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Bonucci: “Vi racconto i miei Italia-Germania, il 20 marzo a San Siro ci sarà da divertirsi…”

In vista dei quarti di finale di Nations League, l’ex difensore azzurro ricorda le sue sfide con i tedeschi, dal successo nella semifinale di EURO 2012 alla sconfitta nei quarti di EURO 2016

mercoledì 12 marzo 2025

Bonucci: “Vi racconto i miei Italia-Germania, il 20 marzo a San Siro ci sarà da divertirsi…”

Luglio, fase finale del Campionato Europeo. Leonardo Bonucci segna il gol dell’1-1 e si lascia andare alla sua classica esultanza, gonfiando le gote e mulinando il dito davanti alla bocca. Si va ai supplementari, quindi ai rigori. Se pensate che questa storia abbia un lieto fine vi sbagliate. Perché non siamo a Wembley, non è l’11 luglio 2021 e non abbiamo appena battuto l’Inghilterra nel suo tempio. Per tornare ad alzare la coppa dovremo aspettare altri cinque anni. La macchina del tempo ci ha riportati a Bordeaux. È il 2 luglio 2016 e i quarti di finale tra Italia e Germania si sono appena decisi dal dischetto. Nell’immaginario collettivo restano gli errori di Simone Zaza e Graziano Pellé, in pochi ricordano che a sbagliare furono anche Darmian e Bonucci: “Decisi di cambiare angolo rispetto al rigore calciato in partita – ricorda l’ex capitano azzurro nell'intervista rilasciata a figc.it – ma l’errore fu interrompere la rincorsa. Se oggi potessi tornare indietro calcerei sempre forte a incrociare, ma senza fermarmi, in modo da rubare il tempo a Neuer”.

E pensare che poco prima era stato lui a vincere la sfida dagli undici metri con il portierone tedesco: “Era il primo rigore della mia carriera che battevo nei novanta minuti, prendermi quella responsabilità credo che mi abbia permesso di fare il salto definitivo per consacrarmi a livello mondiale. Fu una piccola vittoria personale, anche se poi la delusione per la sconfitta fu grande”. L’Italia uscì a testa alta al cospetto dei campioni del mondo in carica e dopo aver eliminato la Spagna agli ottavi: “A livello tecnico e qualitativo non eravamo una delle nazionali più forti, ma grazie a mister Conte e al suo staff era nato un gran bel gruppo, eravamo una famiglia. Si respirava la voglia di fare qualcosa di storico, ci andammo vicini. Costringemmo la Germania a cambiare modulo per affrontarci e anche quella fu una piccola vittoria”.

Quasi nove anni dopo Italia e Germania tornano ad affrontarsi in un quarto di finale, stavolta di Nations League. L’andata è in programma giovedì 20 marzo a Milano (per le info sui biglietti clicca qui), in quello stadio ‘Meazza’ in cui Bonucci ha giocato due dei sei confronti con i tedeschi della sua carriera, le due amichevoli disputate nel 2013 e nel 2016 terminate entrambe in pareggio: “Vedere San Siro pieno ti ‘scalda la miccia’. Sono convinto che anche stavolta ci saranno tantissimi tifosi e che assisteranno ad una bella partita tra due squadre che giocano a calcio. Ci saranno tante occasioni, il pubblico si divertirà”. Leo, oggi assistente allenatore della Nazionale Under 20, dovrà accontentarsi di vederla in televisione, visto che il 20 marzo sarà impegnato con gli Azzurrini a Istanbul in un match valido per l’Elite League: “Tra i calciatori di questa Nazionale per caratteristiche tecniche quello che mi assomiglia di più è Bastoni, mentre come leadership Gigio Donnarumma, pur avendo un carattere diverso dal mio, rappresenta un punto di riferimento. Mi sembra si sia creata una buona alchimia tra la squadra e lo staff, un fattore fondamentale per ottenere risultati”.

Campione d’Europa nel 2021, l’ex difensore azzurro è tra gli otto ‘centenari’ della Nazionale maschile, quarto assoluto per numero di presenze (121) alle spalle di Gigi Buffon (176), Fabio Cannavaro (136) e Paolo Maldini (126). Alla Germania lo lega anche un ricordo molto più piacevole, quando nel giugno 2012 a Varsavia una doppietta di Balotelli decise la sfida con i tedeschi, regalando all’Italia il pass per la finale dell’Europeo. In campo, come nel 2016, c’erano Barzagli, Bonucci e Chiellini, la leggendaria BBC che con Gigi Buffon ha protetto per più di un decennio la porta azzurra: “Di quella partita ricordo soprattutto la sofferenza nel finale, se fosse durata altri dieci minuti avremmo perso. Dopo aver giocato un gran primo tempo eravamo stanchissimi, ci guardavamo continuamente con Gigi (Buffon, ndr) sperando che l’arbitro fischiasse la fine”.

Tanti i duelli degni di nota nelle sfide con la Germania, ma un avversario su tutti faceva dormire sonni poco tranquilli a Leo: “Con Mario Gomez non potevi mai permetterti di perdere il contatto, dovevi cercare sempre l’anticipo. Tra i tedeschi avevo poi un bel rapporto di amicizia con Sami Khedira, che è stato uno dei centrocampisti più forti con cui ho giocato”. Da tifoso il ricordo va a un altro Italia-Germania, alla semifinale del Mondiale 2006 decisa ai supplementari dalle reti di Grosso e Del Piero: “Avevo esordito da poco in Serie A e a fine maggio ero stato convocato per uno stage con l’Under 21. Mi avevano dato la maglia numero 13, quella del mio idolo, Alessandro Nesta, che indossai durante le partite del Mondiale. Il giorno della semifinale ero a Viterbo e tifavo davanti alla Tv con il mio gruppo storico di amici. Al gol di Grosso mi affacciai alla finestra per urlare di gioia, ricordo i caroselli e la soddisfazione per aver battuto la Germania a casa sua”. Quindici anni dopo la storia si ripeterà e Leo tornerà in strada per festeggiare un’altra vittoria azzurra: stavolta da protagonista.