La vittoria Europea 1986 revocata agli Azzurrini
Battuta l’Urss in finale, ma poi si scopre che il viola Riccardo Secci aveva un’età diversa sul documento di identità. La Uefa condanna l’Italia con lo 0-3 in tutte le gare, titolo non assegnato.
“Per un punto Martin perse la cappa”: è il celebre proverbio utilizzato per sottolineare come un errore all’apparenza banale possa a volte comportare conseguenze disastrose (vedi a lato). Anche l’Italia del calcio ha avuto il suo abate Martin e il suo nome è Riccardo Secci. Ma chi era costui? Giovane calciatore di belle speranze, in forza alla Fiorentina, nel giugno del 1987 si guadagnò la convocazione per il Campionato Europeo Under 16, precursore dell’attuale Europeo Under 17. L’Italia si presenta con una squadra ricca di talento, allenata da Comunardo Niccolai, ex stopper passato alla storia per lo scudetto col Cagliari e anche per la sua propensione alle autoreti. E anche questa vicenda si rivelerà un clamoroso autogol.
La fase finale di quell’Europeo si disputa in Francia. Gli Azzurrini vincono 2-1 in rimonta la prima partita con la Cecoslovacchia per poi pareggiare le altre due gare con Irlanda del Nord (1-1) e Germania Ovest (2-2). Per la qualificazione alle semifinali bisogna ricorrere al sorteggio con i tedeschi: niente monetina, sono due cartoncini a stabilire chi passerà il turno. Capitan Gallo estrae quello giusto, la fortuna sembra sorridere all’Italia. Ma non sarà così. Dopo aver battuto 1-0 la Turchia in semifinale, un altro successo nella finale del 3 giugno con l’Urss ci regala il titolo di Campioni d’Europa.
Il successo vale anche la qualificazione al Campionato del Mondo di categoria che si disputerà a luglio in Canada. Sembra una storia a lieto fine, ma l’Italia non ha fatto i conti con il suo abate Martin. Al momento di richiedere il passaporto per volare in Canada, dalla Federcalcio si accorgono che il calciatore Riccardo Secci risulta nato il 28 luglio 1970 e non il 28 agosto 1970, come riportato sulla carta d’identità utilizzata fino all’Europeo. Un errore banale, che però costerà molto caro. Da regolamento, infatti, all’Europeo avrebbero potuto partecipare solo i giocatori nati dopo il 1° agosto 1970. E quindi Secci sarebbe stato fuori età. Ma come nasce la svista? La colpa, si fa per dire, è dei continui cambi di residenza della famiglia Secci: prima Firenze, poi Scandicci, Campi Bisenzio e ancora Firenze.
La FIGC, guidata da Franco Carraro, dispone un’indagine interna e viene accertato che la trascrizione sbagliata è stata fatta negli uffici comunali di Campi Bisenzio. Forse un impiegato ha fatto confusione con la data di nascita della mamma di Riccardo, Maria, nata appunto il 28 agosto. Il ragazzo non ha dato peso alla data erronea nel documento, in quanto in Italia l’inizio della stagione decorre dal 1° luglio e quindi per il nostro campionato sarebbe comunque stato in regola. La Federazione si autodenuncia prontamente alla UEFA, allegando nella documentazione anche una dichiarazione del Comune di Campi Bisenzio che si attribuisce la paternità dell’errore. Il verdetto è durissimo: la Commissione Disciplinare UEFA dà all’Italia perse per 0-3 tutte le gare disputate con Secci in campo, revoca il titolo e anche la possibilità di partecipare al Mondiale. Una doccia fredda, anzi gelata. Pochi giorni più tardi ci pensa la FIFA a rimodulare la decisione della UEFA, consentendo alla nostra Under 17 di partecipare alla Coppa del Mondo di categoria. L’Italia può volare in Canada, dove la sua corsa si arresterà solo in semifinale al cospetto della Nigeria, ancora oggi il miglior risultato al Mondiale Under 17. La Nazionale Under 16 ha però irrimediabilmente perduto la sua cappa…pardon, la sua coppa.
LA CITAZIONE. “Per un punto Martin perse la cappa…”
“Per un punto Martin perse la cappa” è un celebre proverbio utilizzato per sottolineare come un errore all’apparenza banale possa a volte comportare conseguenze disastrose. È la storia di un abate distratto, Martin, che si narrava avesse deciso di far apporre sull’ingresso del suo monastero un cartello caritatevole con la scritta in latino ‘Porta patens esto. Nulli claudatur honesto’ (La porta resti aperta. Non sia chiusa a nessun uomo onesto). Solo che l’abate collocò il punto nella posizione sbagliata, cambiando radicalmente il senso alla frase ‘Porta patens esto nulli. Claudatur honesto’ ovvero ‘La porta non rimanga aperta per nessuno. Sia chiusa all’uomo onesto’. Le polemiche suscitate da quel cartello così poco misericordioso arrivarono fino alle orecchie del Papa, che decise di rimuovere l’abate dal suo ruolo. Per un punto Martin perse quindi la sua cappa, il mantello che era il simbolo del ruolo ricoperto nel monastero.