in queste settimane difficili. Ho partecipato fin da subito al percorso formativo di inclusione e formazione che è diventato un appuntamento importante domenicale. L’ho preso in considerazione con entusiasmo perché credo nell’importanza della formazione e soprattutto nella possibilità di parlare lo stesso 'linguaggio sportivo'. Infatti il corso ha dato l’opportunità importante di avere una formazione, un punto di partenza comune per poter essere pronti tutti di affrontare la nuova stagione dei tornei della DCPS quando sarà possibile ripartire. Il corso così come è stato pensato e strutturato grazie alla professionalità dello staff DCPS e di Alex Frustaci ha dato l’opportunità di mettere in pratica , seppure a distanza, quanto appreso settimana dopo settimana”.
Questa improvvisa emergenza ha stravolto vite e quotidianità di tutti costringendoci a fermarci a riflettere su molte cose che davamo per scontate. Pensa che questa situazione farà cambiare le priorità nella vita di ciascuno?
“Sicuramente questa emergenza ha stravolto le nostre vite private e lavorative, le nostre abitudini, rimodulando la gestione del nostro tempo e fermando tutti indistintamente, ricco o povero, costringendo a ripensare ad un nuovo modo di vivere. Sicuramente non dimenticheremo questo periodo , non solo per la paura che in alcuni momenti l’ha contraddistinto, ma per quello che ci ha insegnato. Le nostre priorità sono cambiate in maniera forzata e abbiamo imparato a fermarci , a ripensare alla gestione del nostro tempo, dei nostri spazi. Questo periodo ha dato a tutti la possibilità di rimettere le cose in prospettiva, facendoci sentire la mancanza dei piccoli gesti quotidiani a cui prima non davamo il giusto peso e valore, anche nell’isolamento e con le limitazioni possiamo riscoprire la ricchezza della quotidianità”.
Avvolgiamo il nastro e torniamo all’inizio del campionato. Qual è la fotografia che porti nel cuore e alla quale ripensi più spesso?
“La fotografia ricorrente a cui ripenso spesso e che mi dà la forza di continuare è quella di Francesco, un atleta che ha preso parte alla conferenza stampa e poi alla partita organizzata lo scorso 30 gennaio a Roma per dare il via alla stagione sportiva. Il volto di Francesco che ha indossato con orgoglio la maglietta bianca della DCPS e il suo semplice sorriso mi hanno trasmesso una gioia infinita, confermando che tutti gli sforzi che noi facciamo quotidianamente producono energia e vitalità”.
Ci descrivi la tua squadra?
“La nostra squadra è una squadra non solo special, ma davvero super perché nonostante perdiamo quasi tutte le partite, a fine gara ogni atleta riesce a uscire dal campo non sconfitto dai gol, ma vittorioso per aver contribuito con ogni sforzo al gioco di squadra”.
Che presidente sei? Ci sveli un pregio e un difetto?
“Un presidente un po’ diverso, nel senso che non mi piace primeggiare né tanto meno apparire per mostrare il lavoro della nostra associazione. Sono nata operativa e preferisco continuare a farlo, rimanendo a bordo campo per lavorare con i nostri atleti. Un mio difetto che a volte può diventare anche un pregio è quello di essere testarda: trovo complicato riuscire a smuovermi da una decisione o un obiettivo una volta fissati. Un mio pregio, anzi due, invece è quello di essere ottimista e svolgere il mio lavoro con passione, perché l’entusiasmo ti mette le ali. Con passione riesci a fare qualsiasi cosa. Quella stessa passione che riesci poi a trasferire gli altri per poter lavorare in sinergia e in rete”.
Quali obiettivi ti poni per il futuro?
“Gli obiettivi per il futuro sono tanti, ma quello più importante sicuramente in questo momento è ritornare in campo con i miei atleti e riprendere a giocare a calcio”.
Ultima. Quale messaggio ti piacerebbe mandare ai ragazzi per incoraggiarli?
“Insegno sempre che una partita vinta o persa è importante per creare lo spirito di agonismo utile per affrontare il campionato a testa alta, ma prima di tutto chiedo ai nostri atleti che mettano sia in campo che fuori un atteggiamento di FAIR PLAY, perché i valori acquisti attraverso lo sport vengono riflessi nella vita quotidiana”.