1962

Un brutto mondiale per una brutta Italia

1962

Il Cile ospita nel 1962 una delle più brutte edizioni dei Mondiali. Pesanti manovre politiche influenzano i fattori tecnici e a dominare la scena sin dall'inizio è il calcio violento e intimidatorio. La spedizione italiana nasce subito sotto una cattiva stella: la convivenza della coppia Mazza-Ferrari, che ha la responsabilità della nazionale azzurra, è problematica perchè i due sono in disaccordo su tutto.

La formazione è frutto di complicate alchimie alle quali non sono estranei alcuni giornalisti influenti. Inoltre a peggiorare l'ambiente del ritiro contribuiscono gli articoli di alcuni inviati italiani, che denunciano le condizioni sociali del Cile e vengono subito strumentalizzate dalla stampa locale. Il pareggio dell'esordio contro la Germania Ovest di Haller e Seeler viene accettato di buon grado da entrambe le squadre, anche se la partita è bruttissima. Poi ci tocca il Cile: in un clima pesantemente intimidatorio e con la complicità dell'arbitro inglese Astor, gli azzurri cadono nella trappola delle provocazioni dei sudamericani e finiscono l'incontro in nove per le espulsioni di Ferrini e David. La sconfitta per 2 a 0 boccia l'Italia, che nell'ultima inutile partita batte la Svizzera.

In finale arrivano il Brasile, vecchiotto ma sempre ricco di classe, e la potente Cecoslovacchia. Le due squadre si sono già incontrate nel girone eliminatorio (0-0) e in quella occasione si è infortunato Pelè: uno stiramento inguinale che toglie il miglior calciatore del mondo dal torneo mondiale. Il suo posto viene preso da Amarildo, che poi farà fortuna in Italia nel Milan. Il vantaggio messo a segno dal possente Masopust illude i cechi, ma poi Amarildo, Zito e Vavà regalano al Brasile il secondo titolo mondiale consecutivo.